La cosa fondamentale è che i primi non azzerino i secondi. Cosa per me possibilissima invece, data la mancanza totale di gusto in campo alimentare dei nostri concittadini (che dopo aver "inventato" il tipo di cucina più apprezzato ed imitato al mondo, vanno a mangiare i panini degli americani).
E la cosa si può estendere a tutti i settori: ok ad esempio l'Ikea, ma la presenza dell'Ikea deve coesistere con quella dei mobili in stile, ad esempio. Spero capiate cosa intendo dire.
Ma dietro a quella mozzarella non cè un gusto personale...bensì una "storia" antica tanto quanto il nostro paese, probabilmente.
opinione personale e rispettabilissima.
Tra Kraft/Nestlè e i produttori artigianali di mozzarelle e altro, sto 1 miliardo di volte con i secondi.
E' una questione soprattutto culturale.
L'Italia sarà un grande Paese quando saprà valorizzare le sue grandissime "nicchie", non quando si appiattirà sui gusti veicolati dalle grandi multinazionali.
datemi dell'utopista e del visionario, ma io la penso così.
E mi fa piacere di essere in ottima compagnia.
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Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
Sì lo capisco, ma il consumatore ha sempre ragione, esattamente come il mercato. E se decide di comprare solo da Ikea spiacente, ma chi fa mobili in stile inizierà a lavorare per Ikea. E l'unica cosa che mi dispiacerebbe veramente è il fatto che Ikea è svedese (o donde venga...) e non italiana.
Non è che in nome di una presunta diversità o di un presunto "meglismo" dobbiam per forza tenere in vita robe superate dai tempi.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ma non è una questione di utopie. Perchè i produttori artigianali continuano a esistere? Perchè esistono nicchie che a loro si rivolgono. C'erano ieri, ci sono oggi e ci saranno domani (e se non ci saranno più è perchè la gente non compra più i loro prodotti, non perchè lo ha deciso Ikea o Nestlé).
Ma, ribadisco, un grande Paese non lo fai con le nicchie, lo fai con i grandi numeri.
E se rimani solo con le nicchie sparisci; e il nostro problema è che siamo molto più vicini a questa condizione che non a vedere tutte le nicchie fagocitate dai grandi.
Poi nessuno in effetti vieta di diventare piccoli. Ma se qualcuno riesce a convincere i 3/4 della popolazione italiana che è diventata superflua mi spieghi come fa...
A proposito: non è una questione culturale, ma economica; nel momento in cui il rapporto qualità/prezzo diventa insostenibile non c'è cultura che tenga: sei fuori mercato e ti rassegni, che sia una mozzarella, un mobile o un'auto.
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Permettimi di non essere assolutamnete d'accordo.
L'economia non può e non deve governare tutte le dinamiche del mondo.
Credo che il futuro sia proprio nelle mani della "diversità",. del "non allineato" del biologico, del naturale, del Km zero, ecc... ecc...
Solo questo ci può salvare dall'inevitabile stritolamento in nome del "minor costo".
E' come paragonare un mobile d'arte a un armadio Ikea
una mozzarella Nestlè/Kraft con una mozzarella di bufala dop del casertano/salernitano
un vino doc con un bottiglione al supermercato
il pesce dei nostri mari con il pangasio
il vero parmigiano reggiano con i tentativi di imitazione cinese
il made in Italy con tutte le cineserie
non scherziamo.
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Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
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il problema è che deve essere riconosciuto questo valore aggiunto in termini di qualità, e questo sarebbe compito di uno stato civile che valorizza i propri prodotti e che combatte aspramente contro ogni tipo di frode alimentare...ma che nel contempo attui un sistema di filiera corta, tale che il contadino venga remunerato il giusto.
Così poi, si innesca un circuito per cui la nicchia incomincia ad avere i grandi numeri e non è più nicchia e così siamo tutti contenti.
Cioè se uno straniero non sa com'è il sapore della mozzarella di bufala campana...magari se ne comprerà una qualsiasi...no? invece se riuscissimo a far apprezzare il gusto della mozzarella di bufala in tutte le parti del mondo, magari da nicchia fa i grandi numeri.
Idem il turismo. Non si possono leggere cose del tipo che il Louvre fa più ingressi di tutti i musei italiani messi insieme.
E anche lì è sempre il solito discorso: far apprezzare agli altri ciò che abbiamo. Quindi creare il mercato.
Rendiamo la questione piu´ lineare: se un produttore artigianale riesce a fare una mozzarella fantastica a prezzo leggermente superiore a quelle del discount, sono 100% sicuro che quasi tutti prenderanno la mozzarella fantastastica.
Cmq la produzione agroalimentare italiana di qualita´ non va mica male eh. Pensate boh al prosciutto di Parma o San Daniele ad esempio. Il valore aggiunto del prodotto e´ anche tipicamente alto, solo che c'e´ poca capacita di generare volumi. (esempio: se ho 20 fabbriche che fanno motori di alta qualita´, i motori serviranno sia per i carrelli che tiran su i prosciutti, sia per la fabbrica degli stampi delle etichette, che per caricare il camion che li trasporta etc etc. Se ho solo il prosciutto ci faccio gli antipasti, i crostini e i panini, ma purtroppo non tantissimo di piu)
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
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