Si parla puramente di numeri: stati separati con legislazioni disomogenee e spesso contrasti interni sono negativi per l'economia (oltre che per la stabilità) continentale. I confini sono entità artificiali e far sì che gli staterelli restino staterelli è questione politica, mica fisica. La Germania, l'Italia, la Francia e chiunque altro restando separati non solo sono staterelli del piffero, ma lo sono molto più oggi di ieri e lo saranno ancor di più domani. Altrimenti possiamo anche rassegnarci al declino ed accontentarci della patata di Monfalcone che magari è più buona di quella di Van; per carità, sono scelte legittime pure quelle.
Il problema è un Mondo che si evolve a velocità senza pari nella Storia. Si è iniziato con la tecnologia e la scienza, anzi, hanno iniziato loro anche senza di noi. Si è poi passati ai costumi, negli ultimi 2 decenni anche forzando un po' la mano. Non capisco quindi questa resistenza a ridiscutere anche le forme statuali, secondo modalità più consone ai tempi in essere e che saranno. Diamine, gli stati cambiavano quando il Mondo era quasi immutabile: perché ora che il Mondo corre, gli stati dovrebbero rimanere immutabili? Esistono legami inter-statuali ed inter-regionali da sempre, nel mercato globale (delle merci, delle persone, delle conoscenze) saranno sempre più questi a comandare, con buona pace del burocrate centrale che crede di comandare come fosse ancora il 1916.
Vero. L'industria non ha enormi spazi rimasti per l'efficientamento, mentre i servizi sì: basti pensare ad un mestiere come il tassista che nel giro di qualche anno/decade scomparirà grazie alle auto a guida autonoma, o ancor più semplicemente ai servizi comunali online che rendono (o meglio... sarebbe bello rendessero) superflui molti dipendenti pubblici.
Li ha, ma nel campo del managementSono argomenti che negli USA affrontano da decenni, ed infatti hanno recuperato molta produttività negli anni. In Europa siamo un po' in ritardo, ed in Italia ancora di più, anche se ad esempio nel Nord/Nord-Est si è abbastanza forti es. nel LEAN e nel JIT (ottime, ma non esaustive) nelle aziende meccaniche ed affini: ma come project management, ad esempio, in Italia c'è ancora tanta gente ancoratissima a vecchi standard ormai obsoleti ed inefficienti. Specie nelle aziende pubbliche e para-pubbliche che gestiscono grandi progetti, parlo per esperienza diretta, "organizzare" e "pianificare" sono verbi mal compresi, quando non sconosciuti (figuriamoci il rispetto delle procedure).
io non capisco l'ostinazione di estenderli a nord, l'Europa meridionale o se vogliamo i Paesi del Mediterraneo uniti tutti insieme non è uno statarello.
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Parliamo per numeri. Il Veneto fa il 35% del proprio PIL (in proiezione il 40%, nell'attuale trend) con l'estero, in massima parte UE+USA; il 10% scarso con il Centro ed il Sud Italia; il restante 55% con sé stesso ed il resto del Nord, specie nelle province delle regioni confinanti. Per noi sarebbe un danno incolmabile perdere l'accesso ai mercati tedesco o francese, o chiudere le frontiere del Friuli-Venezia Giulia, non certo perdere i rapporti con Napoli o la Sicilia... Nel Nord Italia in generale, tranne forse la Liguria, l'area mediterranea non è certo una priorità: ma questa non è nemmeno una novità, dato che era vero anche nel 1861 (era uno dei motivi di frizione tra Nord e Sud, se orientare la politica estera e commerciale all'Europa o al Mediterraneo). Senza offesa, ma della buonissima finocchiona DOP ce ne facciamo ben poco, se perdiamo un'azienda come la Fischer.
Ovvio che è sempre una questione di costi/benefici.
Ma magari 40 anni fa un robot costava 100 e ce lo avevano in 2. Oggi costa 50, fa più cose e ce lo hanno in 10. E così via. Ci sarà un punto di arrivo che non potrà essere 0% persone / 100% robot, ma di sicuro la tendenza non si invertirà.
Anche qui non vedo molte possibilità che ci si possa sottrarre all'inevitabile: le PMI finiranno per crescere così come i costi dell'automazione diminuire.
Ce la farà, ce la farà.![]()
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