
Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Quando si affrontano certi temi è difficile non farsi influenzare dai pregiudizi o dalle esperienze personali.
Per come sono stato educato io, la mia "etica" mi impone di dire che siamo tutti uguali, che tutte le religioni meritano il medesimo rispetto e tutte le culture vanno conosciute e rispettate. Questa è l'etica media di noi "Occidentali" (Europei, Nord-americani,ecc.). Poi per carità, ci sono le famiglie bigotte, razziste, ecc.ecc. (e sempre ci saranno), ma le vedrei più come eccezioni. Che i musulmani preghino per terra o che non mangino carne di maiale a me, sinceramente, non mi fa né caldo né freddo, così come un senegalese può adorare il suo feticcio o un indiano d'America può adorare gli spiriti delle montagne. Siam cresciuti con il nostro concetto di libertà: ognuno fa quel che vuole, basta non danneggiare il prossimo. E a me che uno preghi prostrandosi X volte al giorno non mi dà nessun problema, perché non vengo danneggiato da questo. Ecco, questa è la "nostra" etica.
Ma nell'incontro delle culture bisogna fare un passo in più. Noi conosciamo la nostra etica, ma quella altrui? Non commettiamo forse l'errore di dare per scontato che sia uguale alla nostra? Il mondo musulmano, come giustamente detto in un intervento precedente, non ha mai avuto l'Illuminismo. La religione è rimasta chiave centrale della vita di ciascuno, del modo di vivere, di pensare, di mangiare, di crescere i figli, nella giustizia, nella politica, nelle relazioni umane. Questo concetto per noi è del tutto incomprensibile. Non ci definiamo "cristiani", ma "occidentali", la religione per noi è un aspetto "secondario", se vogliamo, per quanto possiamo essere credenti. Per i musulmani non è affatto così, e questo dobbiamo capirlo molto bene: essa influisce e guida ogni singolo aspetto della loro vita, indipendentemente dal fatto che vivano qui o nel loro Paese natale. La loro "etica" è religiosa, non è laica come la nostra. Per noi un non-cristiano è un uomo, basta.. e chi ha ragione o torto, a credere in Dio o no? Boh, non lo sappiamo. Per i musulmani un non-musulmano anzitutto è un infedele, poiché non conosce la verità e quindi è in torto - è così e basta, non ci sono disquisizioni da fare - , poi in secondo luogo è un essere umano. Questo non vuol dire assolutamente che l'infedele debba per forza essere convertito, ucciso,ecc.ecc. (non fraintendetemi)... ma la vedete la differenza che c'è tra la nostra etica e l'etica del mondo musulmano? Si basa su principi opposti, e le due non sono sovrapponibili: sono su due piani diversi.
Ho conosciuto strettamente famiglie musulmane (marocchine, nello specifico) che noi definiremmo "perfettamente integrate": in Italia da venti/ trent'anni, donne senza velo, tutti che studiano/lavorano, figli che vanno a scuola, giocano a calcio, ecc. ecc. Famiglie che in apparenza diremmo come le nostre. Ma non appena si entra nell'argomento si capisce che non sono come le nostre. Anche senza cattiveria, ma continuano a pensare che noi siamo in torto, che siamo gli infedeli e che la loro religione è quella giusta, che il maiale non vada mangiato, ecc. e che queste nostre "mancanze" sono "tollerate", e non capite.
Il mondo musulmano, oltre che essere enorme, è in spostamento ormai da anni su suolo europeo attraverso immigrazione, figli delle varie generazioni di immigrati, ecc.ecc. e questo aspetto dell'islamismo (la loro etica di cui ho scritto) NON è cambiata, NON cambia e NON cambierà, anche nelle più modernissime ed integratissime famiglie. E questa è una cosa che tutti gli Occidentali devono ficcarsi bene in testa.
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