proprio non volete capire![]()
E' un po' la mia personale critica alle elaborazioni che indicano medie (T e pluviometriche) nazionali: a mio parere sono dati fini a se stessi ma assolutamente NON rappresentativi in ambito climatico !
Esempio estremo ma, spesso, forse non cosi' irrealistico: che senso ha avere ad esempio un'anomalia media nazionale quasi nulla quando questa, magari, e' frutto di una mera somma algebrica di scarti totalmente opposti tra Nord e Sud (oppure tra lato tirrenico e adriatico) ?
Praticamente non "serve" a nulla, perche' non identifica assolutamente cosa realmente accaduto nelle varie macro-aree italiane !
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ti rispondo io
quando crei un indice fai una sintesi di un campione di informazioni
questa sintesi deve rispecchiare certe caratteristiche, ma deve poter mantenere buona parte dell'informazione contenuta nei dati di partenza con il quale è stato costruito.
la media aritmetica è un indice di sintesi.
il loro scopo è di rendere più freuibile l'informazione di tanti dati riducendo la variabilità che i singoli valori presentano pur mantenendo quasi inalterata la quantità di informazione presente.
spesso è preferibile accompagnare questo tipo di dati con un intervallo di confidenza il cui valore alpha (errore di 2° tipo) può essere variabile a seconda delle esigenze.
ma in caso di una stima non distorta se non c'è necessità di porre ipotesi di alcun genere sull'indice inserire l'intervallo di confidenza non è molto utile
utilizzare un campione di dati estremamente numeroso, 15 stazioni a provincia sono tipo 1700 stazioni (una per kmq sono circa 300'000 stazioni) rende pressochè impossibile generare qualsiasi indice sintetico (inoltre questo avrebbe un intervallo di confidenza talmente elevato che non avrebbe alcun valore sensato, ammesso che sia fattibile arrivare alla sua stima).
e questoo impedirebbe anche di capire il tuo tanto amato andamento meteorologico nelle varie macro-aree italiane.
infine, non è importante quali zone d'italia abbiano visto valori positivi e quali valori negativi, se tali valori si equivalgono in senso assoluto la loro sintesi sarà un valore nullo.
l'importanza di conoscere la distribuzione spaziale di questi valori campionati è assolutamente indifferente nella costruzione di un indice simile.
tanto anche se in un futuro dovesse ripresentarsi la stessa distribuzione di dati ma spazialmente distribuiti in modo diverso non ne modifica il contenuto informativo.
poi, se invece vogliamo determinare un indice spaziale di autocorrelazione o determinare un trend spaziale ok, ma non ne capisco il senso.
quale sarebbe l'utilità non lo so.
tutto questo cmq rientra sempre nella solita spiegazione
non capite la differenza tra meteorologia e climatologia.
la meteorologia può essere vista come una misura di stock la quale più informazioni ci sono in nostro possesso più è precisa
la climatologia è invece una misura di flusso, nella quale troppe informazioni possono aumentare a dismisura la variabilità questo comporta una perdita di accuratezza e a volte pure di distorsione (anche se, quest'ultima se è stata presente su tutto il tempo nel quale i dati sono stati osservati può essere eliminata analizzando la serie attraverso i suoi scarti dalla media)
Finalità e scopi di meteorologia e climatologia li capisco benissimo.
Fatico invece a capire il concetto per cui in climatologia i dati inseriti devono essere relativamente pochi.
E altrettanto fatico a capire perchè, in ragione di ciò, gli organi ufficiali di meteorologia tendano ad avere una rete di dati disponibili sempre più ampia.....
Faccio un esempio se io con 1000 stazione terrestri riesco a valutare il dato di una precisa area geografica in 20° medi per un mese.
Se con 100000 stazioni terrestri ho lo stesso dato, dov'è il problema????
La climatologia farà suoi quei dati ed otterà sempre il medesimo risultato.
Che poi la climatologia sia scienza profondamente diversa dalla meteo non ci piove ma i dati sono quelli per l'una o per l'altra....
Magari alla climatologia non servono tutti i dati meteo ma sempre di dati si parla.
Spero di aver spiegato il mio punto di vista![]()
ti sei risposto da solo
se si è in grado di ottenere una stima non distorta con un numero di stazioni limitato non ha alcun senso utilizzarne un numero superiore
si otterebbe la stessa stima.
anzi, come detto un numero superiore oltre a generare una quantità di calcoli esponenzialmente più complessi e lunghi potrebbe addirittura arrivare all'impossibilità di riuscire a stimare il dato per via della varianza molto più elevata.
aumentare sempre di più il numero di dati rende più complicato il processo.
invece dal punto di vista meteorologico, più dati si hanno (più capillare è la distribuzione dei dati) più precisa sarà la misura che si ottiene e più facile sarà valutare le differenze spaziali oltre che a determinare il semivrariogramma fondamentale per la stima di kriging
Confrontare dati di alcune stazione storiche con dati sbagliati di altre stazioni non è nè climatologia nè metereologia.
E' semplicemente una serie di analisi sbagliate fatta con dati sbagliati. Al imite possiamo chiamarla "random-mania"...
Quando come in questo caso arriva a risultati TOTALMENTE diversi dalla realtà percepita, non andrebbe divulgata da un ente pubblico.
Altrimenti che si è trovato casa alluvionata e si sente dire -da una ricerca pagata con i suoi soldi -che in realtà si è inventato tutto e che a casa sua è stato secco e la pioggia è cascato solo su casa sua ha tutto il diritto di inalberarsi, ed anche molto.
beh, dal punto di vista concettuale vale lo stesso ragionamento alla fine.
se posso ottenere la stessa cosa con 10 perchè dovrei ottenerla con 1000??
un modello statistico-matematico fa della semplicità la sua filosofia.
l'esatto contrario di un modello fisico
non a caso la fisica studia la meteorologia, mentre la climatologia è più una branca statistica.
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