Mi sfugge il senso di quello che scrivi: evidenzi da qualche parte un trend di lungo periodo (10 anni? 20 ann? 30 anni?) al calo delle precipitazioni su base annua? Se questo trend esistesse (e NON esiste), sta certo che se ne parlerebbe, con un risalto almeno paragonabile a quello delle temperature, anzi, forse maggiore, perché condizioni generali di carenza/eccesso di precipitazioni condizionano la vita delle persone in modo anche più drastico che 1, 2°C in più sulle medie clino di una data località durante il trimestre invernale. Possiamo anche restringere o dilatare i contesti territoriali, se non va bene parlare di Italia possiamo scendere nel dettaglio e individuare un territorio geograficamente omogeneo oppure una regione amministrativa, ma alla fine avremo comunque dei dati in controtenza in alcuni settori, soprattutto se ci vorremo spingere a un'analisi che abbia la legittima pretesa di essere "generale" e il dovere di essere sintetica. Proviamo a partire, ad esempio, da questo agosto 2016: ha chiuso in media o lievemente sotto nelle temperature (1981/2010 3 talvolta anche 1971/2000) in diverse zone del NW a Nord del Po, però a Sud del Po ha chiuso spesso con anomalie positive, che in diverse areee del SE Piemonte hanno superato la media più recente (1981/2010) di oltre 1°C, non vanno bene le temperature di agosto? Parliamo delle precipitazioni di luglio 2016 che ha visto sopramedia pluvio sulle alte pianure pedemontane del NW, peccato che a Sud del Po sia stato spesso pesantemente in deficit pluvio... quindi che si fa? Se anche nella dimensione regionale ci sono ancora disallineamenti e la descrizione generale non collima con quello particolare? Se non va bene il dato generale italiano, quello territoriale è insufficiente preciso e quello regionale evidenza grosse differenze tra zone relativamente vicine? Ditemelo... che facciamo? Cominciamo a scrivere post in stanze diverse sull'estate del 2016? Apriamo un subforum di analisi sulle stagioni "A Nord del Po e ad Ovest del Ticino", "A Sud del Po e ad Est dell'Oglio"...
Tra l'altro queste forme di orticellismo fanno perdere di vista le anomalie nella loro reale scala, ad esempio europea, vedi la fase calda iniziata in terza decade di agosto e il suo impatto sull'evoluzione meteorologica in sede europea centro-occidentale, ma forse è meglio aprire 8.101 subforum o discussioni, una per ogni comune d'Italia, posto che la dimensione comunale non rappresenti una scala troppo grande e non si debba scendere direttamente al territorio condominiale...
Ultima modifica di galinsoga; 05/09/2016 alle 12:12
1 Parlo di un cambiamento nella distribuzione delle precipitazioni. Almeno per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, regione in cui vivo da sempre, è abbastanza palese negli ultimi anni un ridimensionamento netto della piovosità in Estate e un aumento altrettanto pronunciato della piovosità invernale. Ovvero, pluviometricamente parlando, c'è una sorta di transizione verso una distribuzione delle prp più mediterranea e meno continentale. Ma questo è semplicemente un esempio. La realtà è che ignorare volontariamente il lato precipitativo come fanno/fate voi freddofili integralisti significa ignorare un aspetto importante tanto quanto quello termico (se non di più). Non dico che l'aspetto termico non sia importante, ma facendo così si da un'informazione a metà, incompleta e si ignora invece i cambiamenti che avvengono (che non avvengono solo nei mm totali ma anche nella loro distribuzione, ripeto, nella quantità di pioggia che cade per evento perturbato, eccetera...).
2 Come si fa? Semplicissimo: ognuno posta il suo dato e fine. Si prendono i vari dati, li si confronta e si traggono conclusioni. Il dato nazionale può magari essere interessante ma da un punto di vista climatologico conta assai poco. Questo perchè è il frutto di una pura arbitrarietà: l'Italia è infatti un'entità politica, non climatica...prendendo il dato complessivo del Paese si mettono assieme zone climaticamente assai diverse (il NE ha molto più a che spartire con Austria e Slovenia piuttosto che con la Sicilia per esempio), pertanto il dato complessivo dice poco o nulla.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
E' anche un'entità geografica visto che è una penisola ma siccome si è estende in latitudine oltre ad avere una conformazione del tutto peculiare è parecchio differenziata dal punto di vista climatico.
Inverno 2016/17
16/1 Fiocchi
Il tutto comunque parte da un errore di interpretazione... nessuno ha parlato del 1988-89 come di un inverno complessivamente buono a livello nazionale.
Può qua e là essere ricordato con piacere da chi ha beneficiato dell'irruzione di dicembre (sud Italia) o delle inversioni di gennaio e le galaverne in PP, ma sono sempre opinioni legati ai differenti contesti in cui si vive.
Quello che invece si cerca di dire è che i "vecchi" inverni considerati brutti, termicamente non erano sfasati come gli ultimi tre.
Il motivo per cui si parla molto del lato termico è che è quello che veramente sta andando in crisi in questi anni... se ci fosse un global drying (e sarebbe ENORMEMENTE peggio) si parerebbe molto di più di quello pluviometrico.
Nessuno vuole negare la differenza tra un 1988-89 e un 2013-14 e tutti comprendiamo il motivo per cui gli alpini (ma tutto sommato penso anche molti precipitofili di pianura) preferiscano nettamente il secondo.
Ma il senso di questo topic, per come almeno l'ho capito io, è quello di rimarcare che i "non inverni" di ora sono complessivamente ben più miti dei "non inverni" di 20 anni fa e che quindi c'è stato uno sfasamento notevole nelle temperature
Se aprissimo un topic dal titolo "inverni precipitofili a confronto", senza dubbio faremmo considerazioni pluvio-nivometriche, lasciando da parte quelle termiche.
Semplicemente non vedo perchè non parlare delle precipitazioni: climaticamente non ha nessun senso!
Giudicare le stagioni, i mesi, i periodi, ecc.ecc. solo in base alla temperatura (che, come scrive Federico, anche questa varia moltissimo da orticello a orticello) è un informazione fuorviante e del tutto incompleta!
Faccio un esempio stupido: confrontiamo due stagioni vicine come gli inverni 2013/2014 e il 2014/2015. Senza stare a fare troppi giri di parole, in linea generale sono stati due inverni termicamente molto simili (qui il primo ha chiuso con una temperatura media di +2,7°, il secondo +2,6°). Non ho una carta delle anomalie, ma possiamo dire che, bene o male, sono stati due inverni caldi: localmente molto caldi, localmente tiepidi, ma siamo lì. Dunque, saltando a piè pari fino alle conclusioni deduciamo: inverno sopramedia = inverno pessimo.
Le stagioni non sono solo un più o un meno: i due inverni citati - termicamente identici - sono stati diversissimi. Il secondo è stato localmente più secco, con periodi anticiclonici talvolta molto caldi (le prime settimane di gennaio 2015), con nevicate in alta quota solo in dicembre, un gennaio secco e nevicate da febbraio. Il primo è stato presumibilmente l'inverno più nevoso sulle Alpi dal 1950/1951 (in molte parti ha surclassato l'inverno 2008/2009). Mi chiedo, quasi 7 metri e mezzo di neve a 1400 metri e 9-10 metri a 2000 metri sono forse dei dati irrilevanti e trascurabili? Ma ci rendiamo conto di quanto è incompleto, ridicolo e fuorviante guardare solo il profilo termico?
Lou soulei nais per tuchi
Capisco perfettamente il tuo intervento, ma trovo che proprio non abbia senso questo confronto, ecco
Un confronto puramente termico è... riduttivo.
Anche perchè, se per la Pianura Padana il 1989/1990 è stato più freddo del 2013/2014, in un qualsiasi pendio del nostro stivale oltre i 400 metri probabilmente il secondo è stato più freddo del primo (probabilmente tutte le località nella quale non c'è inversione termica!) quindi un confronto del genere a che cosa serve? E cosa comunica? Il primo è stato un inverno secco e anticiclonico, il secondo atlantico, molto piovoso e nevoso oltre le medie quote... non riesco a capire proprio il confronto puramente termico su inverni così radicalmente diversi...
Lou soulei nais per tuchi
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