"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
A me pare risorto qualcun altro![]()
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
Beh...privatizzare tutto è obiettivamente esagerato. Scuola,pensioni e sanità debbono restare pubbliche (anche se è necessario introdurre maggiore meritocrazia in tali settori, come ho già ribadito precedentemente).
Ma per il resto vi sono molte, molte aziende pubbliche la cui utilità effettiva per garantire pari opportunità ai cittadini onestamente mi sfugge...Tali aziende sarebbero ben più utili e forse anche molto meno corrotte
qualora fossero privatizzate (ma privatizzate per davvero, non date in mano a chi possiede comunque legami stretti con la politica).
Volete qualche esempio? FinMeccanica da qualche utilità ai cittadini, se non far loro scoprire quante tangenti vi girano attorno?
L'ENAV da utilità ai cittadini se non far scoprire loro che truccano i concorsi?
Trenitalia credo sia uno dei servizi più inefficienti che abbia mai visto: liberalizzare molto in tale settore non potrà che aumentare l'efficienza e l'utilità dei consumatori.
Le Poste sono un'altro esempio di servizio che può perfettamente essere privatizzato senza danno per alcunche.
La RAI è ancora necessario che sia pubblica con nomine decise dai partiti? Onestamente io ho notato che LA7 e Sky offrono un'informazione almeno 10 volte migliore di quella (spesso parziale) offerta dalla Rai. Non vedo pertanto perchè un cittadino dovrebbe pagare il canone di un servizio che non ha richiesto. Non ha semplicemente senso pertanto va privatizzata.
Insomma: all'interno di uno Stato per me esistono servizi essenziali che debbono essere necessariamente pubblici e coperti con le tasse, fra cui scuola,sanità e pensioni. Non si discute. Ma tutto il resto, o perlomeno grandissima parte del resto, va liberalizzato per me, in quanto solo aumentando al massimo la concorrenza si ottiene il massimo livello di benessere per i consumatori (come dimostrato dal Teorema di Pareto). Per cui non è assolutamente vero che uno Stato necessiti di molte tasse per far contenti i propri cittadini, tutt' altro anzi...Chiamatemi Liberista d'antan, Economista ultrà del mercato
ma io è esattamente così che la penso.
Penso che lo Stato ideale abbia una bassa pressione fiscale e una bassa spesa pubblica (ripartita in maniera efficiente e utile in grandissima parte a finanziare i pochi servizi davvero essenziali: scuola, difesa, giustizia, sanità, pensioni e protezione sociale).
Faccio notare che, è vero, negli anni '60 l'Italia non aveva servizi di sanità ad es. come quelli di oggi, ma per tutto il resto era un Paese perfetto dal lato economico. E c'erano i seguenti dati: Pressione Fiscale 20-25% ca. ; Spesa pubblica poco sopra il 25%; Debito Pubblico al 40% (minch...tra un po' di sto passo dobbiamo aggiungerci un uno davanti); Interessi/PIL pari a meno del 2%; Crescita PIL 5-6% annuo.
L'Italia non era un Paese iper-liberista ma non era di certo la macchina burocratica statalistissima e piena di inefficienze che è oggi. In tutta franchezza io farei carte false per avere dati (crescita del PIL a parte su cui siamo tutti d'accordo) del genere anche oggi.![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
certo che la democrazia è riuscita a realizzare quello che per millenni è stato il sogno proibito di tutti i sovrani, fare credere al popolo che le tasse servono al loro bene e che un inferno fiscale è preferibile al paridiso fiscale.
\fp\
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Aggiungiamo la difesa e le reti ed ecco che abbiamo finito i settori strategici.
Ah beh... Un requisito da nulla...
Ho fatto un megacuttone per lasciare solo questa: la chiave è questa, e viene ben prima della privatizzazione. Soprattutto in un mercato spesso finto mercato come il nostro.
Liberalizzazioni e privatizzazioni non sono sinonimi.
Privatizzare prima di aprire un mercato significa sostituire un monopolio (o quasi) pubblico con un privato; con una differenza fondamentale: mentre l'utile di esercizio non è (necessariamente) l'obiettivo del pubblico lo è del privato quindi la privatizzazione senza concorrenza significa passare immediatamente a servizi uguali a prezzo più alto, o servizi inferiori a parità di prezzo o magari la combinazione peggiore...
Ma si possono trovare anche esempi di informazione ben più parziale di quella RAI e che raggiunge una platea ben superiore a quella di LA7 e Sky.
Sarebbe sufficiente che la politica stessa fuori dall'informazione per risolvere il problema in effetti: ma non vale solo per le nomine RAI, ma anche per la proprietà di società che vivono di questo.
D'altra parte se nel mondo occidentale succede solo da noi un motivo ci sarà...
Questa è facile: perchè non è un canone, quindi tale tassa continuerai a pagare anche con la RAI privatizzata.
Ettecredo!Erano gli anni del boom economico da crescita a 2 cifre; in pratica quel che sta accadendo in Cina (che però ha qualche piccola "tara" nel sistema
).
Facile essere perfetti con tali condizioni al contorno.
Ma se qualcuno non inventa il moto perpetuo ce la possiamo scordare ora e sempre di ripetere quel periodo. A meno che prima una guerra non ci distrugga ovviamente... Chissà perchè non ci spero.
Sono in linea su alcune cose che dici insomma, ma su altre ho qualcosa da dire.![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Sbaglio o era proprio in quel periodo invece che - sotto sotto, ben coperto - si e' iniziato a formare il bucone gigantesco del bilancio che poi e' esploso in tutta la sua gloria alla fine degli anni 90?
Molti paesi hanno avuto lo stesso "problema" - mi viene in mente l'Irlanda, per dirne una.
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