
Originariamente Scritto da
snowaholic
Il concetto è rendere le attività umane neutrali rispetto al ciclo del carbonio, quindi gradualmente si tornerebbe ad un equilibri vicino a quello preindustriale (non so se sarebbe realmente quello in realtà, probabilmente sarebbe più alto). Non c'è la pretesa di far meglio della natura nel sequestrare la CO2 (per alcuni sì, ma non è una diretta conseguenza del concetto di emissioni zero), però alcune attività umane hanno il potenziale di conservare la CO2 come effetto secondario. Ad esempio sono state sviluppate tipologie di calcestruzzo che anziché utilizzare il cemento che per le sue caratteristiche chimiche libera CO2 utilizzano materiali che la assorbono, oppure si può conservare più materiale organico nei suoli cambiando le pratiche agricole. Anche una biblioteca per dire sequestra carbonio.
Oltre alla deforestazione alla COP26 c'è una iniziativa importante sugli oceani, la settimana prossima si capirà quanta strada avranno fatto anche su questo ambito.
A mio avviso si tende a sottostimare quanto sia cambiato il dibattito sui temi ambientali negli ambienti governativi e di business negli ultimi anni, si stanno imponendo come centrali molti temi che vanno anche oltre a quello del riscaldamento globale. Il Financial Times ad esempio ha una copertura sui temi ambientali molto accurata (non solo sulla COP) e anche molto attenta agli aspetti concreti della riduzione dell'impatto ambientale che riguardano direttamente le aziende. Anche al netto della tendenza al greenwashing il cambiamento culturale è imponente.
Qualche giorno fa hanno pubblicato anche una intervista all'economista indiano Dasgupta che credo ti piacerebbe su come integrare l'aspetto ambientale nell'analisi economica.
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Alla domanda se il PIL come obiettivo di policy debba essere rivisto risponde: It doesn’t need to be revisited. It should be junked.
È molto interessante l'idea di passare da una misurazione dell'attività economica che mette al centro i flussi ad una che si concentra sugli stock, mantenendo le variabili di flusso soprattutto per la gestione macroeconomica di breve termine (in cui il PIL ha una funzione essenziale). Ma non è facile trovare un consenso su come sviluppare un approccio di questo tipo.
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