Il calderone lo determini nel momento in cui tiri fuori la sacrosanta lotta all'evasione come argomento per far passare per affamapopolo la riforma Fornero,che è stata rovinata dalle clamorose sviste sugli esodati ma un impianto equo ed inevitabile,peraltro conforme a tutte le politiche attuate nel mondo occidentale dagli anni 90' in poi.Eire,Germania,persino la Francia,Spagna,Portogallo...
Io intendevo quelli che prendono poco. Certo, a quelli che prendono 6000 si potrebbe tranquillamente ridurre. Io però cambierei il sistema: toglierei ogni forma di contributi, e indirizzerei la gente ai fondi pensionistici privati. Però darei un reddito tipo di 750 euro a TUTTI quelli che hanno superato i 70 anni, o anche i 60 per quelli che hanno fatto lavori usuranti, e naturalmente anche agli invalidi. Insomma, a tutti quelli che NON POSSONO lavorare: sarebbe una pensione sociale estesa a tutti gli anziani e gli invalidi, anche a quelli ricchi. Però niente più pensioni comunemente intese.
Ma lo ammetto senza problemi, non sono così ottuso. solo che la stessa Fornero ha ammesso martedì da Floris che quando andò a bussare col ditino alzato (stile maestrina dalla penna rossa) da Gianfranco Fini, allora presidente della Camera, per ricevere un beau geste di magnanimità degli augusti ospiti dell' emiciclo( ovvero stornare qualcosa dei loro lauti emolumenti), la risposta fu, praticamente, una elegante pernacchia.
Che poi possa aver ragione il prof quando dice che sul piano pratico sarebbe comunque stato qualcosa di risibile, ma sai, il gesto conta, specie quando si è agli alti livelli. E pensando anche a tutto cio' che ne puo' conseguire sul piano pratico stesso (ad esempio, far pensare ai furbetti di non essere proprio nel giusto, ed agire di conseguenza).
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
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Fossi in voi darei un'occhiata a questo,comunque
Sistema previdenziale, Italia ultima per sostenibilitÃ*
A livello generale, su 25 Paesi presi in considerazione, il sistema pensionistico italiano è al 19esimo posto nella classifica generale, con un indice di 49,6. Ai vertici della classifica c’è la Danimarca, che vanta una buona copertura finanziaria, alti livello di attività e contributi, l’erogazione di prestazioni adeguate e un sistema pensionistico privato normativamente eccellente. Peggio di noi, solo Messico, Cina, Indonesia, Corea del Sud, Giappone, India (43,5 punti).
Secondo il rapporto, i sistemi pensionistici come quello italiano hanno “qualche caratteristica positiva, ma grandi debolezza od omissioni che andrebbero indirizzate, senza le quali efficacia e sostenibilità sono in dubbio”.
Entrando nello specifico dell’indice specifico della sostenibilità, l’Italia è ultima. Il nostro indice è 13,4, il peggiore. Tanto per farsi un’idea, la media è di 49,7. In cima, la Danimarca sembra irraggiungibile con il suo 86,5.
A non lasciarci sprofondare negli abissi della classifica generale sono gli altri due criteri: non eccelliamo per adeguatezza delle erogazioni nè per integrità della normativa, ma siamo comunque nella media. Ma è presto per cantar vittoria. Secondo quanto dichiarato in un’intervista a La Repubblica da Roberto Veronico, responsabile Divisione Retirement di Mercer Italia, «sebbene l’adeguatezza delle pensioni erogate oggi in Italia sia più che soddisfacente il valore della macro area sostenibilità ci dice che questo in futuro può non essere più vero».
Perché il sistema previdenziale italiano non è sostenibile
Questo lo stato dell’arte. Ma come mai siamo arrivati a questo punto? Emblematica la risposta data sempre da Veronico all’Espresso: in Italia, «una gamba si accorcia e l’altra non cresce».
Il riferimento è alle pensioni pubbliche, la gamba che si accorcia, e al sistema integrativo che ancora non cresce.
Quanto alle pensioni pubbliche, infatti, Veronico precisa che «proiezioni ci dicono che un dipendente con carriera media che sarebbe andato in pensione con il 65%-70% dell’ultima retribuzione, perderà il 15%».
Riguardo alla previdenza integrativa, 3 lavoratori su 4 sono scoperti. E qui Veronico mette il dito nella piaga: «I lavoratori correrebbero ai ripari se conoscessero con chiarezza l’ammontare della propria pensione». Fare cultura e informazione: quello che avrebbe dovuto fare la busta arancione.
Un sistema previdenziale non sostenibile è una questione che tocca direttamente gli interessi di tutti. Vuol dire, infatti, che gli enti di previdenza potrebbero non avere abbastanza soldi per pagare tutti i pensionati. E allora, di alternative non ce ne sono molte: o si tagliano le uscite, ovvero le pensioni, o si aumentano le entrate, ovvero i contributi di chi è ancora al lavoro. In ogni caso, ne va del tenore di vita di qualcuno.
Gli scenari che si aprono sul futuro non fanno ben sperare.
E’ questione di matematica. Il sistema previdenziale, infatti, si basa sull’equilibrio tra chi lavora e paga i contributi e chi percepisce le pensioni. Se i pensionati prendono più di quello che hanno versato e sono anche in numero maggiore rispetto a quanti sono gli occupati, è evidente che l’equilibrio si spezza. E con il livello di disoccupazione giovanile ai massimi storici e retribuzioni sempre più magre, difficile pensare che sarà possibile raggiungere a breve un riequilibrio.
Dopo questa lunga petizione di principio,non sarebbe peregrino approfondire il merito della questione,no?
Suggerisco quest'articolo:
Studio di Mercer: "Le pensioni italiane non reggono" - Repubblica.it
Le ricette suggerite non sono propriamente quelle gradite a voi,par di capire:
"Secondo la ricerca, possibili aree di intervento per i paesi più a rischio sono: aumentare la copertura pensionistica, ridurre l'accesso a benefit di tipo previdenziale prima del pensionamento, migliorare la governance dei piani pensionistici privati, far lavorare di più i lavoratori più attempati e vicini alla pensione".
Questa sarebbe una scelta suicidatra trent'anni ci troveremo un Paese pieno di barboni.
Noi siamo come dei bambini. Abbiamo bisogno di qualcuno con carota e bastone, che ci dica cosa fare e quanto e cosa pagare. Lasciare gli italiani a briglia sciolta ("mettetevi voi i soldi da parte e arrangiatevi") porterà problemi sociali pazzeschi.
Perfino gli Stati Uniti - che da sempre, e quindi come cultura, propendono per i sistemi pensionistici privati - hanno grossissimi problemi. Povertà, gente che ha perso tutto.
Ci sono sicuramente i singoli che si sanno gestire, ma l'80% delle persone non credo sia minimamente in grado.
Anzi, dopo una seria revisione delle pensioni e un taglio fiscale, io auspicherei un aumento dei contributi da versare..
Lou soulei nais per tuchi
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