Tu hai ragione in linea di principio ma secondo me come sempre ragioni in base alla tua ideologia liberista e contestualizzi poco(la prima ci sta,la seconda meno).
Secondo te,Draghi cosa dovrebbe fare di diverso?Cerca di tenere in piedi l'eurozona,con un occhio al risultato non nefasto ma oggettivamente preoccupante delle elezioni di maggio.
Fra l'applicazione ortodossa(alla Tagliavini,per intenderci) del credo liberista e la necessità di tenere su la baracca,lui sceglie la seconda.Gli si può far torto per questo?Secondo me,ASSOLUTAMENTE NO.
Se poi deve fare come Trichet,ossia sedersi ed aspettare che l'eurozona vada in pezzi o fare come suggerisci tu,con la concretezza di un teorico puro,che è pari allo 0,ovvero demolire tutto e poi ricostruirlo(come se davvero fosse possibile,oltre che sensato)agire così,dillo apertamente...
Per me,il buon senso dice di fare almeno la decima parte di quel che USA e Giappone,infischiandosene di scuole austriache e retaggi reaganiani(come se il mondo fosse ancora quello del 1980,poi),hanno fatto.La decima parte.Perchè sai benissimo,anche se fai di tutta l'erba un fascio,che DRAGHI NON E' ABE.Almeno questo.
Chi lo definisce cosa è strategico innanzitutto? La politica e i burocrati. Ossia una pletora di individui decide, in maniera del tutto arbitraria cosa è strategico e cosa no: come fanno questi individui ad avere le informazioni necessarie per compiere tali scelte? E cosa significa esattamente strategico? Come vedi sono tutte scelte ARBITRARIE della politica e dei burocrati. Che così facendo finiscono per giustificare i sussidi a determinate imprese, perchè di "interesse pubbbbblico" (ossia il LORO interesse, e non quello dei contribuenti che invece farebbero a meno ben volentieri di sovvenzionare imprese di qualunque tipoma tanto da noi il contribuente non se lo c**a nessuno, tutti pronti a difendere a spada tratta i dipendenti pubblici, invece i contribuenti possono anche schiattare di tasse che chissenefrega \as\\as\), redistribuendo soldi e risorse dai settori che producono ricchezza (imprese efficienti) a quelle che la sperperano (imprese inefficienti o comunque tenute in piedi dalla politica). Contenti voi.
Esattamente dove lo Stato italiano ha "fatto le riforme" in questi anni?Mi sono forse perso qualcosa? Abbiamo forse una giustizia che non ci mette il quadruplo del tempo degli Stati Uniti (es. a caso) per risolvere un'inadempienza contrattuale? Abbiamo forse eliminato enti totalmente inutili e parassitari come la Camera di Commercio, Equitalia, ecc.? Abbiamo improvvisamente ridotto il gran numero di leggi e procedimenti burocratici che servono per aprire un'impresa in Italia? Ero rimasto che eravamo all'87° posto come indice di libertà economica, ossia dietro addirittura al Burkina Faso, al Qatar e alle Fiji ; è improvvisamente arrivato a governarci il figlio di Von Hayek?
E soprattutto: dov'è che lo Stato è ai margini delle economia? Purtroppo in questo momento sono all'università ma a casa ho un grafico che dimostra chiaramente come la spesa e le tasse sono solamente aumentate dal 2006 a oggi. Altro che Stato ai margini dai. \fp\
Lo Stato italiano in questi ultimi 20 anni ha centrato, a livello complessivo, solo e soltanto un obiettivo in modo complessivamente soddisfacente: l'equilibrio dei conti pubblici. Al netto della spesa per interessi il ns. Paese ha sempre conseguito, dal 1992, un avanzo primario. Ma come lo ha conseguito? Tassando di più e spendendo di più. Mai il contrario (altrochè liberismo...sto gran paio di balle, il liberismo l'Italia non ha la più pallida idea di cosa sia). Prendi qualunque grafico che mostri spesa e tasse dal 1992 a oggi e ne avrai la chiara dimostrazione.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: è evidente che c'è troppo poco Stato nelle ns. vite, per questo siamo in crisi .![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Tu parti da presupposti che sono esattamente il contrario dei miei, è ovvio che non ci incrociamo...cioè tu credi che sia possibile salavare la baracca, io no ... tu credi che tramite lo stimolo monetario sia possibile, nell'area euro, trasmettere effetti positivi all'economia reale, io no
Detto questo, dal momento che anche Mr. Draghi ritiene sia possibile salvare la baracca allora dovrebbe osare di più, fare in concreto, non creare solo aspettative promettendo chissà cosa, che cali il poker d'assi che ha in mano ... O crediamo alla favola che prendere tempo sul lato finanziario-monetario consentirà ai governi nazionali di ripianare il debito pubblico? Tra l'altro anche qui credo siamo distanti io e te nel pensiero, io credo in modo convinto che politica monetaria e debito pubblico siano altamente correlati. Se i capitali privati vengono dirottati verso i titoli di debito dei piigs perchè tanto oramai c'e' la consapevolezza che Mr. Draghi si farà garante di tutto, se necessario, per quale motivo uno stato nazionale dovrebbe imporre misure draconiane per ripianare il debito che tanto lo garantirà la BCE?
Il problema è il solito, siamo oltre il punto del non ritorno di questo sistema moneta-debito pertanto Mr. Draghi non può che prendere tempo facendo parte del sistema.
Ora, la mia opinione non conta nulla, ma piuttosto che preoccuparsi di cosa dovrebbe fare Mr. Draghi, io mi porrei la questione di cosa può fare il singolo come me e te per evitare la tosatura finale dal lato tasse/reddito/risparmio. Io questa domanda me la sono posta già con lo scoppio della bolla tecnologica e spero di aver trovato e messo in campo in questi anni le soluzioni per far fronte allo scoppio della prossima bolla, la terza ed ultima ... ma si sa, io son catastrofista \as\
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
L'Italia è un Paese liberista.Ma non in economia:il nostro è un liberismo ETICO,basato non sulla libertà economica ma sull'individualismo(che scendendo di latitudine diventa gelosa difesa dell'anarchia),sul corporativismo economico e sul camarillismo,che è una degenerazione del comunitarismo,che non nasce a difesa di valori etici comuni ma di interessi da preservare verso l'esterno.
1) Mettila come vuoi, ma uno Stato in quanto tale esiste (anche) per questo: per indirizzare l'economia del proprio paese nella direzione che è ritenuta più giusta e più positiva per il paese stesso. Lo Stato non è solo un "suolo", una regione geografica, un'entità astratta che deve stare il più possibile lontano dall'economia reale; anzi, è necessario che agisca e che dia precisi indirizzi alla propria economia, cercando di giungere al "bene massimo" per la propria popolazione, non per il singolo, che sia egli imprenditore, palazzinaro o altri.
(questo a livello di "teoria"; poi purtroppo lo so anche io che nei gangli dello stato, in Italia ma non solo, si annidano corruzione ed altri fenomeni che distorcono tutto quanto...ma non è un motivo valido e sufficiente per inficiare tutta la teoria nel suo complesso)
2) L'Italia, ti dò ragione, non ha "fatto le riforme" che realmente servivano: giustizia e burocrazia, ad esempio. Quello che intendevo sottolineare io è come molte tra queste mitologiche "riforme", viste come la panacea di tutti i mali dai tecnocrati europei, non fanno altro che rafforzare chi già è in posizione dominante e penalizzare chi già soffre la crisi; perrchè è evidente che quando si invitano gli stati ad "abbassare il costo del lavoro" (intendendo sì la parte fiscale, ma pure quella effettiva di retribuzione) per rendere più competitive le imprese...o si chiede di "aumentare la flessibilità del mercato del lavoro" per permettere alle imprese di avere le mani più libere senza "legarsi" a contratti stabili e duraturi...beh, mi pare evidente che l'ottica di tutto ciò sia il bene di chi è ai vertici e di chi "conta" (Confindustria, gruppi di potere, grandi imprese, ecc) a danno, tanto per cambiare, del Fantozzi di turno.
E purtroppo il ns. governo (uuuh che stalinisti pericolosi...!) va esattamente in questa direzione, se è vero come è vero che il suo primo provvedimento è stato il DL "Lavoro", in cui il lavoro a termine è spinto ed incentivato come raramente lo è stato in passato.
E, concludo: riformare la "burocrazia", ad esempio decimando i vincoli ambientali e paesaggistici, cosa che va tanto di moda oggi e che il giovin signore vuole attuare, non deve tradursi (come invece succederà puntualmente) in un'ottima scusa per devastare quel poco di storia e paesaggio che ancora ci rimane, in nome della crescita economica e delle "magnifiche sorti e progressive". Lo stato deve promuovere e conservare ciò che è bene comune, impedendo che gli appetiti del singolo lo distruggano per sempre.
Ultima modifica di Matteo C.; 11/06/2014 alle 09:47
I "catastrofisti" consapevoli, a differenza dei catastrofisti integralisti che girano sul web, da anni propongono le solite soluzioni per un italiano:
- uscire da investimenti immobiliari in italia (oramai il timing è pessimo sul fronte prezzi, l'ideale era uscire entro il 2011-2012) dal momento che sugli immobili non prima casa si abbatterà una tosatura epocale per far cassa. Il tutto inizierà con la riforma del catasto che manderà in leva sia la TASI ma soprattutto l'IMU per le seconde, terze, ecc ... case. Eventualmente investire in immobili all'estero, area euro significa Germania
- evitare come la peste il risparmio gestito di diritto italiano. Anche qui si abbatterà la tosatura della tassazione
- chi è imprenditore valutare la possibilità di delocalizzare fuori dall'italia
- chi non è imprenditore e ha competenze professionali di rilevo, valutare la possibilità di prendere definitivamente la residenza all'estero
- chi non ha possibilità di delocalizzare la propria impresa o il proprio lavoro all'estero valutare la delocalizzazione (legale) dei risparmi diversificando le valute, non detenere 100% asset in Euro
- non metter liquidità in titoli di stato italiani, piuttosto bund se proprio si amano i tds
- non sottoscrivere obbligazioni di banche italiane
- non sottoscrivere quote di capitale di società italiane di ogni settore
- se disoccupati valutare seriamente di trovare un impiego all'estero, ad esempio germania, UK, qerchè qui l'occupazione nel settore privato non la creerà più nessuno a livelli pre-2008
- se dipendenti della pubblica amministrazione o impiegati nel settore bancario/finanziario, sperare che io abbia torto e tenere la propria posizione conservatrice
- ecc ...
Ora però, mi attendo le stesse risposte da parte tua .. cioè cosa dovrebbe fare:
- un disoccupato italiano under 35
- un occupato italiano 35-50 anni del settore privato con risparmi mobiliari ed immobiliari
- un occupato del settore pubblico e bancario
- un imprenditore privato
Ciao!
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
Ti ho già risposto prima...calare il poker d'assi che ha in mano. Invece che promettere misure sorprendenti, se necessario, adottarle subito quindi comprare direttamente titoli piigs sul mercato, ad esempio, tutti i tassi a zero subito e vendere euro contro dollari, riportare il cambio Eur/Usd a 1 ...questo data la sua posizione pro-euro/sistema.
Se poi vogliamo prendere ancora più tempo allora bisogna giocoforza, lato monetario/finanziario, passare ad un unica valuta mondiale con a capo una sola banca centrale che si fa garante dell'intero debito mondiale.
Capisci bene che l'alternativa al "salva tutto" (come se non avesse effetti collaterali) è lasciare prezzare al mercato in modo corretto tutti gli assets anche a costo che qualcuno ci lasci le penne. Ovvio che questa soluzione non è nemmeno immaginata da chi, come te, crede che sia possibile il "salva tutto".
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[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
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