Solo se qualcuno fa finta di ascoltare, altrimenti manco per sogno... Vuol dire che mi conosci davvero poco...
Ripeto, mi pare di non aver mai fatto mancare una risposta sincera e "seria" alle tue domande, ovviamente nei (limitati) casi in cui potevo risponderti perché ne avevo le competenze.
Riguardo al post di prima, ti chiedo di nuovo: ma hai riletto cosa hai scritto?
Luca Bargagna
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Passo e chiudo. Hai vinto il primo posto nella mia "ignore list", che fino ad oggi è sempre stata vuota...
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Luca Bargagna
Lusingato
Anche a conferma che chi non sa confrontarsi, evita il confronto...da te non me lo sarei aspettato, a dir la verità
Ti consideravo un tempo un forumista interessante con cui sortire una discussione, anche se abbiamo avuto poche occasioni per parlare direttamente...evidentemente mi sbagliavo di grosso
Ecco, per me l'equivoco è qua. Una cosa è parlare di specie, altra di singoli, altra ancora di uomini che modificano l'ambiente.
La specie umana è nata in Tanzania: quello è il nostro habitat naturale, quello nel quale noi riusciremmo a campare nudi, senza strumenti, senza agricoltura. Se desideriamo vivere fuori dalla Tanzania (e zone climaticamente analoghe) dobbiamo attrezzarci: magari ci vestiremo, magari saremo costretti a diventare cacciatori e via dicendo. Nudo e senza strumenti, in Germania non ci camperesti per 365 giorni in un anno. E nemmeno in Italia.
Il singolo, poi, ben equipaggiato, vive in contesti anche molto differenti: pensa a tutti i poveri schiavi neri portati dalla Guinea al Canada. Di tutto sono morti, ma non del cambio di clima.
Quindi: una specie può adattarsi (anche se detta così è un'affermazione falsa: una specie non si adatta, evolve; solo che se una specie A evolve, nasce al suo posto una specie B che non è più la specie di partenza) nei tempi lunghi. L'uomo lo fa rapidamente se modifica il suo ambiente. Ma, è questo il punto a cui volevo arrivare: se noi portiamo vestiti, e non solo per pudicizia, vuol dire che, passati tutti questi secoli, ancora non ci siamo adattati al clima italiano. Sennò andremmo in giro nudi. E quindi rigiro la tua affermazione: non solo noi non siamo "condizionati" dalla PEG, ma non ci siamo MAI adattati a questo clima.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Luca, il discorso è che la natura è vero che si adegua ai cambiamenti dei fattori esterni (adattamento al biotopo o biocenosi) in tempi lunghi, ma va intesa come natura nuda e cruda. L'uomo ha avuto la facoltà (occhio a pesare la parola) di inventare aggeggi vari ed eventuali che non sono altro che mezzi di contrasto ai cambianti esterni. Un esempio: il climatizzatore, oppure le abitazioni ben isolate dall'esterno, i semplici vestiti. Con queste e mille altre cose è veramente facile adattarsi a cambiamenti anche dell'ordine di diversi gradi celsius. Quindi, banalmente, se io oggi nudo e crudo decidessi di andare in cima al monte bianco morirei di freddo, ma se mi vestissi a dovere non ci sarebbe problema quasi. In sostanza limitatamente al nostro fisico pochi gradi di differenza non ci influenzano poi molto. Invece il global warming sta avendo effetti più tangibili sugli animali che hanno meno possibilità di adattamento rispetto a noi, leggasi sopra.
Si vis pacem, para bellum.
Più che di evoluzione, forse avrei dovuto parlare di abitudine e di ambientazione
E' chiaro che non nasceremo con tre braccia o con un condizionatore umano incorporato, anche qualora dovesse far veramente caldo in futuro
Però, come un Eschimese avrebbe difficoltà ad ambientarsi in Italia, noi potremmo avere conseguenze spiacevoli a livello psicologico e sanitario (non prettamente evolutivo, quindi) nei prossimi decenni, qualora il clima dovesse riscaldarsi più velocemente rispetto alla capacità di adattamento del corpo
Adattamento inteso come abitudine...da questo dipendono tantissime cose: come evoluzione della specie non ne risentiremmo, ma ciò potrebbe ricadere in modo imprevisto sulle nostre funzioni fisiologiche...psiche, efficacia del sistema immunitario, nascita/diffusione di patologie nuove in zone dove non dovrebbero esserci ecc.
La domanda è: la salute quanto e come ne risentirà? Per me parecchio
Guarda solo lo spaventoso numero di morti dovute al caldo che abbiamo avuto nell'ultimo decennio. Quanto incide sulle morti per il caldo la mancanza di abitudine al cambiamento climatico? Ecco...forse è più corretta messa giù in questi termini
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Attenzione che però non ci sono solo le morti direttamente causate dallo stress termico
Ma anche quelle indirette...non ci sono solo i colpi di calore, ma anche tutta una schiera di patologie legate all'aumento di T, che prima non c'erano o quantomeno non c'erano alla nostra latitudine
Spesso più che gli effetti diretti, sono fondamentali i feedback che ne scaturiscono...imprevisti, imprevedibili negli effetti
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