
Originariamente Scritto da
paolo zamparutti
la crisi del '300 inizio' in realtà già dalla fine del secolo precedente con un consistente aumento del prezzo del grano e derivati. tutto questo ancora prima delle primavere ed estati tremendamente piovose segnalate.
l'Europa alla fine dell'impero romano d'occidente in certe zone era quasi disabitata, e molte zone videro il ritorno delle foreste che all'epoca erano quasi totalmente scomparse, da allora ricominciò l' aumento della popolazione, grazie al tanto legno a disposizione ed ritorno dell'agricoltura che garantì cibo abbondante. Il periodo favorevole si concluse nel '200. a quel punto non c'erano piu' ulteriori terre da coltivare, questo mise pressione sui prezzi e si coltivò anche in zone ad altezze troppo elevate e con rese bassissime (in realtà la fase delle coltivazioni a quote elevate non avvenne nel periodo caldo medioevale, già terminato da tempo). Come sempre succede, l'aumento della popolazione prosegui per inerzia anche dopo la fine dell'aumento della disponibilità di cibo. in questo contesto la fase di mal tempo sfavorevole colpì ancora piu' duro, perché si era in una "congiuntura" già difficile.
per quanto riguarda il periodo caldo medioevale, che ricordo fu simile termicamente agli '90 e piùfresco di quello attuale, fu tipico del periodo che va piu' o meno dall'850 al 1070 circa. Dopo di ché già subentrò un tempo meno caldo, ricomparvero inverni severi (ad esempio il celebre "inverno di canossa" 1076/77 gelido e ricordato per la lunghissima permanenza della neve al suolo in pianura padana, e da
li continui inverni gelidi per tutto il dodicesimo e tredicesimo secolo)
Se il trecento fu il secolo delle orrende primavere ed estati, il 400 fu il secolo degli inverni folli, forse il 1408 fu peggiore anche del 1709, ma anche il 1431, il 1490 e chi più ne ha più ne ha più ne metta.
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