Diamo un po' di numeri per smentire la storia del bistrattatissimo made in Italy (quantomeno all'estero, ripeto) va', altrimenti sembra che racconto balle:
La Stampa - Made in Italy, il 2013 parte col turbo
Cito solo questo passo: """L’associazione Coldiretti sottolinea invece il grande successo che continua ad avere all’estero la produzione agroalimentare italiana. Con un balzo record del 21% il Made in Italy enogastronomico segna a gennaio un tasso di crescita più che doppio rispetto alla media (+8,7%) e questo dopo un 2012 che già è stato da record, con un fatturato di settore pari a 31,8 miliardi di euro."""
Export agroalimentare da record, boom del made in Italy sulle tavole estere - Adnkronos Economia
"""Roma, 5 gen. (Adnkronos) - E' record storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che nel 2012 ha superato quota 31 miliardi di euro. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero. La maggior parte delle esportazioni - sottolinea la Coldiretti - interessa i paesi dell'Unione Europea per un valore stimato di 23,3 miliardi (+3 per cento) ma il Made in Italy cresce anche negli Stati Uniti con 2,6 miliardi (+10 per cento) e nei mercati asiatici dove si è avuto l'incremento maggiore con un +21 per cento (2,5 miliardi). A livello generale, l'aumento dell'export rispetto allo scorso anno è stato del 2 per cento.
Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto più esportato si conferma il vino, con 4,5 miliardi (+7 per cento) davanti all'ortofrutta fresca (3,9 miliardi di euro), che resta sostanzialmente stabile così come l'olio (1,2 miliardi). Aumenta, invece, la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,1 miliardi (+7 per cento). Analizzando le performance dei prodotti nei singoli stati si scoprono aspetti sorprendenti - evidenzia Coldiretti - soprattutto sul mercato cinese, dove si registra un vero e proprio boom dei prodotti della dieta mediterranea, con l'aumento del 28 per cento delle vendita di olio, addirittura dell'84 per cento di quelle della pasta e del 21 per cento del vino. Ma anche i formaggi si affermano tra i consumatori cinesi, con gli acquisti di Grana Padano e Parmigiano Reggiano che triplicano, mentre quelli di prosciutto sono addirittura quintuplicati. Sale addirittura a +64 per cento la crescita dello spumante tricolore - rileva la Coldiretti - in casa dello Champagne, la Francia. Ma i cugini transalpini sembrano sempre più propensi anche a ''tradire'' camembert e roquefort per i formaggi italiani, che aumentano del 4 per cento. Prosegue anche il buon momento della birra Made in Italy che avanza in Germania, patria dell'Oktoberfest, (+11 per cento) e tra i ''vichinghi'' dei paesi scandinavi, con una crescita del 19 per cento."""
Di fronte a questi numeri, io non vedo alcuna crisi del made in Italy onestamente. Di sicuro, è fondamentale che i nostri prodotti vengano tutelati da plagi e/o tentativi di imitazione che sono fuori legge, è fondamentale anche che vengano incrementati i controlli in merito, su questo non ci piove. Ma da qui a dire che il made in Italy è in crisi e dev'essere tutelato dalla legge del minor costo, dalle multinazionali e altre amenità del genere ce ne passa...![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
Ma che, li hai letti i dati?
Il made in Italy va protetto da contraffazioni e tentativi di imitazioni (come già detto li sono pienamente d'accordo), ma non si può impedire alle grandi imprese (che se sono grandi un motivo c'è) tipo Ikea di produrre dei mobili di minor qualità, ne tantomeno si può impedire ai consumatori di comprare quei mobili piuttosto che quelli made in Italy. Stesso discorso vale per la mozzarella Nestlè piuttosto che quella prodotta dal contadino di turno della campagna casertana: se 1000000 consumatori preferiscono, per motivi anche e soprattutto economici, un prodotto che costa meno e ha meno qualità non gli si può dire nulla (per lo stesso identico concetto secondo cui non si può dire nulla agli elettori dopo le elezioni del 25 febb. scorso). Al limite si può cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica, ma poi...basta, perchè la domanda è quella alla fine, non la puoi cambiare
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«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Per la mozzarella si potrebbe imporre per legge europea che debba essere prodotta solo in Italia (o che quella che non viene prodotta in Italia non possa essere chiamata mozzarella). Non so se cambierebbe molto, dato che la forma sarebbe sempre quella.
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
Allora non hai letto: nel campo agroalimentare direi che c'è scritto a chiare lettere che è tutto tranne che in crisi.
E come? Con dei bei dazi tanto per fare un salto indietro di 50 anni?
Considerato che siamo un grande esportatore sarebbe veramente una genialata...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
No.
Ma forse tu e qualcun altro non avete capito il senso di quello che ho scritto (e non sarebbe la prima volta..), ma va bene lo stesso.
mi sembrava chiaro che non volevo assolutamente mettere in dubbio i dati sul made in Italy, la mia era una riflessione tutto qui.
La prossima volta chiederò una deroga al regolamento e lo scriverò in maiuscolo.
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
beh se invece di avere una multinazionale avessimo ad es. un consorzio di piccoli o medi produttori di mozzarella(che se non sbaglio è un qualcosa che si fa già con il parmigiano reggiano), non conserviamo produzione artigianale ed in più facciamo anche massa critica? anzi e se poi riuscissimo a mettere insieme tutta la filiera: cioè dagli allevatori che producono il latte fino alla commercializzazione del prodotto? così si metterebbero portfolio clienti in comune, know how e si avrebbero sconti maggiori dai fornitori es. di luce elettrica...facendo mantenere però ad ogni allevatore e casaro il controllo della propria attività.
Insomma un qualcosa tipo la Racebo...ma in salsa agroalimentare.![]()
ho capito, ma non si fa manco quello. Magari stessimo ai livelli di cui parli....ma magari veramente...
che poi stanti le leggi attuali e i controlli molto ma molto sommari...alla fine va a finire che sulle tavole delle persone ti arrivano colombe con cacao del 1492(portato direttamente da Cristoforo Colombo dal continente americano)....oppure salsa di pomodoro in pieno stato di putrefazione, ma chimicamente resa "accettabile"...
bene detto ciò tra frodi alimentari, non pubblicizzazione adeguata dei prodotti in patria e all'estero, poca attenzione a mantenere il marchio di origine....ed inoltre poco o scarso impegno a far conoscere il SAPORE dei cibi italiani agli stranieri per dargli la pietra di paragone...le abbiamo dette tutte...\fp\
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