In verità dopo il percorso di cassa integrazione c'è la mobilità che in effetti è la disoccupazione anche se come ha detto Jacksinclaire ha durata diversa dalla disoccupazione classica(8 mesi) io ti posso dire che prendo il 60% circa del mio stipendio medio dell'ultimo anno lavorativo con la mobilità![]()
Sestriere 8/12/14
Fede http://webgis.arpa.piemonte.it/webme...DTOT=001191902
Non basta ne' tantomeno avanza. Se vuoi un lavoro serio e vuoi seriamente intraprendere una vita/carriera in norvegia, il norvegese (ottimo) e' indispensabile.
Con l'inglese vai avanti nell'universita', se per esempio fai dottorati di ricerca... ma quelli sono ambienti internazionali che poco hanno di norvegese. Nel mercato del lavoro comune... a meno che tu non sia un fantagenio di qualche settore avanguardistico (telemedicina, IT).. senza norvegese non vai praticamente da nessuna parte.
Ultima modifica di Fenrir; 04/06/2013 alle 12:48
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
ahhhhhh okhai fatto benone Daniele ad andare, non c'è che dire.
Si vis pacem, para bellum.
C'è anche gente che pensa di avere una competenza delle lingue straniere (in particolare dell'inglese) molto superiore a quella che ha effettivamente...
La maggior parte degli italiani (dalla mia generazione in su almeno) l'inglese lo sa solo a livello scolastico (chi più chi meno).
Poi comunque praticandolo poco (nella maggior parte dei lavori qua in Italia non lo si pratica proprio e ci si limita a "rispolverarlo" un po' solo quando si fa qualche viaggio all'estero) lo si "perde per strada" nel corso degli anni...
E' ovvio che se vai in un paese anglofono l'inglese devi saperlo bene (e non solo a livello scolastico), com'è anche ovvio che se vai in Svezia o Norvegia devi conoscere bene anche la lingua locale...
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
Per fortuna qui nonostante la crisi, che ha colpito anche il settore, si continuano a macinare utili.
E l'aver avuto l'occhio lungo di perseguire l'internazionalizzazione e divenire, di fatto, una multinazionale già anni fa ha aiutato ad assorbire la botta (dati recenti dicono che il 30% del fattura del gruppo viene da fuori dall'Italia; fino a 5-6 anni fa era più vicino al 100% che al 70%...).
Ovviamente non si parla di assunzioni (salvo casi particolari e super-spot), il controllo dei costi è diventato maniacale, il budget per le consulenze e le collaborazioni è decimato e non si sciala sulla formazione.
Ma intanto si fanno utili e ci si allarga: ultimo "acquisto" la Turchia; viste le news di questi giorni forse non è stato troppo lungimirante.Ma il mercato è di quelli in crescita.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Come in tutte le cose, esiste il patriottismo sano e quello deviato.
All'epoca dei Comuni, ci si scannava con le armi per mantenere il proprio primato economico e non cadere sotto la "protezione" di altre città, oppure per assorbire altre aree produttive o altri mercati. Chiaramente, quelli che per l'epoca erano mezzi ordinari per dirimere le questioni, oggi appaiono "superati" e discutibili. Però a monte resta l'intenzione di garantire alla comunità lavoro e cibo per tutti. Cosa questa necessaria e poco discutibile...
Oggi, anche se siamo ormai cittadini del mondo, resta il fatto che ognuno fa riferimento al corpus di leggi della sua comunità di appartenenza (comunità multietnica e multiculturale, ma comunque sempre entità unitaria sotto molti aspetti) e ricade sotto l'ala delle condizioni economiche, sociali e politiche dello Stato di cui mantiene o richiede la cittadinanza.
Ergo, se la nazione va bene, se esporta, ha un buon bilancio, ha un buon controllo della sicurezza interna, etc. etc., la ricaduta interessa tutti. Ad esempio, se non fossimo nelle condizioni in cui siamo, non avremmo nemmeno le difficoltà individuali di lavoro sopra evidenziate.
Quindi, in definitiva, conviene tifare per il proprio Stato, sentirsene parte (volenti o nolenti, ci tocca) e fare il possibile per migliorarlo. In questo senso, il patriottismo secondo me è sano, perché dovrebbe portare a comportamenti - da parte di tutti... il problema è che molti che avevano possibilità e responsabilità maggiori delle nostre, non hanno avuto "senso di patria" ma si sono solo sentiti "individui autonomi" autorizzati a pensare in primis a sé stessi - che migliorano le nostre condizioni di vita.
Il "mondo" di cui ci sentiamo cittadini non ci darà mai da mangiare, saranno sempre le condizioni stabilitesi nel luogo in cui viviamo a decidere se mangiamo o no...
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