
Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Quoto tutto, e la cosa che ho grassettato è quello che sto cercando di far capire da quanto esiste il thread, ma evidentemente non son capace a scrivere in italiano
Contestualizzando (come hai fatto tu) tutto si può spiegare. Anche gli svenimenti per il calore in pieno inverno. Malnutrizione, malattie, carenze vitaminiche, condizioni igieniche pessime, mancanza di energie, tutto fa sì che gli uomini dell'epoca fossero molto più deboli ed esposti a pressochè qualsiasi cosa, tant'è che bastava una banale influenza a mandarti al Creatore. Aggiungiamo che negli episodi favonici reiterati (da alpino lo so molto bene, perchè qui da me è così) si sperimentano effetti sull'organismo molto spiacevoli: quando il fohn soffia forte e caldo l'
UR scende sotto i tacchi, si hanno bruciore agli occhi, alla gola, raucedini, tosse, spesso emicranie e spossatezze "immotivate".
Per cui direi che è palese che la gente
non moriva dal caldo come accadrebbe se oggi facesse +45°, ma lavorando all'aperto, sotto il sole, a temperature possibili in inverno sotto fohn (+24°/+26° o forse più), denutriti e molto probabilmente disidratati, svenimenti e/o mancamenti mi sembrano possibilissimi. E' chiaro che i cronisti dell'epoca associassero il caldo "inusuale" agli svenimenti e alle morti, senza contare tutto quanto detto sopra (debolezze, malnutrizioni & co.).
Episodio simile si potrebbe dire dell'estate del 1022, dove a Norimberga "
gli uomini languivano per strada e morivano soffocati dalla calura" (Storia culturale del clima: dall'Era glaciale al riscaldamento globale - Wolfgang Behringer). Mi pare ovvio che non significa che in Germania si siano raggiunti i 45°, ma teniamo conto che anche "solo" temperature vicine ai 30° - unite a tutto il resto di cui sopra - rendono possibilissimi colpi di calore e morti...
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