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  1. #12851
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Maggiore equità sociale,un tema che a te interessa come a me il design,a quanto vedo.
    La GB cresceva anche con Blair,se è per questo ma dai un'occhiata all'andamento del suo indice di Gini dal 1980 ad oggi.
    Ma no. Il fatto è che bisogna pure contestualizzare le cose. Cameron ha preso una Gran Bretagna in piena crisi economica e con l'economia da rilanciare completamente. E' chiaro che dapprima si rilancia l'economia, e poi, una volta fatto ciò si può anche applicare politiche volte a ridurre le disuguaglianze laddove eccessive.
    Tony Blair è salito al comando della Gran Bretagna nel 1997, in una fase di crescita economica tra le più intense del Dopoguerra per tale Paese. Non sono due casi paragonabili.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  2. #12852
    Vento moderato L'avatar di Matteo C.
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Ma no. Il fatto è che bisogna pure contestualizzare le cose. Cameron ha preso una Gran Bretagna in piena crisi economica e con l'economia da rilanciare completamente. E' chiaro che dapprima si rilancia l'economia, e poi, una volta fatto ciò si può anche applicare politiche volte a ridurre le disuguaglianze laddove eccessive.
    Tony Blair è salito al comando della Gran Bretagna nel 1997, in una fase di crescita economica tra le più intense del Dopoguerra per tale Paese. Non sono due casi paragonabili.

    Pensa te che io farei l'esatto contrario. Prima di creare le condizioni affichè il più ricco possa arricchirsi ancora di più, penserei a cercare di rendere il povero un po' meno povero. O perlomeno di far andare di pari passo le due cose.

  3. #12853
    Burrasca L'avatar di Ciccio Scozzese
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Mi permetto una considerazione generale che deriva da infiniti discorsi fatti in questi anni. Quando le cose vanno male diventano tutti "comunisti". Quando vanno bene le cose chissene, quando vanno male invocano lo stato. Lo fanno le aziende, lo fanno i comuni cittadini...mah
    "Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"

    Ciao Tub.

  4. #12854
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Matteo C. Visualizza Messaggio
    Pensa te che io farei l'esatto contrario. Prima di creare le condizioni affichè il più ricco possa arricchirsi ancora di più, penserei a cercare di rendere il povero un po' meno povero. O perlomeno di far andare di pari passo le due cose.
    E chi ha mai affermato che "ri-attivare la crescita di un Paese" significhi rendere il ricco ancora più ricco?

    Mettiamola così: siamo in una situazione in cui c'è bassa produzione e diminuzione dei posti di lavoro. In un contesto del genere tu faresti politiche redistributive atte a ridurre le disuguaglianze sociali (in teoria) oppure ti porresti come priorità quella di creare nuovi posti di lavoro espandendo l'offerta e di conseguenza la domanda?

    Mi sembra evidente come il sole che agire sul primo finchè non hai risolto il secondo punto non serve a niente. Se non c'è una crescita stabile e una situazione occupazionale positiva (disocc. in calo), non potrai mai redistribuire la ricchezza. Perchè farlo significherà, come abbiamo già detto, provocare fughe di capitali e di investimenti e di conseguenza peggiorare la situazione occupazionale e tornare daccapo.

    E questo non significa rendere i ricchi più ricchi, ma a dire il vero significa creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità in molti settori. Non mi pare francamente sia una politica così pro-ricchi (ammesso e concesso che questi abbiano una colpa se sono ricchi).
    Dopodichè una volta che la crescita è ripartita si può ridurre le disuguaglianze. Ma è una cosa che metto dopo non per minore importanza, bensì perchè è propedeutica alla prima.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  5. #12855
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Non è un post politico assolutamente, ma se lo si ritiene tale potete cancellarlo.
    Vorrei sapere cosa ne pensate di questo manualetto, che dice un bel po' di fesserie
    http://bastaeuro.org/docs/BastaEuro_...redaincubo.pdf

  6. #12856
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio
    Ma no. Il fatto è che bisogna pure contestualizzare le cose. Cameron ha preso una Gran Bretagna in piena crisi economica e con l'economia da rilanciare completamente. E' chiaro che dapprima si rilancia l'economia, e poi, una volta fatto ciò si può anche applicare politiche volte a ridurre le disuguaglianze laddove eccessive.
    Tony Blair è salito al comando della Gran Bretagna nel 1997, in una fase di crescita economica tra le più intense del Dopoguerra per tale Paese. Non sono due casi paragonabili.
    Questa fase due Cameron la metterà in atto...quando...nel 2100?
    Per carità,l'avessimo noi un Cameron(al netto delle strizzatine d'occhio a Farrage che denotano anche una certa insicurezza).
    Ma avessimo avuto anche un Blair e avessimo ora un Milliband...

  7. #12857
    Josh
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Non è un post politico assolutamente, ma se lo si ritiene tale potete cancellarlo.
    Vorrei sapere cosa ne pensate di questo manualetto, che dice un bel po' di fesserie
    http://bastaeuro.org/docs/BastaEuro_...redaincubo.pdf
    Questo pezzo è bellissimo:
    "4
    3
    31 domande
    Se eliminiamo
    l’Euro usciamo
    anche
    dall’Europa?
    Posto che l’Italia sarà sempre
    in Europa con qualsiasi mo
    -
    neta, se si intende “Unione
    Europea” probabilmente
    no: un mercato di 60 mi
    -
    lioni di persone è troppo
    importante per tutti. Non
    dimentichiamo che sono
    tanti gli Stati che fanno par
    -
    te dell’Unione Europea pur non
    avendo l’Euro, dall’Inghilterra alla Svezia
    fino alla Danimarca. Le alleanze interna
    -
    zionali, come quelle che la Lega Nord ha
    stretto con i partiti che potrebbero risul
    -
    tare decisivi nel nuovo Parlamento Euro
    -
    peo, puntano proprio a “riscrivere le rego
    -
    le” dell’Unione in modo da realizzare una
    vera cooperazione su basi diverse dell’at
    -
    tuale “Europa dell’Euro”. Se invece, nono
    -
    stante tutto, non si riuscisse a cambiare
    l’UE e questa continuasse a danneggiare
    la nostra economia con regole assurde, al
    -
    lora si potrebbe considerare di uscire an
    -
    che dall’Unione, cosa che probabilmente
    non sarebbe una tragedia: la Gran Breta
    -
    gna sta seriamente considerando di uscire
    e Paesi come la Svizzera o la Norvegia, pur
    senza avere l’Euro e non facendo parte
    dell’Unione Europea, non sono certo iso
    -
    lati dal mondo. Anzi, uscire dall’Unione
    Europea ci ridarebbe finalmente le “mani
    libere” per poterci gestire in autonomia
    e libertà, sia, ad esempio, per le politi
    -
    che sull’immigrazione, sia con le regole
    per rendere più facile la vita alle piccole e
    medie imprese, penalizzate da vincoli eu
    -
    ropei gestibili solo dalla grande industria.
    Proprio la Svizzera è un esempio di che
    cosa vuol dire avere le mani libere e poter
    decidere in autonomia tasse, politiche sul
    lavoro e immigrazione. Chi abita vicino al
    confine Svizzero, poi, sa benissimo quale
    sia l’effetto della moneta: nei periodi in
    cui il Franco è debole tutti vanno a fare
    la spesa in Svizzera arricchendo il Canton
    Ticino e lasciando vuoti i negozi italiani; il
    contrario accade nei periodi in cui il Fran
    -
    co è forte".

    Allora...al netto di questo paragone Svizzera/Italia(Stati gemelli separati alla nascita...)...diciamo che per me il solo ipotizzare l'uscita non solo dall'euro ma anche dal mercato comune,verso cui dirigiamo la quasi totalità delle ns.esportazioni,è una cosa che rende l'idea della precarietà della connessione mentale alla realtà che ha questa gente.

  8. #12858
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Non è un post politico assolutamente, ma se lo si ritiene tale potete cancellarlo.
    Vorrei sapere cosa ne pensate di questo manualetto, che dice un bel po' di fesserie
    http://bastaeuro.org/docs/BastaEuro_...redaincubo.pdf
    Il sovranismo si basa su una versione rimarchiata del vecchio slogan"Padroni a casa nostra".Solo che ha la pretesa di trovare una copertura di teoria economica a questa lungimirante e moderna visione.Citano la sovranità degli USA.Grazie tante.Ma quel che possono fare gli USA(far accettare il dollaro al resto del mondo,sempre e cmq)non possono farlo potenze medie o piccole.
    "Un Paese a moneta sovrana non fallirà mai,perché potrà sempre stampare quanto serve per onorare il proprio debito sovrano".E se quello che stampa non lo vuole nessuno?Manda i caccia e le portaerei?Se si parla degli USA,sì.Ma se è l'Argentina o l'Ungheria...o l'Italia?
    Quando la sua moneta sovrana non è più accettata da nessuno a nessun prezzo e esaurisce le riserve in oro e valuta “forte” (cioè dollari… la valuta forte),il Paese in questione fallisce. E adesso osserviamo in tempo reale l’Argentina che sta fallendo nonostante sia libera di stampare tutta la valuta che vuole per finanziare tutti i deficit che vuole e teoricamente è in grado di pagare tutti gli stipendi che vuole per arrivare al paradiso della MMT ovvero la piena occupazione per tutti!
    E infatti il pesos Argentino (o il Bolivar Venezuelano) sul Forex non viene scambiato e se i due Stati ci Provassero otterrebbero quotazioni da rendere necessarie svalutazioni di 4-10 volte quelle attuali.
    E comunque nessuno nell’universo accetterebbe mai quella carta per vendere all’Argentina (e al Venezuela) qualsiasi bene o servizio.
    Ok?
    Ora l’Argentina sta esaurando molto velocemente le sue riserve in odiati dollari, e adesso siamo alla bancarotta…
    Oh certo i debiti interni in Pesos saranno ripagati almeno fino a quanto il valore facciale della valuta eccederà il costo della carta e delle monete (il che non è scontato per le monete), ma per tutto il resto l’Argentina è in Bancarotta nel senso che non può più comprare nulla che provenga da fuori.
    Sapete cosa può comprare? Niente, nada.

  9. #12859
    Vento moderato L'avatar di Matteo C.
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stau Visualizza Messaggio

    Mi sembra evidente come il sole che agire sul primo finchè non hai risolto il secondo punto non serve a niente. Se non c'è una crescita stabile e una situazione occupazionale positiva (disocc. in calo), non potrai mai redistribuire la ricchezza. Perchè farlo significherà, come abbiamo già detto, provocare fughe di capitali e di investimenti e di conseguenza peggiorare la situazione occupazionale e tornare daccapo.
    Scusa, ma perchè mai una politica redistributiva farebbe fuggire i ricche e/o gli investitori? Se si tassano rendite, immobili e investimenti bancari (=quello che intendo per "patrimoniale"), usando al contempo tale flusso di cassa per ridurre IRPEF ai redditi bassi ed IRAP, tanto meglio anche per gli investitori, no? Perchè dovrebbero fuggire?

  10. #12860
    Burrasca L'avatar di giorgio
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Leggo sempre con molto interesse.
    Ma è così difficile mettere al primo punto di qualsiasi programma un taglio della pressione fiscale che possa aiutare la crescita, anzichè invocare sempre una nuova tassa che vada a colpire le rendite finanziarie anzichè le proprietà immobiliari?
    Ciao Giorgio, Grande Astigiano.

    ...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)

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