Intanto le novità degli ultimi giorni dagli USA sono l'invio di HIMARS (con munizioni di precisione guidate da GPS con gittata fino a 70 Km) e droni avanzati Grey Eagle (molto più potenti dei Bayraktar utilizzati con grande successo dagli ucraini), oltre che elicotteri, munizioni e altre armi analoghe a quelle inviate negli scorsi mesi. I sistemi HIMARS erano già stati spostati in Europa, quindi l'addestramento dei militari ucraini su questi sistemi è iniziato subito, tra 2-3 settimane potrebbero essere già impiegate in battaglia. Il Regno Unito potrebbe contribuire con dei MRLS M270, meno avanzati degli HIMARS ma sempre molto efficaci.
Biden ha pubblicato un articolo sul NYT per chiarire la posizione degli USA, in cui ha ribadito il pieno supporto militare e finanziario all'Ucraina e il fatto che dovranno essere gli ucraini stessi a decidere che tipo di accordi stringere con la Russia.
Opinion | President Biden: What America Will and Will Not Do in Ukraine - The New York Times
Zelensky invece ha detto che non intendono lanciare controffensive su larga scala finché non saranno pienamente dispiegate le nuove forniture di armi.
No, non è cinismo, semplicemente io ho un'idea strettamente "kantiana" riguardo il mantenimento di una pace internazionale permanente e per me nessuno Stato è legittimato a intervenire con la forza in questioni che riguardino esclusivamente la costituzione e il governo di un altro Stato. Tanto mi basta per condannare la condotta della Russia e per ritenere doverosa la difesa dello Stato ucraino e il pieno sostegno alla resistenza armata degli ucraini nei confronti dell'invasore russo. Non ho bisogno di sapere le ragioni per cui la Russia ha invaso l'Ucraina, mi basta che l'abbia fatto. Resta pacifico che la modalità in cui si può sostenere la difesa di un paese invaso passi da considerazioni di natura pragmatica e vada perseguita in modo sensato e coerente rispetto agli obiettivi, che sono comunque quelli di conservare l'integrità territoriale e istituzionale dello stato aggredito, nella misura che quello stesso stato ritiene sia giusta (per cui per me l'obiettivo ideale è il mantenimento dell'integrità territoriale ucraina, Crimea compresa, come attualmente richiesto dal governo ucraino).
Sul fatto che una democrazia possa legittimamente (e conformemente ai suoi valori) non collaborare o anche ostacolare un governo autoritario, che conculca le libertà e i diritti e perseguita i suoi cittadini, sono idealmente d'accordo, purché non agisca contro lo stato autoritario ricorrendo alla forza militare. Le rivolte contro i dittatori sono assolutamente legittime ma non ritengo legittimo aggredire militarmente un paese per sostenere una rivolta.
Si possono e si debbono sostenere i movimenti democratici, non si può intervenire in loro favore inviando il proprio esercito sul territorio di un altro paese. Sul fatto che in caso di eventuale aggressione esterna venga meno il dovere di difendere e sostenere anche un'eventuale "stato canaglia" sono invece in disaccordo, nel senso che va fatto nei limiti (larghi o stretti) in cui questo sia possibile. Ad esempio non lo si può fare se gli esponenti di quel regime pretendono di essere assistiti in azioni dirette contro la loro stessa popolazione e non solo contro le truppe dello stato invasore, oppure se pretendessero tolleranza nei confronti di condotte criminali delle loro forze armate, anche se rivolte contro i militari invasori (es. esecuzioni sommarie di militari nemici prigionieri). Non lo si può naturalmente fare nemmeno se dallo stato invaso non giungesse alcuna richiesta, anche perché per assurdo sarebbe una seconda invasione.
Aggiungo che l'esistenza di dittature, autocrazie, democrature e stati "imperfettamente" democratici è una realtà e che purtroppo con questi "brutti soggetti" non si possono sollevare ponti levatoi, c'è tutta una serie di questioni urgenti, come la crisi ambientale e climatica che ci impongono di parlare anche con Russia, Cina e relativi accoliti e non possiamo prenderci il lusso di aspettare che si convertano alla democrazia o che diventino interlocutori presentabili...
P.S. per quanto riguarda poi la coerenza rispetto ai miei valori ti dico solo che per me le relazioni con la Russia andavano riviste (in senso di minor collaborazione e maggior pressione politico-economica su Putin e la sua cricca) già nel 2004 e forse già addirittura ai tempi della seconda campagna russa in Cecenia (2001). Siccome ho una vecchia e pavida militanza radical-socialista ho anche un'avversione di vecchissima data nei confronti di Putin, risalente ai tempi dell'assassinio di Antonio Russo. Negli ultimi 20 anni ho preso abbastanza le distanze rispetto ad alcuni aspetti ideal-ideologici e sono diventato molto più conservatore, molto più pragmatico e molto più "agnostico" anche verso certe forme di "integr(al)ismo liberal-democratico, però l'avversione per Putin e per ciò che rappresenta non è mai venuta meno...
Ultima modifica di galinsog@@; 03/06/2022 alle 21:35
Missione russa in Italia, crescono i timori dopo l’attacco di Mosca: «Autorità pubbliche potrebbero finire sotto ricatto»
4 GIUGNO 2022 - 09:11di Redazione
Ieri l’affondo sulla «moralità di alcuni rappresentanti» italiani. Il rischio è che Mosca sia in possesso di notizie riservate sulla loro sfera privata
Il timore è quello di un ricatto. Nella delicata questione della missione anti Covid che nel 2020 motivò l’arrivo di una delegazione russa in Italia molte cose continuano a non tornare. Il Copasir ha avviato un’indagine ascoltando, tra gli altri, il sottosegretario Franco Gabrielli e i vertici dei servizi segreti. Le minacce e gli avvertimenti che le autorità russe continuano a rivolgere all’Italia Paese vengono ritenute la conferma che in realtà quella missione servisse a captare informazioni riservate. Troppo esiguo l’aiuto arrivato da Mosca: le mail trasmesse in quei giorni rivelano che i russi consegnarono «521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1.000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10.000 tamponi veloci e 100.000 tamponi normali». La missione concordata da Vladimir Putin e dall’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte prevedeva materiale utile a fronteggiare neanche le esigenze di una giornata di lotta al virus. Con un costo per l’Italia di oltre 3 milioni di euro per garantire vitto, alloggio, rimborso carburante e altre voci. L’ipotesi più temuta emersa dalle indagini è che la spedizione russa a Roma sia servita per raccogliere informazioni. Dati sensibili e altre notizie che ora, con l’Italia schierata al fianco dell’Ucraina, si teme possano essere utilizzate per ritorsione. In maniera particolare preoccupa il riferimento dell’ultima minaccia russa alla «moralità di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche» come a far capire che le notizie riservate possano riguardare anche la sfera privata.
La nuova minaccia di Mosca
Negli ultimi due mesi le minacce di ritorsioni da parte della Russia sono arrivate per ben due volte. Lo scorso 21 marzo, Alexei Vladimorovic Paramonov, ex console russo a Milano, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri, aveva parlato di «conseguenze irreversibili» se il nostro Paese avesse aderito al nuovo piano di sanzioni contro Mosca, accusando l’Italia di «ingratitudine» dopo gli aiuti per il Covid. Poche ora fa a ritornare sulla questione è stato lo stesso ministero degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov. La nota diffusa spiega che «il tentativo dei media italiani di dipingere la missione russa anti-Covid in Italia nel 2020 come un’operazione di spionaggio danneggia le relazioni tra Mosca e Roma». E continua: «Le nostre controparti italiane hanno la memoria corta. Una linea di comportamento così servile e miope non solo danneggia le nostre relazioni bilaterali, ma dimostra anche la moralità di alcuni rappresentanti delle autorità pubbliche e dei media italiani». Il documento non è firmato dal ministro. Un particolare che secondo gli analisti attribuirebbe la nota direttamente al presidente Putin.
«Volevano entrare negli uffici pubblici italiani»
Le carte riguardanti la missione di Mosca in Italia dimostrano che l’intenzione dei russi fosse quella di «sanificare l’intero territorio italiano entrando anche negli uffici pubblici e in tutte le sedi a rischio». Un intento dichiarato dal generale Sergey Kikot, il vice comandante del reparto di difesa chimica, radiologica, biologica dell’esercito russo, in un colloquio avvenuto subito dopo l’arrivo in Italia con il generale Luciano Portolano, all’epoca comandante del Coi, il Comando operativo interforze, e i vertici del Comitato tecnico Scientifico, Agostino Miozzo e Fabio Ciciliano. I militari e i medici russi arrivati in Italia per aiutare durante l’emergenza Coronavirus «sostenevano di avere un mandato preciso, ovvero di bonificare le strutture pubbliche», ha confermato lo stesso Miozzo lo scorso 23 marzo. «Questo è quello che disse Kikot e posso immaginare a che cosa si riferisse, ma noi abbiamo tenuto il punto». E ancora: «Ci avevano offerto collaborazione per la sanificazione degli ambienti ma noi del Cts non abbiamo mai avuto alcuna lista con i nominativi dei medici e infermieri partecipanti alla missione russa né abbiamo potuto conoscere o valutare i profili professionali e scientifici di questi esperti».
Il rimborso spese per l'aiuto () dato dai russi a marzo 2020 è stato di 3 milioni di euro
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economia, modelli, mercato, finanza
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Severodonetsk ancora resiste e gli ucraini sostengono di aver ripreso il controllo di una parte della città.
The Kyiv Independent
Official: Ukrainian troops aim to regain full control of Sievierodonetsk. Oleksandr Stryuk, the head of the city’s military administration, said that Ukrainian troops had regrouped and managed to build a line of defense in Sievierodonetsk, Luhansk Oblast.
Serhiy Gaidai, governor of the region, said on June 3 that previously Russian troops had controlled 70% of the city. Gaidai added that the Ukrainian army had counterattacked, and the Russian-controlled area had shrunk to about 50%.
Dalle informazioni che ho guardato un pò in giro in rete concordo con la tua analisi... Anche se gli ucraini hanno subito perdite consistenti (lo stesso Zelensky dice che le perdite ucraine ammontano a circa 50-100 unità al giorno) sono riusciti a distruggere una unità russa a Izium e a resistere a SeveroDonesk.
https://twitter.com/i/status/1533384328008302592
Probabilmente i russi non riescono ancora ad avere quella superiorità aerea che invece dicono di avere, anche perchè continuano a usare missili a lungo raggio lanciati prevalentemente dai loro bombardieri Tupulev TU-95 (che dovrebbero essere quelli che hanno colpito Kiev stamattina e Kharkiv nei giorni scorsi) invece dei caccia Sukhoi.
I droni ucraini o occidentali gli stanno creando ancora molti problemi, i russi negli ultimi giorni stanno incrementando le contromisure che però non sono ancora sufficienti a fermare il disastro.
Questo qua è un video ripreso da un drone ucraino che, prima di essere abbattuto da un missile russo, permette all'artiglieria ucraina di distruggere diverse postazioni russe:
https://twitter.com/i/status/1533287844860633088
Davvero, notoriamente gli americani non hanno una politica estera di questo tipo
Ingerenze degli Stati Uniti in politica estera - Wikipedia
C'e stato un nuovo bombardamento a Kiev - Il Post
Si fermeranno al Donbass, come no
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