Riassunto perfetto.
Chi vuole l'indipendenza del Veneto, o della Catalogna o di chi si vuole, vuole semplicemente togliersi dalle OO e giustamente anche, uno Stato centrale che gli prende molto di più di quello che gli da, che lo fa da 70 anni anche se da 70 anni la stessa politica redistributiva continua a essere un fallimento enorme (aspetto che ora arrivi qualcuno a negare l'evidenza...sono pronto).
E' ben diverso dal dire: vogliamo starcene per conto nostro.
In tutta franchezza non riuscirò mai a capire perchè per diverse persone, anche in questo forum, i confini attuali degli Stati nazione sono un dogma...da sempre i confini statali mutano nella storia, adesso improvvisamente sembra che l'Italia debba per forza mantenere intatti i suoi confini. Io dico che invece un'Europa che funzionasse come una confederazione e che avesse in comune poche cose (giustizia, difesa, politica estera) lasciando il resto a diversi stati regionali più piccoli di quelli odierni (es. il Veneto-FVG, il Nord-Ovest italiano ecc.) funzionerebbe assai efficacemente.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
questi regionalismi,che invocano la chiusura delle frontiere e dazi ottocenteschi,sono sono la risposta ad una domanda che che "l'utente" elettore cerca sul banco dell'offerta politica....chi fa politica ha bisogno di consenso e il consenso lo si ottiene rispondendo e facendo leva sulle paure della gente.....oggi la paura per il diverso,il senso di sradicamento delle proprie radici che porta l'immigrazione su scala di milioni in europa e' fisiologica,utopia e' pensare che questa "invasione" di poveri non porti a sentimenti di chiusura verso l'esterno ...la gente comune,quella dei quartieri operai,delle province distanti dalle metropoli (elettori) non possono permettersi ragionamenti filosofici ,non hanno la villa in collina ma sono in trincea quotidianamente nelle periferie,nelle fabbriche e se all'atavica lotta per la sopravvivenza fatta di stipendi magri e ingiustizia si aggiunge l'immigrazione che mette in concorrenza poveri con poveri,la richiesta di politiche di destra e' automatica....la politica fiuta l'affare e nascono ovunque gruppuscoli che promettono la chiusura delle frontiere.....ma e' solo un prodotto pubblicitario,chi il potere lo detiene davvero e' per la globalizzazione turbo......il capitale lo esige per una miriadi di motivi,primo fra tutti spezzare il fronte popolare innescando guerre fra poveri e abbattendo il costo del lavoro....il capitalismo ha bisogno di mercati non di steccati...oggi in politica scendono direttamente i magnati (berlusconi,tramp) mentre prima delegavano ai loro sottoposti....e questa gente abbatterebbe le frontiere ieri per far denaro,ma per ottenere consenso e potere urla al nazionalismo .....chiudo con uno spunto per chi volesse farci una riflessione: dietro la destra c'e sempre stato il capitale,inutile negarlo e' storia......................
Ultima modifica di original pio; 31/01/2017 alle 23:55
Considerando che sono anni che i poveri aumentano e che la distanza tra ricchi e poveri o tra ricchi e ceto medio aumenta io contesto il fatto che siamo in presenza di politica redistributiva.
Clientelare sì, ma redistributiva un paio di palle.
Quoto.
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