Pagina 6 di 11 PrimaPrima ... 45678 ... UltimaUltima
Risultati da 51 a 60 di 128

Visualizzazione Ibrida

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #1
    Banned
    Data Registrazione
    21/04/08
    Località
    Ban (Bz)
    Messaggi
    19,335
    Menzionato
    78 Post(s)

    Cool Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    "La libertà ci ha fottuti"

    http://www.byterfly.eu/islandora/obj...rib_494691.pdf

    A pagina 15, Michel Houellebecq, Aprile 2000.


    Per gli appassionati di sguardi obliqui sul presente contemporaneo con discreto cinismo e crudezza, un punto di vista molto concreto, distante dalle mie affermazioni disumane di cui vergognarmi. Distante ma solo perché lui è molto ma molto, ma molto molto peggio di me: cinico nichilista alcolizzato psicotico misogino misantropo auto dichiaratosi tale. Eppure il più bravo scrittore francese contemporaneo.
    Il più bravo non per vendite, ma per qualità.
    Cosa che nel suo caso è arrivata pure a coincidere dopo un po'.
    L'autore di romanzi tipo:
    "Le particelle elementari" (Una guerra nucleare del futuro si decide con la Russia che bombarda i Poli e scatena un incontrollato innalzamento dei mari),
    "Le possibilità di un'isola" (Scarlett Johanson nel 2004 era la protagonista del film "L'isola", tratto appunto dal romanzo - merita anche il film!),
    "Sottomissione, del 2015 (penultimo romanzo suo: nel 2034 le elezioni francesi vengon vinte dal partito islamico e la Francia diviene una repubblica islamica! Il protagonista, un professore di lettere antiche, descrive e racconta una società rinnovata, dove i mali di quella attuale sono scomparsi e molte cose funzionano meglio, dal lavoro alla distribuzione della ricchezza, al miglioramento delle condizioni educative di tutta la popolazione. Su un Volkswagen Tuareg il protagonista viaggia per la Francia, scoprendo che un aspetto negativo è la riduzione della presenza delle donne nel lavoro.)




    Io credo che quel che succedeva una volta coi letterati e scrittori, nella nostra epoca dal dopoguerra a 20 anni fa, oggi non succeda più. Cioè ci sono stati momenti storici compresi, interpretati, criticati e consigliati al meglio solo dagli scrittori. E questa loro presenza è ancora attiva e viva oggi, solo è sepolta in un enorme rumore di fondo cresciuto sempre più che è la incomunicabilità dei social media.
    E gli scrittori in certi loro racconti descrivono e mettono a nudo quanto "orrendi e disumani" siamo già adesso in questi istanti da qualche parte nel pianeta con gesti e azioni terrificanti. Mentre un commento negazionista sui social o su un forum non riceve lo stesso "orrore e disumanità" di quello cinicoe, spressione di un certo sarcasmo. (che puoi @jack9 considerarlo sì uno sfogo, una cattiveria verso il mondo cattivo. Invocare forme di tortura esemplari in diretta Youtube per le 100mila famiglie più cattive e ricche d'Europa e d'America, il tutto con la regia di Mtv, SKY e l'ONU che ratifica la sospensione dei diritti umani a quei nomi e cognomi responsabili indiretti delle peggio cose..Immagina Jared Kushner o Trump stesso, chessò sottoposti alla lotta nel fango, o a spalare letame, o robe da inquisizione spagnola - non sono splatter. Immagina i manager e Ceo del Diesel-gate Volkswagen, la famiglia che detiene la British Petroleum, la Dupont, i vari impuniti dell'ultimo secolo, che finalmente vengono puniti.
    Converrai con me che servirebbe proprio una diretta live mondiale con l'ONU che presenzia, con la moderazione di Sfera Ebbasta per l'Italia, ogni paese il suo testimonial. E sarebbe la pace nel mondo. Abbiamo il più grande show televisivo della storia.
    Serve però 'sta cosuccia dei diritti umani da sospendere.
    E poi si lancerà il format: "popolo-di-internet" vs "200 anni di dinastie capitaliste cattive".
    Purghe espiatorie, se guidate bene, anche molto efficaci.
    Poi però ricorderebbe tutto troppo il Terrore post rivoluzione francese, ma l'idea è un po' la vendetta di sangue per i crimini ambientali.

    T'ho appena fatto un esempio di black-humor cui noi cisalpini siam poco abituati, ma che trova ampli riscontri di là.
    Eravamo tutti Charlie Hebdo, d'altronde. Poi con quella vignetta sul Ponte Morandi...

    Citazione Originariamente Scritto da marco85 Visualizza Messaggio
    Entriamo nel campo insormontabile della dicotomia tra lavoro e salute, evoluzione e sostenibilità.
    Se non ci fosse stata la rivoluzione industriale staremmo ancora con le carrozze ed i cavalli. Un tempo luoghi di lavoro insalubri erano la norma, ora l'inquinamento si e' spostato lontano, spesso nelle fabbriche del terzo mondo, sfruttate per poter vendere i jeans a 30€ da noi nelle catene low cost. Evoluzione e progresso hanno permesso il benessere e di allungare tantissimo la vita media occidentale. Il costo è stato l'inquinamento ambientale.
    È molto difficile combinare progresso e rispetto dell'ambiente, del resto oggi è un tema molto forte quello della distanza tra produzione, lavoro, ambiente e salute.
    L'ilva ne è un esempio.
    Certo non possiamo dire di fermare tutto e tornare indietro. Chi sarebbe disposto a farlo?
    Anche se, ad essere onesti, il consumismo ha delle storture che potrebbero essere corrette a patto che le aziende siano disposte a rinunciare ad un po' di reddivita' e smettere di produrre beni con obsolescenza programmata, per fare un esempio.
    Il problema è che le classi dirigenti e manageriali sono cresciute con il mantra della crescita infinita e dubito siano disposte a farlo.
    Già diffondere un messaggio simile è un'ottima cosa.
    E concentrarsi sui ''decision-maker'' per creare un mantra di crescita 'nattimo più sostenibile, è anche un'ottima cosa.
    Sempre il trattato del 2015 di Parigi va in questa direzione.
    E nonostante le regole successive alle prime non siano ancora state ben definite, causa 5 anni d'ostruzionismo lobbistico dei soliti, il mantra cambierà.
    Lo sta già facendo. Si vede già nella finanza pure.
    Investimenti finanziari sulle fonti rinnovabili, capitali dirottati dai vecchi pacchetti di schifezze (eticamente), ad altrettanto redditizie azioni green.
    E molti grandi marchi che vanno ad esibire la loro cambiata policy.

  2. #2
    Banned
    Data Registrazione
    21/04/08
    Località
    Ban (Bz)
    Messaggi
    19,335
    Menzionato
    78 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Comunque sono off - topic.
    Mi parte la vena sarcastica quando trovo indignazione per l'esasperazione altrui che spinge a scriver provocazioni e cose estreme. Esasperazione ovviamente data dalle cose che andrebbero cambiate e che è invece 20 anni che non si vuole cambiare e si fa gli struzzi a tutti i livelli del "sistema".
    Finché la barca va, poi magari ci sfugge di mano il GW e parte una reazione fotochimica e finiamo con un'atmosfera in fiamme: "effetto Venere", acidificazione di tutto, estinzione di massa.
    Punto e a capo, capitolo nuovo.

    Mi son lasciato andare di nuovo dalla vena poetica
    Anche se l'ho letto in un abstract di una proiezione IPCC questo, poco importa.

    Comunque rientro in - topic:

    Il trattato per il clima di Parigi, nelle pagine conclusive è la cosa più socialista che sia mai stata firmata dal mondo intero comunque. Non conosco altri aggettivi per qualificare gli obiettivi più alti del COP21, ma politicamente la cosa che gli va più vicino è una via socialista, alla Green New Deal statunitense. Redatto dalla Alexandria Ocasio Cortez.
    Leggetelo, che dal primo gennaio 2021 è vincolante.
    Un pezzo di carta dal valore legale alto.
    Un barlume di speranza anche.

    https://unfccc.int/process-and-meeti...aris-agreement

    In centro a dx c'è il pdf col trattato, per chi sa l'inglese. O lo spagnolo.

    Ripeto: è vincolante quella roba che leggete là dentro, dal primo gennaio!

    Direttive che verranno recepite nei prossimi 10 anni e cambieranno molti aspetti dei consumi oggi.

  3. #3
    Burrasca L'avatar di Corry
    Data Registrazione
    24/11/04
    Località
    Ronago (CO)
    Età
    52
    Messaggi
    5,998
    Menzionato
    66 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    La verità è che “la libertà ci ha salvati.”

    PelatodiMtimangioilcuore

  4. #4
    Vento fresco
    Data Registrazione
    24/12/17
    Località
    Roma
    Età
    38
    Messaggi
    2,545
    Menzionato
    504 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    Se mi posso permettere (e mi permetto visto che questo topic l'ho aperto io ),
    direi che la discussione è un filo deragliata rispetto alle intenzioni iniziali che erano quelle di discutere di sovrappopolazione, naturalmente senza la pretesa che qualcuno possa "risolvere" questo problema.

    Provo a sintetizzare il contenuto del mio breve articolo pubblicato su Iconaclima e linkato sopra:

    Abbiamo un problema di sovrappopolazione che si lega a quello del clima e delle risorse? La mia risposta (che coincide con quella della comunità scientifica) è che sì, questo problema molto probabilmente esiste. Del resto oltre 80 milioni di homo che si aggiungono ogni anno al tavolo da pranzo del pianeta Terra non sono una realtà che può essere trascurata con una scrollata di spalle.

    Si può fare però un passo avanti: perchè se è vero che sulla Terra siamo oggettivamente in tanti, è altrettanto vero che non tutti lasciano la stessa impronta ecologica sul suolo terrestre, e che il menù non è uguale per tutti.
    Eccoci dunque al punto: i popoli più prolifici (che certamente per il bene loro e di tutti dovrebbero ridurre i loro
    tassi di crescita) sono quelli la cui impronta è minore.
    Per contro i popoli dove l'andamento demografico è piatto, o perfino leggermente decrescente, consumano quantità di risorse e impattano smisuratamente di più rispetto ai paesi prolifici. A sostegno di questa osservazione (non che ce ne fosse molto bisogno) ho citato un recentissimo articolo apparso su "Nature".

    Il mio articolo, (a leggerlo bastano davvero 5 minuti) quindi, più che un attacco al genere umano voleva mostrare una volta di più che lo stile di vita delle nazioni ricche è insostenibile e che sì, certo, sarebbe bene se i nigeriani di dessero una calmata (in senso riproduttivo) ma che la calmata al contempo ce la dobbiamo dare anche noi (nel senso del consumismo).

    Pace e bene a tutti

    Lorenzo
    Condivido sul fatto che la questione sia importante, tuttavia sinceramente è la prima volta che mi capita di dissentire radicalmente su uno dei tuoi solitamente ottimi articoli.

    Il problema della sovrappopolazione esiste, ma è un problema largamente risolto per quasi tutti gli stati del mondo, la natalità è precipitata quasi ovunque a livelli che condurranno ad una drastica riduzione della popolazione nei decenni a venire, una volta smaltita l'inerzia pluridecennale che caratterizza le dinamiche demografiche e che è strutturalmente inevitabile. In Italia con la natalità attuale si perderà un terzo della popolazione ad ogni generazione, un trend socialmente ed economicamente molto difficile da gestire. Pensare di accelerare ulteriormente questo declino è irresponsabile e inutile dal punto di vista ambientale. Diverso il discorso per l'Africa e qualche altro Paese sparso come il Pakistan dove ancora la natalità è troppo alta (al punto da causare a sua volta tutta una serie di problemi socio-economici). Un riequilibrio della natalità tra Paesi in via di sviluppo e industrializzati produrrebbe benefici per tutti e porterebbe la popolazione globale in calo.


    L'idea che ridurre la natalità dei paesi industrializzati aiuti l'ambiente più quella ridurre quella dei Paesi in via di sviluppo è demenziale e frutto di una concezione statica del problema che mal si concilia con l'idea stessa di sostenibilità, che è un concetto di lungo termine. Già ora l'impatto ambientale dei Paesi in via di sviluppo è in rapida crescita, mentre quello dei Paesi industrializzati è in rapido calo. Il problema maggiore quindi non è il fatto che noi consumiamo troppo, ma che tutto il mondo aspira a consumare quanto noi e la Cina ne è un esempio lampante visto che ormai ha un impatto ambientale molto superiore all'Europa anche in termini pro-capite. Se facciamo meno figli e aumentiamo il numero di immigrati che si mettono a consumare quanto farebbero i nostri figli dove sarebbe il guadagno ambientale? Se un miliardo di abitanti dei Paesi industrializzati riducesse ulteriormente la sua natalità la curva della popolazione globale si muoverebbe a malapena, mentre il costo sarebbe immenso. Quell'articolo dell'Environmental Research Letters è matematicamente una delle più grosse idiozie modellistiche che io abbia mai visto.



    Ciò che sarebbe veramente importante è individuare modelli economici che consentano di elevare la qualità della vita di tutta la popolazione mondiale garantendo allo stesso tempo una riduzione del consumo di risorse, in modo che i Paesi in via di sviluppo non seguano il modello iperconsumistico cinese o americano e passino invece direttamente ad un modello di crescita sostenibile, che porti a superare le condizioni di povertà senza produrre un impatto ambientale devastante. Già ora ad esempio le emissioni di CO2 pro-capite in Italia sono già in linea con la media globale e in discesa, mentre i Paesi in via di sviluppo sono in rapido aumento. Entro pochi decenni il contributo europeo alle emissioni di gas serra sarà trascurabile se verranno rispettati gli obiettivi fissati nell'accordo di ieri, pensare che la demografia (che si muove con estrema lentezza) possa dare un contributo rilevante a questa riduzione non ha senso.


    Questo approccio avrebbe anche degli importanti vantaggi economici, l'idea che la crescita del PIL sia incompatibile con la riduzione dell'impatto ambientale è uno grave errore che compiono molti ambientalisti ed è un grosso ostacolo alla creazione di consenso politico su questi temi. Il PIL non è una buona misura dei consumi materiali, nei Paesi industrializzati la dematerializzazione dell'economia è un dato di fatto da alcuni decenni, il consumo di risorse per unità di PIL è in stabile declino. Sicuramente è un processo che potrebbe essere accelerato ma le pulsioni decrescitiste sono un gravissimo errore.
    Per una introduzione a questo concetto suggerisco questo articolo (in inglese).
    >> Are We Approaching Peak Stuff?
    Ultima modifica di snowaholic; 11/12/2020 alle 14:13

  5. #5
    Brezza leggera
    Data Registrazione
    25/10/05
    Località
    provincia di Como
    Messaggi
    478
    Menzionato
    0 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Condivido sul fatto che la questione sia importante ...

    carissimo,
    rispondo volentieri (anche se brevemente) alle tue educate ed argomentate critiche, premettendo che io faccio il meteorologo, non il demografo, (ma non credo nemmeno tu) e aggiungendo che su tematiche così complesse esiste come sai un grosso dibattito anche tra gli studiosi: la parola definitiva non l'ha ancora scritta nessuno.

    Che il problema popolazione sia largamente risolto ovviamente non è vero: ci siamo dentro in un mondo sovrappopolato. Che poi nel LUNGO periodo le dinamiche demografiche siano più rassicuranti è un'altra cosa. Nel lungo periodo, come si dice, saremo tutti morti, ma intanto, adesso dobbiamo ancora arrivare a dieci miliardi, e questa prospettiva nei prossimi decenni, con il cambiamento climatico che galoppa, ammetterai, fa tremare i polsi.

    L'invito a fare meno figli nei paesi come l'Italia era, per mia stessa ammissione scritta, una provocazione. Resta il dato di fatto che chi teme il rischio denatalità nel nostro paese forse finge di non vedere che l'Italia è già un paese sovrappopolato e che per mantenere un decente equilibrio demografico sarà sufficiente intercettare un piccola quota dell'emigrazione (nella sola Nigeria la popolazione è prevista crescere dagli attuali 200 a 400 milioni nel 2050). E' un processo in atto che, sarai d'accordo, potrà solo crescere, che ci piaccia o no.

    Il fatto, che tu sostieni, che l'impatto ambientale dei paesi industrializzati sia "in rapido calo" mi lascia molto perplesso. Ti dirò che non ci credo proprio, specie al rapido. Abbiamo delocalizzato le tecnologie più inquinanti, come certamente sai, e ogni giorno ci divoriamo (magari inconsapevolmente) un pezzo di foresta amazzonica nella forma di un hamburger ... già perchè, non ignori certamente che l'Italia è tra i maggiori importatori di carne dal Brasile. (sono solo esempi, ma potremmo parlare anche d'altro, azoto, fosforo, terre rare, pesce ...)


    "Quell'articolo dell'Environmental Research Letters è matematicamente una delle più grosse idiozie modellistiche che io abbia mai visto." Stanno aspettando la tua confutazione. Non mi pare che abbiano fatto poi dei grossi sforzi modellistici, hanno fatto dei calcoli: sei in grado di contestare che fare un viaggio aereo produca tot tonnelate di biossido di carbonio? dove avrebbero sbagliato di preciso?

    "Il problema maggiore quindi non è il fatto che noi consumiamo troppo..."
    E invece caro, Snow, questo è proprio il problema maggiore, il problema dei problemi. E lo abbiamo fatto per troppo tempo negli anni passati fino al punto che oggi il budget di carbonio che ci rimane per non mandare del tutto a ramengo il clima (ammesso che non lo abbiamo già fatto, tutto da dimostrare) è piccolissimo (mi pare, cito a memoria, 900 giga t, quando ogni anno se emettono oltre 40). (La Cina io ormai la metterei fra i paesi sviluppati, e cmq poco importa, il mondo è globalizzato, noi compriamo i prodotti cinesi, no?).

    "
    l'idea che la crescita del PIL sia incompatibile con la riduzione dell'impatto ambientale è uno grave errore che compiono molti ambientalisti ..."
    Sarà pure un grave errore, ma finora le cose sono andate così: la crescita si è dimostrata largamente incompatibile con la riduzione dell'impatto ambientale, tanto è vero che ogni anno continuano a sparire decine di migliaia di kmq di foreste, si estinguono specie come non mai, ecc ecc e ancora ecc: e naturalmente la curva delle emissioni di CO2 (quanto meno in era pre-covid) era ancora in salita.
    In futuro andrà meglio? stiamo cominciando a correggere la rotta? può darsi, lo spero anche io, ma siamo in clamoroso ritardo, resta davvero pochissimo tempo e abbiamo davanti una sfida epocale che non si risolve con qualche pennellata di greenwashing e un po' di ottimismo.
    Per conto mio, sono felice di non avere figli e di non avere contribuito, almeno in quel senso, all'aggravamento ulteriore di questa situazione. Senza contare che mi fa terrore pensare a come potrebbero evolvere le cose già tra pochi decenni (vedi sopra) e non vorrei che fossero loro, i miei figli a dover assistere al collasso, alle guerre, alle emigrazioni di masse, in altre parole all'"era delle conseguenze" che rischiano, incolpevoli, di vivere.


  6. #6
    Brezza leggera
    Data Registrazione
    25/10/05
    Località
    provincia di Como
    Messaggi
    478
    Menzionato
    0 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Per una introduzione a questo concetto suggerisco questo articolo (in inglese).>> Are We Approaching Peak Stuff?
    grazie,
    davvero interessante, l'ho salvato. Conferma più o meno ciò che sapevo e i dubbi che ho cercato, sia pur maldestramente, di esporre qua sopra.
    Suggerisco anche io a tutti di leggerlo, bastano pochi minuti.

  7. #7
    Brezza leggera
    Data Registrazione
    25/10/05
    Località
    provincia di Como
    Messaggi
    478
    Menzionato
    0 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Sicuramente è un processo che potrebbe essere accelerato ma le pulsioni decrescitiste sono un gravissimo errore.
    mi viene in mente che non ho risposto su questo punto delicato:
    in parte ti potrei rispondere con un articolo che scrissi quest'estate, relativo al saggio di Ann Pettifor:

    Consigli di lettura: “Il Green new deal” di Ann Pettifor - Icona Clima

    Ann Pettifor è un'economista, il mio scritto si limita a sintetizzare il suo libro, dunque se ci sono delle cose che non ti convincono (al netto di errori legati alla mia sintesi) prenditela con lei.

    Ma Ann Pettifor non parla di decrescita, bensì di economia stazionaria.
    Su questo ti lascio con le parole che si trovano nella conclusione, alla penultima pagina, de "Il pianeta umano", il saggio dei due scienziati Lewis e Maslin relativo all'Antropocene:

    " è necessario un passaggio fondamentale ad un'economia redistributiva, simile però ad uno stato stazionario in termini di consumo delle risorse. Nonostante la sua logica scientifica impeccabile, questa proposta è invisa a quasi tutto il pensiero economico e politico ufficiale contemporaneo. A regnare è la crescita. ..."

  8. #8
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
    Data Registrazione
    04/07/07
    Località
    Seefeld 1180 m (Tirol)/Ferrara (FE)
    Età
    34
    Messaggi
    37,197
    Menzionato
    42 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Condivido sul fatto che la questione sia importante, tuttavia sinceramente è la prima volta che mi capita di dissentire radicalmente su uno dei tuoi solitamente ottimi articoli.

    Il problema della sovrappopolazione esiste, ma è un problema largamente risolto per quasi tutti gli stati del mondo, la natalità è precipitata quasi ovunque a livelli che condurranno ad una drastica riduzione della popolazione nei decenni a venire, una volta smaltita l'inerzia pluridecennale che caratterizza le dinamiche demografiche e che è strutturalmente inevitabile. In Italia con la natalità attuale si perderà un terzo della popolazione ad ogni generazione, un trend socialmente ed economicamente molto difficile da gestire. Pensare di accelerare ulteriormente questo declino è irresponsabile e inutile dal punto di vista ambientale. Diverso il discorso per l'Africa e qualche altro Paese sparso come il Pakistan dove ancora la natalità è troppo alta (al punto da causare a sua volta tutta una serie di problemi socio-economici). Un riequilibrio della natalità tra Paesi in via di sviluppo e industrializzati produrrebbe benefici per tutti e porterebbe la popolazione globale in calo.


    L'idea che ridurre la natalità dei paesi industrializzati aiuti l'ambiente più quella ridurre quella dei Paesi in via di sviluppo è demenziale e frutto di una concezione statica del problema che mal si concilia con l'idea stessa di sostenibilità, che è un concetto di lungo termine. Già ora l'impatto ambientale dei Paesi in via di sviluppo è in rapida crescita, mentre quello dei Paesi industrializzati è in rapido calo. Il problema maggiore quindi non è il fatto che noi consumiamo troppo, ma che tutto il mondo aspira a consumare quanto noi e la Cina ne è un esempio lampante visto che ormai ha un impatto ambientale molto superiore all'Europa anche in termini pro-capite. Se facciamo meno figli e aumentiamo il numero di immigrati che si mettono a consumare quanto farebbero i nostri figli dove sarebbe il guadagno ambientale? Se un miliardo di abitanti dei Paesi industrializzati riducesse ulteriormente la sua natalità la curva della popolazione globale si muoverebbe a malapena, mentre il costo sarebbe immenso. Quell'articolo dell'Environmental Research Letters è matematicamente una delle più grosse idiozie modellistiche che io abbia mai visto.



    Ciò che sarebbe veramente importante è individuare modelli economici che consentano di elevare la qualità della vita di tutta la popolazione mondiale garantendo allo stesso tempo una riduzione del consumo di risorse, in modo che i Paesi in via di sviluppo non seguano il modello iperconsumistico cinese o americano e passino invece direttamente ad un modello di crescita sostenibile, che porti a superare le condizioni di povertà senza produrre un impatto ambientale devastante. Già ora ad esempio le emissioni di CO2 pro-capite in Italia sono già in linea con la media globale e in discesa, mentre i Paesi in via di sviluppo sono in rapido aumento. Entro pochi decenni il contributo europeo alle emissioni di gas serra sarà trascurabile se verranno rispettati gli obiettivi fissati nell'accordo di ieri, pensare che la demografia (che si muove con estrema lentezza) possa dare un contributo rilevante a questa riduzione non ha senso.


    Questo approccio avrebbe anche degli importanti vantaggi economici, l'idea che la crescita del PIL sia incompatibile con la riduzione dell'impatto ambientale è uno grave errore che compiono molti ambientalisti ed è un grosso ostacolo alla creazione di consenso politico su questi temi. Il PIL non è una buona misura dei consumi materiali, nei Paesi industrializzati la dematerializzazione dell'economia è un dato di fatto da alcuni decenni, il consumo di risorse per unità di PIL è in stabile declino. Sicuramente è un processo che potrebbe essere accelerato ma le pulsioni decrescitiste sono un gravissimo errore.
    Per una introduzione a questo concetto suggerisco questo articolo (in inglese).
    >> Are We Approaching Peak Stuff?
    E' raro che in campo economico ci troviamo molto d'accordo, ma questa volta non riesco veramente a trovare un punto di disaccordo.
    «L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)

  9. #9
    Vento forte
    Data Registrazione
    08/11/19
    Località
    Arbus (SU) 370 m/ Torino
    Età
    27
    Messaggi
    4,065
    Menzionato
    84 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Banalmente e in modo il più sintetico possibile: la sovrappopolazione è un problema reale e molto importante. Più nei paesi in via di sviluppo senza alcun dubbio, perchè in Occidente la tendenza è diversa e si mostra stabile o in leggero calo; ma bisogna anche ricordare di come vivevamo fino a 40/50 anni fa in cui ogni famiglia sfornava figli a ripetizione, spesso per mero egoismo perchè avevano bisogno di manodopera nei campi o per assicurarsi una certa stabilità economica anche durante la vecchiaia, ma questa è un'altra storia. Per decenni e in particolare negli anni del boom economico ci siamo comportati praticamente come i Paesi in via di sviluppo stanno facendo ora da certi punti di vista, con l'aggravante che noi essendo un Paese "relativamente sviluppato" avremmo dovuto capire che quella intrapresa non poteva essere una strada sostenibile prima di tutto economicamente.

    Perchè la denatalità nei nostri Paesi è oggi un problema altrettanto grave e che non può essere oscurato solo con il ricorso alla lotta alla sovrappopolazione? Proprio perchè per questi anni si è andati avanti in un certo modo (al di là di un certo spreco di risorse economiche intendo ovviamente proprio che si è andati a favorire e incentivare una crescita smisurata, miope e senza guardare al futuro, e il problema non è di certo la crescita economica in sè ma come sono stati gestiti alcuni suoi aspetti, anche se si sapeva che la crescita (economica ma anche nella popolazione) non sarebbe certo andata avanti all'infinito, e difatti già allora alcuni intellettuali prevedevano un epilogo simile a quello che si sta verificando.

    Per il resto, la sovrappopolazione è probabilmente il problema più serio a cui possiamo pensare nel mondo odierno ed è tutt'altro che risolto, anzi. Credo sia il problema alla base di tanti altri problemi, sebbene spesso ignorato, e questo a discapito pure di movimenti ambientalisti spesso ciechi e colmi di presupposti ideologici che di volta in volta prendono come bersaglio e origine di tutti i mali gli allevamenti intensivi (ignorando che a causa della sovrappopolazione il problema verrebbe sostituito dalle coltivazioni intensive, altrettanto invasive e dannose per l'ambiente (eh si, esiste pure l'inquinamento da pesticidi), i mezzi di trasporto (con uno stile di vita e con le esigenze del mondo odierno è ovvio che non tutti possano permettersi di spostarsi sempre e comunque con mezzi non inquinanti) e via dicendo. Il problema alla base di questi altri problemi è proprio che siamo troppi, che consumiamo troppo, che inquiniamo troppo, che impieghiamo e sfruttiamo troppe risorse innanzitutto, e questo non verrebbe certo risolto da quello che propongono certe ideologie come il veganesimo, ad esempio. Ma nemmeno da prospettive di decrescita "felice" prima di tutto perchè questo problema a mio modo di vedere non deve essere messo al di sopra di tutto facendo in modo che porti a un'eliminazione dello stile di vita odierno con tutto ciò che ne consegue e con il benessere della popolazione, non oltre un certo limite per evidenti motivi.

    Per questo concordo con chi dice che al momento sono i paesi in via di sviluppo a doversi preoccupare in primo luogo del problema, ma sul serio. Perchè ricordo che da apposite indagini della Banca Mondiale le donne di molti Paesi in via di sviluppo hanno esplicitamente dichiarato di volere 5-7 figli e quindi non si può nemmeno sostenere che certi tassi di crescita folli si abbiano solo per "mancanza di precauzioni": i capi di questi Stati devono fare qualcosa a riguardo e impedire che la popolazione continui a crescere (anche perchè chi dice davvero che dopo aver raggiunto i 400 milioni di abitanti nel 2050 la Nigeria vedrà ridurre la propria popolazione? solo perchè lo dicono gli scenari nel 2020? Io non ne sarei così sicuro...).E si, anche con la politica del figlio unico perchè al di là delle ideologie sulla famiglia come dono ecc. il problema deve essere pur risolto in qualche modo; e ricordo a tal proposito che il problema in questione non è certo sociale e ambientale ma in larga parte economico (il pil pro capite è lì a dimostrare che con alti tassi di crescita la ricchezza della popolazione non aumenta, oppure lo fa in modo lento a fronte di una crescita esponenziale del PIL e della ricchezza totale prodotta da uno Stato; ossia, ci sarebbe il potenziale per avere una crescita economica finalmente importante e decisa in molti Stati, che però è frenata dagli alti tassi di natalità). La dimostrazione di ciò la possiamo avere confrontando i due "colossi" del globo per popolazione, India e Cina: la seconda dopo aver introdotto la drastica politica del figlio unico, forse l'unica cosa condivisibile che abbia mai fatto la Cina negli ultimi decenni, ha visto crescere la sua ricchezza in maniera esponenziale e stabilizzarsi per numero di abitanti, mentre l'India diventa sempre più popolosa ma non vede affatto aumentare la sua ricchezza, anzi quello che si fa in questo modo è far aumentare il numero di nuovi poveri (che tra l'altro non hanno nemmeno chiesto di nascere e crescere in certe condizioni e in certi contesti, frase provocatoria ma che deve ricordare che è importante tenere a mente anche questa questione etica).

  10. #10
    Uragano L'avatar di burian br
    Data Registrazione
    06/01/17
    Località
    Brindisi
    Età
    31
    Messaggi
    26,556
    Menzionato
    1013 Post(s)

    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da ale97 Visualizza Messaggio
    Banalmente e in modo il più sintetico possibile: la sovrappopolazione è un problema reale e molto importante. Più nei paesi in via di sviluppo senza alcun dubbio, perchè in Occidente la tendenza è diversa e si mostra stabile o in leggero calo; ma bisogna anche ricordare di come vivevamo fino a 40/50 anni fa in cui ogni famiglia sfornava figli a ripetizione, spesso per mero egoismo perchè avevano bisogno di manodopera nei campi o per assicurarsi una certa stabilità economica anche durante la vecchiaia, ma questa è un'altra storia. Per decenni e in particolare negli anni del boom economico ci siamo comportati praticamente come i Paesi in via di sviluppo stanno facendo ora da certi punti di vista, con l'aggravante che noi essendo un Paese "relativamente sviluppato" avremmo dovuto capire che quella intrapresa non poteva essere una strada sostenibile prima di tutto economicamente.

    Perchè la denatalità nei nostri Paesi è oggi un problema altrettanto grave e che non può essere oscurato solo con il ricorso alla lotta alla sovrappopolazione? Proprio perchè per questi anni si è andati avanti in un certo modo (al di là di un certo spreco di risorse economiche intendo ovviamente proprio che si è andati a favorire e incentivare una crescita smisurata, miope e senza guardare al futuro, e il problema non è di certo la crescita economica in sè ma come sono stati gestiti alcuni suoi aspetti, anche se si sapeva che la crescita (economica ma anche nella popolazione) non sarebbe certo andata avanti all'infinito, e difatti già allora alcuni intellettuali prevedevano un epilogo simile a quello che si sta verificando.

    Per il resto, la sovrappopolazione è probabilmente il problema più serio a cui possiamo pensare nel mondo odierno ed è tutt'altro che risolto, anzi. Credo sia il problema alla base di tanti altri problemi, sebbene spesso ignorato, e questo a discapito pure di movimenti ambientalisti spesso ciechi e colmi di presupposti ideologici che di volta in volta prendono come bersaglio e origine di tutti i mali gli allevamenti intensivi (ignorando che a causa della sovrappopolazione il problema verrebbe sostituito dalle coltivazioni intensive, altrettanto invasive e dannose per l'ambiente (eh si, esiste pure l'inquinamento da pesticidi), i mezzi di trasporto (con uno stile di vita e con le esigenze del mondo odierno è ovvio che non tutti possano permettersi di spostarsi sempre e comunque con mezzi non inquinanti) e via dicendo. Il problema alla base di questi altri problemi è proprio che siamo troppi, che consumiamo troppo, che inquiniamo troppo, che impieghiamo e sfruttiamo troppe risorse innanzitutto, e questo non verrebbe certo risolto da quello che propongono certe ideologie come il veganesimo, ad esempio. Ma nemmeno da prospettive di decrescita "felice" prima di tutto perchè questo problema a mio modo di vedere non deve essere messo al di sopra di tutto facendo in modo che porti a un'eliminazione dello stile di vita odierno con tutto ciò che ne consegue e con il benessere della popolazione, non oltre un certo limite per evidenti motivi.

    Per questo concordo con chi dice che al momento sono i paesi in via di sviluppo a doversi preoccupare in primo luogo del problema, ma sul serio. Perchè ricordo che da apposite indagini della Banca Mondiale le donne di molti Paesi in via di sviluppo hanno esplicitamente dichiarato di volere 5-7 figli e quindi non si può nemmeno sostenere che certi tassi di crescita folli si abbiano solo per "mancanza di precauzioni": i capi di questi Stati devono fare qualcosa a riguardo e impedire che la popolazione continui a crescere (anche perchè chi dice davvero che dopo aver raggiunto i 400 milioni di abitanti nel 2050 la Nigeria vedrà ridurre la propria popolazione? solo perchè lo dicono gli scenari nel 2020? Io non ne sarei così sicuro...).E si, anche con la politica del figlio unico perchè al di là delle ideologie sulla famiglia come dono ecc. il problema deve essere pur risolto in qualche modo; e ricordo a tal proposito che il problema in questione non è certo sociale e ambientale ma in larga parte economico (il pil pro capite è lì a dimostrare che con alti tassi di crescita la ricchezza della popolazione non aumenta, oppure lo fa in modo lento a fronte di una crescita esponenziale del PIL e della ricchezza totale prodotta da uno Stato; ossia, ci sarebbe il potenziale per avere una crescita economica finalmente importante e decisa in molti Stati, che però è frenata dagli alti tassi di natalità). La dimostrazione di ciò la possiamo avere confrontando i due "colossi" del globo per popolazione, India e Cina: la seconda dopo aver introdotto la drastica politica del figlio unico, forse l'unica cosa condivisibile che abbia mai fatto la Cina negli ultimi decenni, ha visto crescere la sua ricchezza in maniera esponenziale e stabilizzarsi per numero di abitanti, mentre l'India diventa sempre più popolosa ma non vede affatto aumentare la sua ricchezza, anzi quello che si fa in questo modo è far aumentare il numero di nuovi poveri (che tra l'altro non hanno nemmeno chiesto di nascere e crescere in certe condizioni e in certi contesti, frase provocatoria ma che deve ricordare che è importante tenere a mente anche questa questione etica).
    Non concordo affatto con l'idea che lo Stato debba intromettersi su questi temi, perchè lascia spazio a derive etiche (ad esempio in Cina l'aborto selettivo delle bambine fino all'infanticidio dei neonati, e chissà quali cifre).
    Inoltre non concordo affatto che nascere poveri debba essere una questione etica, che invece dovrebbe vertere su come risolvere la povertà. Tra l'altro proprio i più poveri hanno scarso accesso a mezzi contraccettivi, quindi chissà quante gravidanze potrebbero esserci comunque che a questo punto dovrebbero terminare in aborto obbligatorio (è lecito obbligare le donne ad abortire? Ma anche no).

    Al massimo lo Stato può incentivare le scelte, lasciando sempre la libertà della famiglia sul tema. O si può intervenire culturalmente.


    Inoltre il problema della sovrappopolazione è in realtà un non-problema: le risposte le ha già esaustivamente date @snowaholic, inoltre va sempre rapportato (e mai slegato) al contesto tecnologico: se fossimo nel 1700, probabilmente anche con un miliardo al mondo saremmo stati in troppi.
    Ma siamo nel 2020, e fino al 2100 i cambiamenti tecnologici (in primis quelli legati alle emissioni) impatteranno notevolmente.
    Se a ciò aggiungiamo il trend previsto da autorevoli studi (uno di questi di Luglio) scopriamo che nel 2100 le ultime proiezioni vedrebbero solo 1 miliardo di persone in più rispetto ad oggi, con un calo in essere da 40 anni fino a quel momento.

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •