La piccola era glaciale (PEG)[1] è un periodo della storia climatica della Terra che, pur senza una totale convergenza degli studi, va dalla metà del XIV alla metà del XIX secolo[2][3][4][5] in cui si registrò un brusco abbassamento della temperatura media terrestre. Per l’entità dell’intervallo temporale interessato non può dunque essere propriamente assimilata ad un'era geologica (ossia centinaia di milioni di anni). La PEG, climatologicamente parlando, è considerata una fase stadiale dell'attuale periodo interglacialeQuesto periodo fu preceduto da un lungo periodo di temperature relativamente elevate chiamato periodo caldo medievale. Dal 1300 infatti si assistette ad un graduale avanzamento dei ghiacciai che nel periodo precedente si erano ritirati molto o erano scomparsi, e si ebbe anche la formazione di nuovi. Tali ghiacciai arrivarono al culmine della loro estensione intorno al 1850, quando le temperature ripresero ad aumentare causando una nuova riduzione della massa dei ghiacci. Questa fase è tuttora in corso, aggravata forse da fattori umani che producono effetto serra sull'atmosfera, sotto il nome di riscaldamento globale e comporta una conseguente riduzione dell'estensione delle superfici ghiacciate.In un primo tempo si credette che la piccola era glaciale fosse un fenomeno globale, ma attualmente si tende a dubitarne, relegandolo per lo più al continente europeo. Per esempio la ricostruzione delle temperature medie dell'emisfero nord negli ultimi 1000 anni non mostra un pronunciato raffreddamento. Dai dati raccolti sembra che in questo periodo le temperature medie si abbassarono soltanto di 1 °C circa.[6] Il dibattito sull'entità di tale raffreddamento, così come del precedente riscaldamento medioevale, rimane tuttavia ancora aperto e non concluso.[7][8][9La piccola era glaciale causò inverni molto freddi in molte parti del mondo, ma la documentazione dettagliata riguarda soltanto l'Europa e l'America del Nord. Nella metà del XVII secolo i ghiacciai delle Alpi svizzere avanzarono gradualmente inglobando alcune fattorie e distruggendo interi villaggi.[10]
Il fiume Tamigi e i molti canali dei fiumi dei Paesi Bassi si congelarono spesso durante l'inverno, tanto che fu possibile pattinare e perfino tenere fiere sul ghiaccio.[10] Nell'inverno del 1780 il porto di New York ghiacciò, consentendo di andare a piedi da Manhattan a Staten Island. Il mare ghiacciato circondante l'Islanda si estese per molti chilometri in tutte le direzioni impedendo l'accesso navale ai porti dell'isola. Lo stesso avvenne anche in Groenlandia. In entrambe le isole le navi commerciali provenienti dalla Danimarca non riuscivano più a entrare nei porti. Questo fece sì che la Danimarca cominciò quasi a dimenticare l'esistenza delle due isole. Si hanno riferimenti del 1500 di una spedizione danese che trovò la Groenlandia completamente disabitata. In particolar modo, viene ricordato l'inverno 1709 che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il continente Europeo.
Gli inverni più rigidi ebbero effetti sulla vita umana in larga e piccola misura. Le carestie divennero più frequenti (quella del 1315 uccise 1,5 milioni di persone) e le morti per le malattie aumentarono. La piccola era glaciale è visibile nelle opere d'arte dell'epoca; la neve domina molti paesaggi del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, vissuto tra il 1525 e il 1569.

Insomma...anche in Nord America non si scherzava affatto.........