Citazione Originariamente Scritto da EnnioDiPrinzio Visualizza Messaggio
Dunque la sfida è parlare di temi politici e religiosi senza parlare di politica e di religione,visto che il regolamento lo vieta.Allora cercherò di esprimere il mio punto di vista,in modo quanto più asettico possibile,e credo che la moderazione ne terrà conto,oppure mi solleverà qualche riserva se lo riterrà opportuno.
Per me i punti fondamentali sono questi:
1)dicono,(non io,visto che non conosco la materia)che la religione islamica,contenga nelle sue scritture sacre,un chiaro invito alla soppressione degli infedeli.Dicono(non io perchè non ho mai letto la Bibbia)che qualcosa di simile ci sia scritto anche nelle nostre sacre scritture (di noi cristiani).Diciamo che quelle scritture sono figlie dei loro tempi,in cui quella era la mentalità corrente.
L'unica differenza è che da noi la religione è mediata dalla gerarchia ecclesiastica di tipo piramidale ,che ai vari livelli la interpreta e la media,attualizzandola ai tempi di oggi,ove per la nostra mentalità attuale,nessuno si sogna di uccidere qualcun'altro,perchè di differente credo religioso.Non così nel mondo islamico dove ognuno può leggere ed interpretare liberamente quanto scritto,e la sua interpretazione,nel caso provenga da contesti sociali culturalmente intolleranti,sarà connotata da un approccio fondamentalista.

2)Noi occidentali abbiamo avuto l'illuminismo,che ha determinato una visone più laica e distaccata dalla visione teocratica (prima si bruciavano le streghe e gli eretici,nè più nè meno di come oggi in alcuni paesi si lapidano le adultere e si decapitano gli infedeli).

3)Noi occidentali abbiamo commesso molti errori nello scacchiere medio orientale,lasciando incancrenire la disputa israelo-palestinese da più di 50 anni (esacerbando gli animi di chi si sente oppresso e finisce per covare risentimento e vendetta anche verso chi viene visto come amico del suo oppressore).In quella disputa,io credo che si sarebbe dovuti arrivare a due Stati indipendenti già da molti anni.

4)certe volte noi pecchiamo di presunzione,pensando che il nostro modello democratico occidentale,sia la massima aspirazione,vista come naturale traguardo del processo di civilizzazione,che debba valere per tutti i popoli del mondo.Non è così,la democrazia è nata da noi,dopo un lunghissimo processo,che risale all'antica Grecia e che più volte si è inabissato e riemerso come un fiume carsico.Il prodotto di oggi,inteso come stile di vita democratico è nostro e non è esportabile,a meno che non sia spontaneamente accettato dagli altri popoli che volessero adottarlo.

5)la globalizzazione mette a stretto contatto,tramite migrazioni o facilità di viaggiare per altri motivi,popoli e culture molto diversi tra loro,e sorgono problemi di coesistenza,gomito a gomito,di stili di vita diametralmente opposti.Prima invece le società ,all'interno dei vari Paesi,erano più omogenee ed evolvevano in maniera sincrona.

6)tornando alle questioni geopolitiche,nel mondo islamico,l'occidente è visto come un nemico,per il suo passato coloniale e per la sua intrinseca forza geopolitica;nei paesi arabi cova un sentimento di rivalsa di tipo identitario,che si aggrappa anche e forse soprattutto alla propria religione,sebbene interpretata nella maniera più fondamentalista e sanguinaria,per coagulare forze motivate a questa contrapposizione culturale.

Come se ne esce?

Prima ipotesi:
cerchiamo di rafforzare le nostre difese passive,tramite controlli nei posti sensibili,con spese elevate e risultati modesti.In ogni parte del mondo ci sarà sempre un esaltato pronto a farsi esplodere,per andare "nel paradiso delle vergini".

Seconda ipotesi:
cerchiamo di isolare il fondamentalismo,relazionandoci meglio con i paesi islamici moderati,promuovendo la definitiva soluzione del conflitto in Palestina,con una divisione equa per i due contendenti.
Contestualmente vale anche una azione militare contro il califfato dell'isis anche con l'appoggio dei paesi islamici.In questo caso l'occidente dovrà,finalmente eliminare le ambiguità dettate da interessi strategici,non appoggiando più i vari dittatorelli che gli fanno comodo qua e là.Solo così non saremo visti come nemici anche dai moderati islamici che magari a parole ci appoggeranno,ma nel loro cuore faranno il tifo per l'isis,per appartenenza etnico-culturale(questo senso di appartenenza dovrà essere messo in crisi appunto dalla nostra correttezza e lealtà verso valori di giustizia geopolitica)

Terza ipotesi:
rispondiamo colpo su colpo,ad ogni attentato che in qualche misura colpisca noi,dentro o fuori i nostri confini.Tale rappresaglia potrà anche intendersi come bombardamento dei loro obbiettivi sensibili,nel califfato e nei Paesi amici di quello.
Certamente se ci saranno notevoli perdite civili,rischieremmo di alienarci anche il blando appoggio dei paesi islamici moderati.

Diciamo che comunque non è una questione di forza militare,visto che noi siamo più forti migliaia di volte rispetto a loro,ma piuttosto si tratta di essere abili nel coniugare forza e visione strategica di lungo periodo.
Appoggio la tua approfondita e corretta analisi.

Aggiungo una chiosa fatta da alcuni giorni fa in un'intervista a Matrix dal Sindaco di Torino, colpito "direttamente" dall'atto terroristico di Tunisi.
Fassino alla domanda di come si combatte il terrorismo ha risposto, correttamente a mio vedere, dicendo che va combattutta la "zona grigia".
Facendo un paragone con il terrorismo politico anni '70 in Italia (BR x intenderci), Fassino ha detto che si è battuto il terrorismo battendo dapprima quell'area che in quegli anni rispondeva allo slogan "Ne' con lo Stato nè con le BR" ..
Quelli che hanno qualche anno come me se lo ricordano bene.
Ecco, sconfiggendo quell'area, si è poi battuto il terrorismo,
Adesso è la stessa cosa, non ci può esseree l'area del "distinguo", si è contro il terrorismo senza se e senza ma.