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Il re degli anticatastrofisti: «Il clima che cambia? È solo colpa della natura»
di Gaia Cesare
Nelle agende di tutti i governi occidentali è entrata ormai la questione ambientale. Il global warming è considerato la vera minaccia del futuro. L'uomo il principale responsabile. Eppure molti scienziati ritengono sia esagerato parlare di emergenza. Fred Singer, americano, fisico dell'atmosfera, scienziato dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), è uno di questi. Fondatore e presidente dello Science and Environmental Policy Project e professore emerito di Scienze ambientali alla University of Virginia, ha contestato i risultati dell'organismo dell'Onu. Lo abbiamo incontrato a Milano in un meeting organizzato dall'«Istituto Bruno Leoni» e dall'associazione «21mo Secolo».
È il bastian contrario dei climatologi. Professa che «la scienza non è politica, perché non può arrivare a conclusioni a colpi di maggioranza». E dall'alto dei suoi 84 anni resta il «grande vecchio degli scettici», il capofila di quella scuola di scienziati che non ci sta ad accettare le tesi prevalenti, quelle secondo cui lo spauracchio dell'umanità è il surriscaldamento globale e l'uomo il grande Satana artefice di tutti i mali.
Per questo l'americano Fred Singer, fisico dell'atmosfera, si è preso del «ciarlatano» da qualche collega e persino del «truffatore».
Al Gore e gli scienziati dell'Ipcc hanno vinto il Nobel per la Pace nel 2007. Dicono che il surriscaldamento globale è la minaccia del futuro e che si rischia la catastrofe. E lei?
«Io dico che sono tutte stupidaggini».
Tutte sciocchezze?
«Il cambiamento climatico è un fenomeno naturale. Il clima cambia di continuo, ma questa non è una minaccia di per sé».
L'uomo non c'entra?
«È questo il punto: l'uomo non c'entra. Basta guardare i dati: il clima si è surriscaldato tra il 1900 e il 1940, molto prima che l'umanità abusasse dell'energia. Poi si è raffreddato tra il 1940 e il 1975. Per i cinque anni successivi si è riscaldato di nuovo. Ma dal 1979 si è leggermente raffreddato».
Ma noi sentiamo spesso dati allarmanti...
«Molte misurazioni avvengono con i termometri piazzati nelle città, che si espandono a grande velocità e che falsano i rilievi».
Ma ci sono scienziati che mentono?
«Ci sono organismi che arrivano alle conclusioni sbagliate. Che ignorano per esempio i dati satellitari che dimostrano che non c'è stato alcun riscaldamento. Che votano a maggioranza, quando la scienza non si basa sulle opinioni dei più».
Ha vinto la maggioranza contro la scienza?
«La verità è che molti scienziati non hanno una diretta influenza sulle conclusioni espresse dal Comitato Onu. Quelle conclusioni sono espresse da un ristretto gruppo di scienziati e riviste e approvate, parola per parola, da rappresentanti dei governi membri».
Anche lei però fa parte però del Comitato Onu (Ipcc)...
«E infatti come vede ho anche la spilletta come vincitore del Nobel. Non tutti gli scienziati dell'Ipcc dicono sciocchezze. Io però combatto quelle conclusioni. E le assicuro che non sono da solo. Il fatto è che la questione ambientale è diventata remunerativa».
Corruzione?
«Attaccamento al denaro e alla carriera. L'amministrazione americana spende ogni anno due miliardi di dollari per le questioni climatiche».
Vuole dire che agli scienziati quei soldi fanno gola?
«Ci sono agenzie, associazioni che vivono di questa pseudo-emergenza. E molti giovani scienziati americani e stranieri hanno paura di esporsi perché finirebbero per perdere i fondi governativi».
Anche lei è stato accusato di interessi personali. È vero che ha ricevuto denaro dalle compagnie petrolifere?
«Su di me hanno detto qualsiasi cosa, pure che sono vicino alle lobby del tabacco. Farebbero di tutto per rovinarmi la reputazione. Ho preso diecimila dollari dalla Exxon per una consulenza. Nulla in confronto al business che ormai gira intorno agli ambientalisti».
Qualcuno dice che i suoi discorsi sono pericolosi. Con il fatalismo si rischia di intervenire troppo tardi.
«L'uomo deve solo adattarsi al clima. Non può pensare di modificarlo né di essere la causa dei suoi cambiamenti. È così dall'inizio dell'umanità».
Dobbiamo rassegnarci?
«Dobbiamo studiare i metodi per vivere meglio nonostante i cambiamenti climatici. È lo stesso principio che ha portato all'aria condizionata».
Ma esisteranno metodi certi di misurazione della temperatura...
«Sì, sono quelli satellitari. Io sono stato il primo a iniziare il programma di rilievi satellitari negli Stati Uniti. Cominciammo con le temperature ma il satellite è l'unico metodo certo che ti dà la misura del tasso medio dell'atmosfera».
È vero che spesso nelle misurazioni dei cambiamenti climatici non si prendono in considerazione gli oceani?
«Si prendono in considerazione solo le rotte delle navi, che sono una piccola parte. E si misurano con strumenti diversi, a volte in legno, altre in tela. I risultati così perdono certezza e uniformità».
Insomma, lei è l'unica persona al mondo che non si preoccupa di questi continui cambiamenti tra pioggia e sole?
«Certo che sì, ma solo perché temo per il mio week-end».
Da Il Giornale, 19 giugno 2008
Il clima non è un’opinione
di Maria Claudia Ferragni
Quarant’anni per dimezzare i gas serra. Per gli ecoallarmisti il G8 fa promesse da marinaio. Per Fred Singer meglio sarebbe stato occuparsi della vera catastrofe, il panico da global warming
Inutile piangere sul petrolio versato
«Il G8 ha generato un nothing-burger, una ciambella senza il buco». Commenta così Siegfried Frederick Singer, professore emerito di Fisica dell’atmosfera alla George Mason University della Virginia, la dichiarazione congiunta sul clima prodotta nel corso del recente vertice del G8 a Toyako. Una dichiarazione nella quale i paesi più industrializzati del mondo propongono di ridurre del 50 per cento le emissioni nocive entro il 2050. «Probabilmente la Casa Bianca, notoriamente avversa a ogni limitazione forzosa delle emissioni in stile Kyoto, ha acconsentito a che venisse fissato questo obiettivo perché, essendo così di lungo termine, si tratta sostanzialmente di un obiettivo insignificante, ancorché simbolico». Ciò che conta realmente, ricorda Singer, sono gli obiettivi di breve periodo: «Ad esempio, una ben più modesta riduzione del 20 per cento entro il 2020 (o del 10 per cento entro il 2015) produrrebbe, quella sì, conseguenze economiche significative. Leggi: catastrofiche». Parimenti Singer giudica “ridicola” la reazione dei Verdi, che hanno invocato indignati una riduzione dell’80 per cento delle emissioni. Mentre l’opposizione alla dichiarazione congiunta espressa da Brasile, India e Cina non stupisce lo scienziato poiché «questi paesi attualmente non riducono le emissioni, né bloccano la crescita economica. E i due fattori sono strettamente correlati».
Il professor S. Fred Singer è avvezzo alle dichiarazioni controcorrente, come ha avuto modo di dimostrare a Tempi a margine della presentazione del suo ultimo rapporto sul global warming, organizzata di recente a Milano dal Politecnico, dall’Istituto Bruno Leoni e da 21° Secolo. «La natura, non l’uomo, governa il clima», spiega il lucido ottantaquattrenne sudista. «Di tutte le teorie riguardanti il nostro clima – prosegue – quella che afferma l’origine naturale dei cambiamenti climatici è l’unica basata su evidenze empiriche, frutto di anni di ricerche e osservazioni da parte di migliaia di ricercatori qualificati: i cambiamenti climatici sono sempre esistiti. È altrettanto certo che l’anidride carbonica, il principale gas serra, non è un inquinante».
Singer sfida apertamente il consenso unanime creatosi intorno al recente rapporto (2007) dell’Ipcc, il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici “sponsorizzato” dalle Nazioni Unite e premiato con il Nobel insieme ad Al Gore, nel quale si sostiene con incontrovertibile prosopopea che l’attuale riscaldamento dell’atmosfera è causato dall’emissione di gas serra derivanti dall’attività umana. «È senz’altro vero – ribatte Singer – che l’anidride carbonica è un gas serra la cui presenza nell’atmosfera è in aumento per effetto dell’attività umana, ma dobbiamo aprire una discussione sul nesso causa-effetto che esisterebbe fra la quantità di CO2 nell’atmosfera e il surriscaldamento globale». Infatti, se si prendono in considerazione i dati più importanti del rapporto, vale a dire la distribuzione delle variazioni di temperatura in funzione della latitudine e dell’altitudine, si nota che nella zona intorno all’equatore e a circa 10 chilometri nella troposfera l’Ipcc prevede che l’aumento della temperatura sia circa triplo rispetto all’aumento osservato al suolo. Invece, analizzando le misure reali effettuate tramite i satelliti, strumenti altamente affidabili, non si osserva alcun accentuato aumento di temperatura ma se ne osserva, al contrario, la diminuzione. «Per questo gli oppositori dell’Ipcc concludono che l’intera teoria del surriscaldamento antropogenico è sbagliata», chiosa Franco Battaglia, docente di chimica dell’ambiente presso l’Università di Modena. «Mentre l’Ipcc sostiene che le due distribuzioni statistiche di temperatura sono compatibili se si confronta la loro ampiezza. Ma il range non è un indicatore statistico attendibile per fare un confronto. Il range è, cioè, un indicatore troppo sensibile ai valori estremi. Se invece si confrontano le distribuzioni statistiche, nel caso delle temperature sopra dette, esse risultano inconciliabili con le osservazioni».
Se ne deduce, quindi, che non è necessario fare alcunché per ridurre le emissioni di anidride carbonica. «Tanto più che la CO2 fa bene alle piante, agli animali e all’uomo», aggiunge Singer. «Se non ci fosse l’anidride carbonica, sulla Terra non ci sarebbe la vita». D’altro canto, Singer non si mostra sorpreso per le conclusioni radicalmente diverse cui è giunto insieme ad altri scienziati, preferendo sottolineare, con la pacatezza che lo contraddistingue, che solo questo è l’autentico metodo scientifico. «Sono le osservazioni che contano. Ad esempio: la teoria di Newton su tempo e spazio era molto importante (Newton sosteneva che erano assoluti, ndr), ma dopo di lui è venuto Einstein, che ha formulato la teoria della relatività e ci si è resi conto che il modello proposto da Newton non bastava più. In ogni caso, la scienza non funziona per consenso della maggioranza, quella è la politica».
Dalla Prestigiacomo a John McCain
La politica appunto. «È in atto una folle corsa all’allarmismo globale che il mondo politico avalla, forse nel timore di perdere consensi, con altisonanti quanto vacui proclami per “salvare il clima”».
Si riferisce a entrambi i candidati alla presidenza americana, Singer, e a tutti quei gruppi di interesse che hanno imparato a sfruttare abilmente l’imponente quanto errata allocazione di risorse da parte del governo federale: i produttori di combustibili alternativi, ad esempio, che sfruttano i sussidi pubblici per il finanziamento della produzione di etanolo dal grano (con i conseguenti gravi problemi alimentari che colpiscono diversi paesi del terzo mondo); o ancora gli scienziati che beneficiano di due miliardi di dollari all’anno per la ricerca sul clima. «In Italia c’è una vasta comunità accademica ansiosa di fare sentire la sua voce. Lo stesso sta accadendo nei paesi del Nord Europa». Anche sempre più politici si stanno rendendo conto delle possibili conseguenze dannose che l’accettazione a-critica delle teorie catastrofiste sul surriscaldamento globale potrebbe avere sull’economia e quindi sulla vita delle singole persone (in particolare per l’aumento del carico fiscale e la diminuzione della produzione industriale).
Non è un caso se anche il nuovo ministro dell’Ambiente italiano, Stefania Prestigiacomo, ha dichiarato di volere ridiscutere il Protocollo di Kyoto. «Probabilmente o si è resa conto che non funziona, o che costa troppo oppure entrambe le cose», commenta Singer. Analogamente, segnali incoraggianti arrivano dalla Germania, dove il partito liberale (Fdp) ha organizzato un “brainstorming” su clima ed energia, e dal Regno Unito, grazie all’aumento delle voci fuori dal coro all’interno del redivivo partito conservatore.
Qual è, allora, la soluzione? Senza allarmismo e con indomita fiducia nella capacità dell’uomo di rispondere ai bisogni che lo toccano da vicino, il professore americano non si sente di fare previsioni sul clima («troppo aleatorie»), ma crede che siano i mezzi tecnici a consentirci l’adattamento ai cambiamenti climatici: «Se avremo i mezzi e le risorse necessarie al progresso, ci sapremo adattare. Inoltre, i combustibili fossili sono tuttora i meno costosi, i più sicuri e a inquinamento zero, dato che le emissioni sono facilmente “ripulibili” grazie ai moderni mezzi di produzione». Infine, Singer chiude con una nota di speranza nei confronti del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali: «Se McCain verrà eletto, avremo una migliore opportunità di non dovere penalizzare la quantità di emissioni prodotte, dato che fra i suoi sostenitori sono molti quelli concordi con le nostre tesi».
Da Tempi.it, 20 luglio 2008
Questa è veramente una frase su cui riflettere
Ma esisteranno metodi certi di misurazione della temperatura...
«Sì, sono quelli satellitari. Io sono stato il primo a iniziare il programma di rilievi satellitari negli Stati Uniti. Cominciammo con le temperature ma il satellite è l'unico metodo certo che ti dà la misura del tasso medio dell'atmosfera».
Molti prendono per oro colato i dati provenienti dalle stazioni terrestri quando sappiamo tutti come sono mantenute e ne abbiamo vari esempi proprio qui in Italia. Il SAT è l'unico che può fare misurazioni corrette, ma sembra che sia snobbato dai più.
I soliti cavalli di battaglia del moderno negazionismo, il problema è che queste tesi errate piacciono molto perchè sono rassicuranti, ci tolgono ogni senso di colpa, la vita è più bella pensando che sono tutte sciocchezze....
A Singer non chiederei quanti $ prende dalla Exxon per divulgare certe ideologie, non mi direbbe la verità;
gli chiederei invece come mai i ghiacciai fondono se non è vero che l'atmosfera si riscalda; da dove viene l'aumento della co2 e come fa a non avere nessuna influenza sulla temperatura....;come fanno le isole di calore urbano a falsare i dati termometrici quando le stazioni urbane vengono allontanate dai centri verso nuovi campus universitari periferici e aeroporti (che una volta non esistevano nemmeno)
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Molti prendono per oro colato i dati provenienti dalle stazioni terrestri quando sappiamo tutti come sono mantenute e ne abbiamo vari esempi proprio qui in Italia. Il SAT è l'unico che può fare misurazioni corrette, ma sembra che sia snobbato dai più. __________________
certo perchè i dati satellitari smentiscono l' aumento di temperatura![]()
-16,1 il 6 e il 14/02/2012 +41,1 il 04/08/2017
www.meteosystem.com/stazioni/savignanosulpanaro/
I ghiacciai fondono sicuramente perchè l'atmosfera è più calda, questo è vero ma non ovunque, in alcuni luoghi i ghiacciai non fondono, si ritirano per mancanza di materia prima; se ci sono minori prp ovviamente mancherà l'alimentazione.
Come fa la CO2 a non avere nessuna influenza sulla temperatura? E come fai a dire che invece influisce?
Le stazioni urbane allontanate dai centri? Se una stazione che ha una serie storica di X anni viene spostata anche solo di 100m possiamo buttare via ogni qualsivoglia trend!
Comunque non è vero che c'è stato un raffreddamento dal 1979 ad oggi, i dati satellitari sono sotto gli occhi di tutti!
i punti salienti per me, e che ho già sottolineato in altri interventi:
«La verità è che molti scienziati non hanno una diretta influenza sulle conclusioni espresse dal Comitato Onu. Quelle conclusioni sono espresse da un ristretto gruppo di scienziati e riviste e approvate, parola per parola, da rappresentanti dei governi membri».
«Dobbiamo studiare i metodi per vivere meglio nonostante i cambiamenti climatici. È lo stesso principio che ha portato all'aria condizionata».
però io sono per la riduzione cmq delle emissioni e degli inquinanti ed evitare la deforestazione, per precauzione e per limitare l'impatto umano sull'ambiente, ma ho seri dubbi che i paesi emergenti lo facciano..
in pratica il rifiuto di Kioto et similari, lascia intendere che forse qualche pressione di tipo politico-economico ce l'ha anche Singer![]()
la verità in tasca non ce l'ha nè l'IPCC nè Singer, quindi la preauzione è d'obbligo
![]()
http://icecap.us/images/uploads/MM.JGRDec07.pdf
McKitrick, R.R. and P.J. Michaels, 2007, Quantifying the influence of anthropogenic surface processes and inhomogeneities on gridded global climate data, J. Geophys. Res. 112, D24S09, doi:10:1029/2007JD008465
cito:
“Concludiamo che i dati della probabile contaminazione porta ad una sopravvalutazione delle reali tendenze nel terreno. Utilizzando il modello di regressione per filtrare le contaminazioni estranee ai cambiamenti climatici la stima 1980-2002 dell’incremento della temperatura media globale sul terreno, si riduce di circa la metà.”
L'Antartide non si sicoglie, l'artico si perchè subisce le correnti calde, è indubbio che c'è stato il riscaldamento, come è indubbio che c'è stata la massima solare, ma è statp inferiore a uqello dichiarato finora dai dati terrestri, e anche marini (vedi quello che non leggerete mai su real climate)
la curva della CO2 non è correlata con il rialzo della temperatura nella storia della terra tranne che dal 1980 al 1998.
chiudo con questa chicca:
http://www.radicali.it/direzione/climatologia.doc
“Si va da Al Gore che paragona ai negazionisti dell'Olocausto gli scienziati che mettono in dubbio la teoria del 'riscaldamento globale', fino alla recente sortita di una climatologa americana, Heidi Cullen, che durante una trasmissione tv ha sostenuto che la Società americana di meteorologia dovrebbe impedire di intervenire pubblicamente a chi nega l'importanza dell'effetto umano sui cambiamenti climatici.”
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