POLITICO, a dicembre dell’anno scorso, ha parlato con diversi funzionari di Stato americani, tra cui alcuni direttamente minacciati dall'Iran, che hanno descritto gli sforzi quasi costanti di sorveglianza iraniana - in gran parte, ma non esclusivamente, online. Ad esempio tentativi di accedere ai programmi di viaggio e di comprendere le abitudini quotidiane dell'obiettivo identificato. Dove si sposta in viaggio, dove si sposta in vacanza con la sua famiglia, se per caso si sposta all’estero per lavoro.
"A volte possono essere abbastanza specifici. Sanno dove sei, conoscono il tuo stile di vita", ha detto a Politico un ex alto funzionario del Pentagono con conoscenza diretta degli sforzi per l'assassinio, a proposito degli avvertimenti dell'FBI.
Quattro persone che hanno parlato con POLITICO hanno citato l'esempio di Salman Rushdie, lo scrittore vincitore del Premio Nobel. Trentaquattro anni dopo che il leader supremo iraniano aveva ordinato l'uccisione di Rushdie per un romanzo che secondo lui insultava l'Islam, un aspirante assassino ha pugnalato Rushdie 15 volte sul palco di un evento a New York.
"Quando emettono queste fatwa, sono a vita", ha detto il primo alto funzionario della sicurezza nazionale.
Lo scorso luglio l'FBI ha arrestato un agente iraniano che era entrato negli Stati Uniti nel tentativo di organizzare l'assassinio di "una persona politica" come rappresaglia per la morte di Soleimani, ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia. L'individuo, di nazionalità pakistana, aveva persino avuto l'idea di partecipare a un comizio di Trump.
"Non c'è dubbio che la minaccia che il regime iraniano prenda di mira [Trump] è più reale che mai", ha dichiarato in un comunicato Marco Rubio, Segretario di Stato americano.
E poi c’è Farhad Shakeri, 51 anni, cittadino afghano immigrato negli Stati Uniti da bambino. Espulso nel 2008 dopo 14 anni di prigione, Shakeri era latitante e si riteneva risiedesse in Iran.
Secondo il Dipartimento di Giustizia americano era lui l’uomo incaricato di uccidere Trump.
Al fine di ottenere una riduzione di pena, Shakeri ha iniziato a parlare con l’FBI, riferendo di un incontro con un funzionario delle Guardie Rivoluzionarie il 7 ottobre 2024 a margine del quale gli era stato chiesto di presentare un piano per uccidere Trump entro una settimana.
Secondo la denuncia, il funzionario aveva detto al signor Shakeri che se non ci fosse riuscito, le Guardie Rivoluzionarie avrebbero sospeso l'operazione fino a dopo le elezioni presidenziali statunitensi. Shakeri ha affermato che il funzionario gli ha detto che il signor Trump avrebbe perso e che in seguito “sarebbe stato più facile assassinarlo”.
Shakeri è poi stato arrestato ed il piano non si è più realizzato.
Chi vuole la guerra con l’Iran? - by Foreign Affairs
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Come siamo arrivati qui? Occorre fare un passo indietro: nel 2015 venne firmato da USA, Cina e UE l’Accordo sul nucleare con l’Iran (JCPOA) che limitava l’arricchimento dell’uranio in cambio di benefici economici e riconoscimento internazionale.
Nel 2018, Trump esce dall’accordo, dicendo che l’Iran non stava rispettando l’accordo (cosa smentita dalla Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’ente preposto a vigilare sul rispetto dello stesso), preferendo appoggiare l’Arabia Saudita anziché l’Iran come partner regionale. Perché preferisce gli affari con Mohamed bin Salman, al punto che quando viene assassinato il giornalista dissidente (e residente americano) Jamal Kashoggi ad ottobre del 2018, prima Trump tenta di insabbiare le responsabilità del principe saudita come mandante, dopodiché eroga sanzioni di facciata.
La conseguenza dell’uscita dal JCPOA è che l’Iran si riavvicina a Cina e Russia, fino a formare con loro un solido Asse. Dopodiché riprende e accelera l’arricchimento dell’uranio e torna a finanziare il cosiddetto “asse della resistenza” di gruppi di terroristi armati.
Parallelamente si attivano i negoziati di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, che è uno dei 30 paesi ONU che non riconosce Israele e questo con ogni probabilità spinge Hamas ad agire ad ottobre del 2023. Il gruppo terroristico, finanziato dall’Iran, cerca di evitare il riavvicinamento saudita-israeliano, per costringere l’Arabia Saudita a schierarsi -di fronte a un conflitto- con il Libano e gli altri membri della Lega araba. D’altra parte la normalizzazione di Israele, nel mondo islamico, è diventata velocemente una posizione insostenibile con tutto quello che è successo dopo il 7 ottobre 2023.
Trump parla di “accordi” e di “trattative” ma i presupposti che lui stesso ha creato li rendono complessi e forse anche impossibili. Le crisi geopolitiche hanno sempre radici profonde e se le politiche sono miopi il risultato lo si vede dopo anni. Ne stiamo vivendo un esempio.
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Ora che si fa? Arriva la Cina a metterli al loro posto? Non credo l'Europa abbia nulla da dire, come al solito...
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La Cina ha interesse che l'Iran non attui la carta disperata dei blocchi delle petroliere perchè dalle acque dello stretto mi sembra di capire passi due quinti del petrolio che importa.
Le alleanze fuori dall'occidente funzionano come le alleanze alla Trump.
Khamenei va comunque per gli 87, era destinato a passare la mano. Dopo queste azioni secondo me si favorisce una continuità piuttosto che un cambiamento.
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Sono in gran parte d'accordo, solo due precisazioni:
1. Khamenei è un fattore stabilizzante, nel senso che pur rappresentando l'ala conservatrice del "clero" sciita è comunque un esponente della "Vecchia guardia" khomenista, ossia di quella parte di membri di spicco del regime che presero attivamente parte alla "Rivoluzione islamica" del gennaio 1979 è un politico di lunghissimo corso ed è un pragmatico, il rischio è che a prendere il potere siano le seconde generazioni di ayatollah e pasdaran (ossia i 40-50enni) che in media sono molto più fanatici dei loro genitori;
2. praticamente quasi tutte le esportazioni petrolifere iraniane (e una parte consistente di quelle di gas) passano per Hormuz, è vero che in ultima istanza potrebbero provare a bloccare lo stretto, ma questo avrebbe un effetto devastante sull'economia iraniana, verosimilmente tale da rendere non perseguibile il programma nucleare e addirittura tale da minare la sopravvivenza degli apparati statali... sarebbe un gesto da mujhaidin o da "martiri", ma per quanti danni potrebbero fare all'economia mondiale ne farebbe anche di più a quella iraniana, in pratica sarebbe come mettersi una cintura imbottita di tritolo ma per poi farsi esplodere in una stanza blindata... penso che i vertici politico-militari iraniani potrebbero attuarla se (e soltanto se) si arrivasse, da parte USA, a un'estesa operazione di terra volta a occupare parte del territorio dell'Iran, ad esempio la fascia costiera sud-occidentale, eventualità che a me pare remotissima, sia per ragioni pratiche sia per ragioni politiche e che, il blocco (anche parziale) di Hormuz potrebbe per assurdo provocare.
Ultima modifica di galinsog#; 23/06/2025 alle 10:45
E alla fine lo stretto di Hormuz verrà bloccato dall'Iran, come immaginavo, le testate giornalistiche hanno scritto che il parlamento iraniano ha approvato la cosa, mi sembra assurdo considerando che potrebbe fare più danno a loro stessi.
Ultima modifica di Tarcii; 22/06/2025 alle 16:42
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
-16,1 il 6 e il 14/02/2012 +41,1 il 04/08/2017
www.meteosystem.com/stazioni/savignanosulpanaro/
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C'è il gruppo da battaglia della Nimitz che si sta muovendo in quella zona.
Secondo me l'eventuale tentativo di blocco sarebbe peggio che tentare di farsi saltare in aria in una stanza di cemento armato (semicit. Phastidio e @galinsog#
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Dalle notizie che stanno emergendo pare che il programma nucleare iraniano sia stato poco danneggiato dai bombardamenti, perchè le riserve di uranio arricchito sono intatte e quindi potrebbero arrivare a produrre l'atomica entro qualche mese se volessero. Se questo è vero, questa operazione potrebbe rivelarsi un totale fallimento strategico.
Non è per niente chiaro quale sia l'obiettivo strategico americano a questo punto, mentre agli israeliani interessa solo il cambio di regime e probabilmente seguono una logica di tanto peggio tanto meglio, più diventa grosso il casino più è facile fare intervenire gli USA con la mano pesante.
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