La seconda configurazione invernale della stagione ha colpito la nostra penisola, come preventivato un paio di settimane fa. Essa si è manifestata con le caratteristiche che a suo tempo avevamo discusso (http://forum.meteonetwork.it/showpost.php?p=1391066&postcoun t=1) ma tuttavia essa si è originata in modo diverso. La possibilità di blocco nordatlantico ha lasciato il posto ad uno scandinavian pattern positivo che abbiamo classificato come disposizione barica al suolo di tipo SRH (Scandinavian-Russian High). Onore al merito alle emissioni modellistiche dei principali GM che intorno al giorno di Natale avevano azzeccato in modo a dir poco sorprendente la configurazione a 7-8 giorni di distanza.
Per la prima volta in questa stagione l’Europa centro-occidentale è stata sferzata dalle correnti continentali e questo è avvenuto non appena si è manifestato un repentino cambio delle stormtracks, finora tutte di tipo NAO+. Animando la sequenza degli ultimi giorni, http://www.meteo.psu.edu/~gadomski/H.../5dayloop.html, si può osservare come la divergenza del getto in atlantico in seguito alla pulsazione dinamica stabilitasi sulla penisola scandinava impone alle ultime due perturbazioni atlantiche una strada basso atlantica a differenza delle precedenti che si dirigevano sull’artico scandinavo.
Nella sopracitata sequenza di e-Wall si può notare come la pulsazione dinamica subtropicale atlantica sia nata in seguito ad una Rossby Wave Dispersion (RWD) sul Pacifico, ossia un treno di perturbazioni alimentato da una sacca di aria artica continentale in uscita dalla Siberia orientale che va ad impattare sulla costa ovest degli States e si smorza proseguendo verso le grandi pianure centrali. La risposta dinamica in Atlantico non si è fatta attendere ed è risultata pilotata alle alte latitudini dal profondo nucleo polare canadese.
La RWD verrà riassorbita lentamente, ma durante la sua fase senescente fungerà da catalizzatore per intense tempeste sull’estremo nordatlantico americano in spostamento verso l’Islanda con complessivo rafforzamento zonale. Un ulteriore problema è rappresentato da un’anomala altezza dei geopotenziali sul Pacifico settentrionale indotta dalla fase attiva della RWD che temporaneamente spinge al ribasso il PNA e che continua ad incanalare aria artica verso il Canada. Il cerchio si chiude con il GLAAM che è negativo solo alle medie latitudini ma, in particolare, non lo è nella zona nevralgica dove agisce il jetstream polare.
E’ evidente che una configurazione SRH regge come durata se è supportata da un’ulteriore divergenza del flusso in uscita dal settore nordamericano, con rallentamento delle westerlies in Atlantico. Viene quindi da chiedersi quanto potrà durare la fase mite zonale che seguirà a quest’ultimo scorcio invernale, peraltro ben segnalata nell’outlook invernale del CS sotto la denominazione di Reversal Pattern, ossia un’opposta configurazione rispetto a quella bloccante in Atlantico presente nello scorso autunno e temporaneamente in Dicembre.
La mia sensazione è che non duri meno di 10-12 giorni e dunque interesserà buona parte della seconda decade dove non è escluso (ed anzi è auspicabile) che qualche coda di perturbazione prenda i settori alpini. Inoltre probabilmente prima di rivedere una configurazione tipica da blocco nordatlantico, che raramente non si presenta in un gennaio in cui la troposfera è guidata dalla predisponente configurazione teleconnettiva Nina / AMO+ / QBO-, dovranno attuarsi disturbi anticiclonici alla circolazione. Con ulteriore interessamento della penisola.
Queste speculazioni vedrò di verificarle periodicamente ma sono supportate dal fatto che la stratosfera non ci aiuterà (in alto come in basso) per buona parte del mese corrente e dunque affinché la troposfera riesca di nuovo in modo autonomo ad intaccare il percorso zonale nord-emisferico occorrerà un replay del gennaio scorso, in cui senza nessun aiuto dalle medio-alte quote stratosferiche, fu orientata con chiaro asse meridiano una pulsazione dinamica dal Pacifico orientale verso il Polo Nord passando per l’Alaska. Una situazione di questo tipo predispone a fasi bloccanti di diversa natura in Atlantico e matura allorquando l’attività convettiva intertropicale si sgonfia sul Pacifico centrale-occidentale cioè la MJO lascia la fase 7.
Godiamoci (chi può) queste ultime ore propizie
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Andrea
Post grandioso come sempre, Andrea.
Sono molto contento che quanto da me scritto in maniera molto "semplice e circoscritta" in altro post trovi conforto nella tua illuminante disamina.
Un salutone
http://www.predazzo-meteo.it/index.php
Predazzo Wunderground
always looking at the sky
Nivofilo-Precipitofilo-Perturbazionofilo-Depressionofilo-Ostrosciroccofilo-Anticaldofilo-Antianticiclonicofilo
Se condizione necessaria è che la MJO superi la fase 7 direi che 10-12 gg è un preventivo ragionevole (e forse ottimistico); a meno che non si rimetta a correre.
E confermo la "visione" stratosferica.
Qui si va ben oltre con i tempi.
Per il secondo anno consecutivo dobbiamo misurarci con cooling prolungati che hanno fatto sì che il VPS in medio-alta stratosfera corra più di Justin Gatlin in versione dopata.![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ecco come scrissi in altri post, dopo le irruzioni da est/nord est, si apre la porta nord atlantica e correnti nord occidentali, meno fredde e più piovose. E' molto probabile, che dal 9, come visibile dalle carte, vi sia un crollo barico sul Golfo di Carcassona, sembrando un remake del periodo pre Immacolata. Però più che zonalità alta sembra perturbazioni atlantiche che poi potrebbero creare cut off sul Golfo di Alboran. Forse per le regioni occidentali potrebbe essere un periodo più piovoso.![]()
grande analisi 4ecast
non trovo però cenno alla possibile persistenza altopressoria russa, residuo dello scan+, che i GM vedono fino a 10 giorni (oltre non andrei)...
forse con questa figura rischiamo qualcosa di più di semplici "code di perturbazione sui settori alpini"(ecmwf docet)..
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come immaginavo fino al 15 siamo fuori dai giochi per il freddo, non ci tocca che sperare nelle piogge.
Giunti a questo punto occorre che la Kelvin wave si sgonfi o lasci il Pacifico. La condizione è necessaria ma non sufficiente.
Dobbiamo anche riflettere sul ciclo stratosferico. In questi anni la stratosfera è più fredda rispetto al periodo precedente.
Di una zonalità generica si parla. Diverse sono le configurazioni bariche tipo associate a questo macrotipologia di pattern, tutte accomunate dalla NAO+.Originariamente Scritto da naturalist
Complimenti per la tua analisi sulle SSTA atlantiche primaverili indotte dalla persistenza invernale del vortice canadese
Non l'ho citata volutamente, perchè spero rimanga qualcosa per il dopo. Per un pò i giochi sono quelli che si fanno in area euroatlantica. La mia paura è che sul settore nord-continentale qualcosa di negativo possa accadere, se la configurazione zonale prende una brutta piega. Sono più tranquillo per la parte interna asiatica se veramente il flusso rientrante dalle parti di Simone, cioè dal Pacifico verso l'interno della Cina prenderà veramente piede (ecmwf docet)Originariamente Scritto da atlantic
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Andrea
Vabè non lasciamoci prendere dallo sconforto, il Vp potrebbe sempre cedere da una settimana all' altra
Anno 1830. A stento può credersi quanto incostante sia stata la stagione invernale, poichè dal novembre alla metà di febbraio corrente non si sono vedute due godibili giornate consecutive, mentre le nevi sono state replicatissime e magiori di quelle del 1790 e dei freddi del 1813 e 1814.
Complimenti per l'analisi
purtroppo le tue preoccupazioni sono + che leggittime: l'SRH con ste proiezioni (seppur sempre NCEP) sarà spazzato letteralmente via... ma anche ECMWF base dwd non lascia molte speranze... la struttura ellittica coricata esacerberà le correnti zonali e non diamo per scontato che le "code Atlantiche" interesseranno il Nord Italia o le Alpi... potrebbero andare ancora più a nord del previsto almeno inizialmente
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