Grazie per l'intervento Fil.
Il permafrost non e' scomparso! E ci mancherebbe pure altro!E' palese che ci sia stata una romanzata" da parte di qualche organo di diffusione con agenda catastrofista da quando sono uscite quelle notizie di dispersione di metano nell'atmosfera a seguito della fusione di UNA PARTE della frangia del permafrost secolare in Siberia (esempio: Methane release from melting permafrost could trigger dangerous global warming | John Abraham | Environment | The Guardian ) e che poi di bocca in bocca sia stata distorta nel solito "e' tutto finito moriremo tutti".
Vorrei inoltre ricordare che il permafrost si trova anche in altitudine, non solo in zone artiche, e che tante zone hanno permafrost pur essendo a latitudini ben inferiori (il Kilimanjaro, tanto per dirne una).
PermafrostDistributionIPA.gif
Qui per esempio per trovare permafrost basta farsi una camminata di un quarto d'ora verso qualche altura.
La scomparsa totale del permafrost sarebbe un evento di magnitudo notevole, quindi e' importante evitare di fare da cassa di risonanza di informazioni false. Informatevi prima di contribuire alla disinformazione!
Tolto questo particolare dalla discussione, il resto del punto di questo thread invece e' molto interessante e dare rilevanza alle anomalie artiche, a causa delle quali alcune stazioni stanno registrando sequenze di temperature fuori controllo, e' importante e molto didattico.
Vorrei contribuire con il grafico delle anomalie medie annuali rispetto alla media dell'aeroporto di Longyearbyen, nelle Svalbard (79N) - come vado ogni tanto ripetendo nel thread di Tromsø, dall'inverno 2006-2007 l'equilibrio della zona si e' "rotto" in qualche modo ed e' in atto una specie di crollo della situazione, con record mensili battuti pressoche' ogni mese.
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A mio avviso quello che sta succedendo e' relativamente semplice e abbastanza sinistro nella sua semplicita'. Quelli sono stati i primi anni in cui alcuni fiordi importanti non si sono piu' riusciti a gelare completamente nel corso dell'inverno, probabilmente per via di un anomalo afflusso di acqua calda da parte del golfo del messico. L'Isfjorden per esempio, lungo fiordo dove si trovano le zone abitate delle Svalbard, non ghiaccio' completamente in quel famoso inverno. Il mare per tutto l'inverno e' stato di color scuro invece che bianco e ha improvvisamente iniziato a incamerare molto piu' calore rispetto agli anni precedenti (mancato effetto albedo). Non ci vogliono ere geologiche perche' questo fatto generi un qualche effetto - e il feedback e' iniziato da un anno all'altro, stile apocalisse bianca per dirlo alla Grosso, ma al contrario. Penso che il sistema "riscaldamento" a questo punto sia diventato autonomo in loco e che non necessiti piu' di influssi dal golfo del messico per proseguire il suo moto.
Piu' anni sono passati senza che il mare gelasse e piu' il feedback si e' ampliato, di anno in anno. Quello che rimugino da tempo e' che secondo me l'amplificazione di questo feedback potrebbe continuare fino alla perdita pressoche' totale del ghiaccio estivo artico e al rimescolamento generale delle acque. A quel punto non so se si raggiungerebbe un nuovo equilibrio o se partirebbe un feedback inverso (propendo per la prima visto che non ho dati per giustificare la seconda).
In ogni caso, non saremo noi ne' i nostri figli ne' i loro figli a vedere quella fine.
Tutto ovviamente a meno che non intervenga qualche disturbo imprevisto tipo tambora![]()
Ultima modifica di Fenrir; 13/10/2016 alle 08:11
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