Ma dai!
E su questo sono già in grado di fare una previsione.............................
Beh... Se non si cambia quell'istituto obsoleto che è la CIG* allora campa cavallo a riformare...
Sul fronte del "riguarda un'infima maggioranza" è vero, numericamente parlando; ma è altrettanto vero che lo è per come è strutturato oggi.
Comunque... Io son talmente liberale che per me possono anche togliere la reintegra in caso di licenziamento discriminatorio: quando poi verrà stabilito che è tale allora l'azienda dovrà pagare 120 mensilità.![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Il fatto che vada a colpire la previdenza integrativa. Son anni che la menano (in alcuni casi imho a sproposito) sul basso tasso di sostituzione dei nuovi assegni pensionistici e vai a proporre una cosa che tale tasso inevitabilmente lo abbassa? A me par di sognare, ma tant'è... Può darsi che io sia strano.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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Per intenderci nuovamente. Sarà che sono io a essere tonto. Leggiamo: Lavoro e articolo 18: i 4 punti chiave del documento Pd - Repubblica.it
4) disciplinare i licenziamenti economici, sostituendo l'incertezza del procedimento giudiziario con l'indennizzo monetario, abolendo la possibilità di reintegro che rimarrà solo per i licenziamenti discriminatori e disciplinari.
Cioè esattamente come adesso
Ma insomma. Se faccio un licenziamento disciplinare (giustificato motivo soggettivo o giusta causa) allora utilizzo una forma specifica e do delle motivazioni specifiche, verificabili poi in qualche modo in sede giudiziaria, e fin qui è tutto ok.
Ma il licenziamento discriminatorio, sulla base di quale criterio lo distinguo? Diamine, ma ti pare che esistano tanti imprenditori (qualcuno sì, il mondo è bello perchè vario) che quando licenziano scrivono nella lettera "Lei è licenziato perchè non mi piace"? Il licenziamento discriminatorio è generalmente camuffato da licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Ed è questo il motivo per cui, dopo la riforma Fornero dell'art. 18 (fatta coi piedi, come quasi tutto ciò che ha fatto il pessimo ministro, con un enunciato farraginosissimo) i giudici continuano a reintegrare i lavoratori, dando così tanto fastidio ai lodevoli imprenditori italici. Peraltro i giudici, almeno questo capita di leggere nelle sentenze, estendono la tutela del licenziamento discriminatorio anche al cosiddetto licenziamento per ritorsione ricomprendendo quindi anche tutti i casi in cui ci sia alla base del licenziamento un comportamento sgradito al datore (sentenza recente abbastanza nota: lavoratrice reintegrata poiché riesce a dimostrare che il datore ce l'aveva con lei dopo averle legittimamente proposto la riduzione dell'orario di lavoro, da lei, altrettanto legittimamente, non accettata).
Ora, può piacere o meno, possiamo accusare o meno la magistratura di essere troppo benevola con i dipendenti, ma una volta che io continui a dire che il licenziamento economico prevede solo un indennizzo mentre quello discriminatorio anche la reintegrazione, cosa cambia, posto che oggi e sempre, se un'unità produttiva scompare o si ridimensiona ad esempio, è ed è stato possibile licenziare?
Ciò che non è stato ed è possibile è però licenziare una persona per discriminazione o ripicca, camuffando il licenziamento personale in licenziamento economico. Ma allora bisogna cambiare i termini della questione: l'unico modo che hai di sovvertire gli esiti giudiziari senza sconvolgere l'intero ordinamento giuridico e i principi stabiliti in costituzione e stratificatisi in decenni e decenni di giurisprudenza, è di abolire tout court il reintegro, non prendiamoci in giro, senza lasciarlo, vivaddio, neanche per i licenziamenti discriminatori più beceri.
A parte i furbetti e quelli che ci marciano, mi pare che un sacco di persone che dovrebbero decidere per noi non abbiano ben presente la questione (il "mi pare" è ironico).
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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Always looking at the sky
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Sì, in effetti il reintegro sarebbe da eliminare e basta. Così stando le cose la legislazione si presta a troppe interpretazioni e ad abusi.
Ma, inoltre, il TFR in busta paga deve essere esclusivamente su base volontaria, non una costrizione di legge! Se io ho bisogno di spendere soldi miei adesso, che mi farebbero comodo per tirare avanti, è forse giusto che io possa decidere di farlo. Ma se viceversa sono una persona che pensa al futuro e vuole che si continui a metterli da parte per la vecchiaia, come è sempre stato e come sarà sempre più necessario viste le magre pensioni future, non esiste che quello lì adesso mi imponga di "spenderli" adesso.
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