Una domanda scomoda ed uno scomodo Augurio
(scritto agli albori del terzo millennio)
Domanda: cosa è la meteorologia?
Un povero ed analfabeta viandante, con suo figlio adolescente, avanza verso la sua meta.
Ha ben fisso il suo arrivo, ben fissa la direzione, ben fissi i punti basilari per i riferimenti.
Guarda la stella polare, lo zenit, il sole, la luna,….
Non perde un segno, né un’indizio…
E’ al primo viaggio, sfortunatamente al terzo giorno un fitta nebbia lo avvolge…
Avanza con attenzione e titubante sul sentiero appena tracciato e poco visibile.
Con il figlio per mano pensa di smarrirsi, cerca i segni…
All’improvviso il figlio grida: babbo vedo delle indicazioni su quei pali!
Ogni palo un colore, ma lo stesso nome: la località di arrivo.
Il pasticcio è che ognuno indicava una direzione diversa e diverse le miglia per raggiungerla
Il figlio orgoglioso della sua scienza legge, legge….
Poi dice : babbo quello blu , la strada è più corta, andiamo ad Ovest.
Il padre lo ascolta, poi dice: nò figlio la nostra meta è a nord, verso il mare, c’,è qualche indicazione in quel senso?
Nò fu la risposta del “lettore”
Il padre si ferma, osserva quello che la nebbia gli permette di vedere, quasi nulla.
Poi dice al figlio con tono sicuro: andiamo il nord è qua, vedi quel muschio sulla corteccia degli alberi.
Il figlio recalcitra, si oppone,fa quasi arrabbiare il padre, poi lo segue.
Altro punto con cartelli: il figlio legge, tutto è cambiato, le indicazioni ed i colori non corrispondono più!
Il figlio si disorienta…
Vede il babbo che procede sicuro verso il nord, verso il mare…
Come fai ad essere così sicuro?
Guarda i gabbiani che la sera volano verso il mare!
Ora il figlio viaggia da solo e da quello che racconta il vecchio padre,pur superando parecchie difficoltà raramente si è perso!
Ricordo ancora con piacere e commozione il mio prof delle medie(unitamente a mio padre, uno dei maestri che mi hanno trasmesso la passione per la Meteo).
Meteorologia, mi diceva, vuol dire guardare in alto(vedi greco), non in basso verso indicazioni instabili, in alto ed attorno a te avrai la certezza!
Augurio:
L’anno, il secolo, il millennio è trascorso!
L’augurio di prendere coscienza di quali segni sono stati più affidabili.
L’ augurio di sollevare la testa verso l’alto ed attorno.
L’ augurio forse un po’ scomodo di lasciare il P.C. ed aprire la finestra!
Con simpatia , un augurio di felice, nevoso, poi ancora nevoso 2001!!
Nonno Giorgio
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Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
Colori ed odori di primavera.
Sensazioni di un cicloturista in un maggio di qualche lustro fa....
Non sono passati molti giorni da quando si parlava di neve a quote medio/basse.
Il sole ora lo vediamo bello alto.
E’ vicino giugno quando avrà il suo massimo fulgore.
Questa mattina in bici ho percorso la strada panoramica da Gabicce Monte a Pesaro.
Non a caso dalle mie parti quando si dice “la panoramica” si intende proprio quel percorso di 17 km che si snoda a quota 100/180 mt a picco sul mare, da Gabicce Monte a Pesaro.(da Rimini andata e ritorno sui 90 km.)
Noi cicloamatori lo riserviamo sempre a maggio, proprio per gustare la bellezza e la forza della prorompente stagione.
Un sole splendido, un mare cristallino e trasparente, lasciava intravedere i variegati fondali.
I colori blu ed azzurro del mare e cielo facevano un bel contrasto con il verde della campagna, anch’essa “macchiata” da grandi isole gialle e bianche. Le gialle ginestre ed i candidi grappoli fioriti delle acacie emanavano effluvi intensi di odori penetranti, intervallati da frequenti folate salmastre portate dalla brezza di mare.
Come non essere affascinati da una stagione che si manifesta come un grande inno alla vita!
Come non dire un grazie all’Autore di tanta bellezza, a Chi ci ha donato quel minimo di “sensibilità” che ci permette di godere delle bellezze della Natura. Natura dove la meteorologia ne è una parte primaria!
Giorgio
Situazione:
Quasi sereno, solo ad Ovest e NO , all’orizzonte, dei cumuli “estivi” con la classica forma di “testa con la chioma al vento” (chioma rivolta verso NE-scusate la descrizione “povera”), fanno intuire temporali possibili da quella parte. Vento debole da N.
Temperatura 21,9 Pressione 1016 stazionaria, Minima notte 12,4
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Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
Quando ancora, 24 anni fa, intervenivo nei forum Nazionali....
in seguito ritornato fra le quinte "surclassato" dai "lettori di carte"
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Guardando "fuori dalla finestra"Il "tipo" di circolazione a largo raggio ha una certa stabilità.
Mi ricorda vagamente la situazione di febbraio: un alta che a fatica ma con gradualità si "fortifica" e guadagna stabilità ed estensione a occidente delle coste Europee.
Sembra voglia adagiarsi salendo fino alla Scozia, sul mar di Norvegia.
Se il trend già iniziato da un mese(dopo l'"estate" di marzo), non ha bruschi "pentimenti", per me improbabili, andremo incontro ad un maggio fresco e piovoso specie sui versanti Adriatici e Balcani, specie nel periodo 5/20 del mese.
Come facevo notare in interventi dei gg. scorsi, vi è un'abisso nelle temperature Europee da quelle delle coste Atlantiche e limitrofi, a quelle delle zone continentali ed a EST.
Appena il centro di bassa si sposterà di qualche centinaio di km verso est, saremo presi dalle correnti settentrionali fresche.
La loro durata sarà determinata dalla resistenza dell'alta a barriera su Est Europa.
Spero di non averne sparate troppe e troppo grosse tutte in una volta!
giorgio1940 Rimini
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1.3.2004 neve
Gioia, dramma, Paradiso, scoramento
Vado in palestra alle 8,40
entro quando inizia ad intensificarsi la precipitazione: neve a larghe falde fittissima...
Non so resistere al chiuso...
Una veloce fuga alla porta .....
Fuori: il Paradiso!!!
Muro di neve già tutto bianco!!!
Rientro velocemente, e soffro ancora fino alla fine dell' "ora"
Mi precipito fuori: apoteosi bianca!
Neve più fine, asciutta e fitta!
Comincia ad attecchire anche in strada, campi e marciapiedi tutto bianco!
Siamo sul 1,5 cm!!!
A casa mi guardo in fretta la situazione in "rete": ottima!!!
la T è scesa a +0,1 !!!!!!
Non posso stare al chiuso!
voglio gustarmela appieno!
Sebbene già corso ieri, mi infilo le scarpette, prendo l'auto per evitare la "paciarina" dell'attraversamento cittadino e mi fiondo al mare!
Appena faccio 400 mt, vedo che la neve è mista ad acqua....
500 mt è ACQUA!!!!!
Appena qualche residuo sulle auto..... e dire che io l’ho dovuta scansare dal parabrezza con le mani prima di partire!
Arrivo al lungomare....
pioggia fine, nessuna traccia di neve : desolante!
Aspetto qualche minuto per riprendermi, troppo grossa la botta!
Decido, prima di andare a casa, di fare un salto in collina.
A casa mia pioveva con qualche fiocco fradicio in mezzo...
Supero la Circonvallazione, 400 mt a monte, e ......
riprende la neve...
Appena inizia la salita per il Covignano (il mio colle che inizia ad un km d casa) le neve è vera neve!
appena mi alzo di 50 mt, è una fiaba!!!
Neve asciutta, sottile,(quella montanara per intenderci), non attacca neppure al vetro della macchina.
Tutto strabianco, le siepi ed i rami come bianchi coralli...
Sulla strada prima una poltiglia, poi a 100 slm si fa arduo il proseguire senza gomme adatte.
Giro la macchina mi fermo ed esco, vestito da footing, troppo leggero forse per l'immobilità .....
Mi lascio coprire dai fiocchi fittissimi ed asciutti, resto immobile...
Passano nei miei occhi e nella mia testa tutti i momenti di attesa spasmodica degli ultimi giorni, delle ultime notti passate con il naso alla finestra a scrutare l'improbabile lampione....
Un fuoristrada arriva abbastanza veloce , rallenta, suona.....
Mi scrollo mentalmente ed anche concretamente la neve di dosso.
Penso chissà se nel frattempo, a casa.......
Mi ripulisco, mi stropiccio le mani intirizzite dalla lunga immobilità, salgo in macchina e con grande trepidazione discendo( ero solo a 2 km da casa, a 100 mt di altezza)......
All'imbocco della vecchia statale per S.Marino, dove finisce la discesa, la neve era già diversa, dopo 400mt era neve/acqua......
A casa acqua!
La temperatura +0,7 in aumento costante....
qualche timido fiocchetto di tanto in tanto non fa che aumentare la mia amarezza!
Rimini, Rimini! tu non vuoi bene ai "malati di neve" come noi!
ciao,
Giorgio
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A TV 2000
A TV 2000 - Piergiorgio Cappelli
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Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
Ho visto il video, bellissimo lo spazio che stai trovando sulle testate nazionali Giorgio!
Peccato che non ti abbiano fatto parlare di più della tua passione meteo, in prossime interviste dovresti chiedere di parlarne perchè credo sia davvero un pezzo di te fondamentale.
Una corsa in Paradiso
Dovevo farlo, non potevo subire l’inferno di stanotte, con lo scrosciare della pioggia sul vetro della mia finestra, scrosci rabbiosi, come incisioni di lama affilata, una tortura cinese protrattasi fino a mattina. La tensione, la rabbia accumulata in corpo era troppa!
Quante me ne ha fatte la malefica bora!!!!
Alle 16,30 parto in auto verso S.Marino. Il mio colle, il Covignano mt 151, delineava il confine della bora di stanotte. Come la prua di una nave rivolta a nord, aveva la poppa tutto bianca e le fiancate di prua scure. Dista solo 5 km dal mare e la cima 3 soli da casa mia.
A Dogana già la neve superava i 20 cm, e salendo cresceva a vista d’occhio.
Il paesaggio indescrivibile, ai lati della superstrada, i mezzi spartineve avevano eretto barriere superiori al metro e davanti agli esercizi pubblici, nei piccoli piazzali di parcheggio i cumuli accatastati superavano i due e tre metri.
A 400 mt di altezza ho dovuto parcheggiare l’auto, la strada era una bianca lastra di ghiaccio.
L’altezza della neve sui 35 cm.
Infilate le scarpette, su di corsa verso Borgomaggiore, l’avanzare era problematico in quanto le auto ti venivano incontro con pericolo di scivolarti addosso.
A Borgomaggiore mt 521, lascio la strada e mi inoltro nel sentiero sotto la funivia che porta sul Titano.
Uno spettacolo grandioso, la neve superava già i 40/45 cm, gli alberi variamente arabescati, quelli protetti dal vento carichi all’inverosimile di neve, altri incrostati di neve e galaverna di notevole spessore, il segno lasciato dalle “nubi basse”.
Sono le 17 e 10, il tramonto colora l’orizzonte con i toni più vari, arrivo giusto in tempo sul crinale Ovest, con la visione del Carpegna e Fumaiolo che tingono i loro contorni di indaco, rosa, poi di rosso….
L’entrata in città dalla porta Nord mi immerge in un paese surreale, i muri le porte delle case sono ancora incrostati di neve lasciata dalla violenta tormenta, quelle stradine che in estate sono il “passeggio” dei turisti alla ricerca di souvenirs nei fitti negozi, sono vere piste da bob, ecco infatti due papà con i loro figli con lo slittino mi fanno balzare dentro l’incavo di un portone.
I cittadini ancora spalano neve e ne fanno cumuli altissimi.
Arrivo alla prima torre, il camminamento sulla cresta si restringe ed i muretti che fanno da parapetto sono sommersi dalla neve, il passaggio è alquanto esposto. Gli alberi sono incrostati di gelo ed i fari da terra che illuminano il castello li rendono scintillanti come coralli, più avanti il colore dei sempre più fitti rami cangiano sul giallo ocra, colore donato dalle differente illuminazione.
La neve in cresta ha spessori irregolari, il vento ne ha disegnato forme bizzarre , ondulazioni fino ad un metro.
La corsa non è proibitiva, i fitti gradini nella roccia del sentiero sono nascosti ed ammorbiditi dalla neve. Dalla seconda torre alla terza, quella est, l’illuminazione manca, ma la luna, quasi piena, ed il chiarore della neve danno una luce insperata.
Qui in mancanza di altre fonti luminose, sono i raggi lunari che penetrando nei fitti rami incrostati di “galaverna” impreziosiscono d’argento questo nuovo tipo di “corallo”.
Avrei corso ancora tanto, estasiato da tanta bellezza non sentivo minimamente la fatica, ma da uno sguardo all’orologio constatavo che era già trascorsa un’ora, e dovevo tornare all’auto 350 mt più bassa. Il termometro digitale della stazione superiore della funivia segnava -3, e sulla cresta ovest, prima di prendere il sentiero che punta deciso verso il basso, qualche colpo di vento da ovest alza refoli di neve che sommati a quella strappata dai rami mi regala una discreta “nevicata”.
In basso verso sud “grumi “ luminosi evidenziavano i conosciuti paesi, verso nord la netta linea luminosa faceva intravedere le cittadine costiere da Cervia a Gabicce.
Vestito di scuro in quel chiarore, in discesa, i miei piedi nella neve vaporosa e soffice sollevavano nuvolette bianche, mi sembrava di volare, mi sembrava di sognare, ma sogno non era, ero veramente in Paradiso!
Giorgio
Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
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Qualche anno fa....
Bivacco Seveso 3420 al Tresero 3596.
Venerdì 6, i "soliti tre", io, Michele e Massimo, in partenza da Rimini alle 8 per il Passo Gavia.
Vi ero stato sul Gavia, con una Vespa 150(da Rimini), nei primi anni 70'.... strada sterrata, senza parapetti, strettissima....su burrone di 1000/1500 mt .-
E' cambiata poco, vi è solo l'asfalto in più.
Almeno 5 manovre per incrocio altri veicoli.
Molti ciclisti e motociclisti.
Alle 14 dal rifugio Berni presso la carozzabile si parte per il bivacco Seveso mt 3420.-
Vento sempre più forte da Nord e nubi che tagliano le vette a quota 3300 circa.
A 2900 mt iniziano tracce di neve recente.
Sopra i 3000 neve bagnata che cresce via, via ci si alza.
La mancanza di "ambientamento" all'altezza si fa subito sentire, e gli ultimi 200 mt con pendenze sui 40°, di sono faticosissimi.
Una decina di passi ed una pausa....
Neve "nuova" cm 15/20, sopra la vecchia più dura.
Alle 18 si arriva infreddoliti(vento fortissimo, con T attorno allo zero) ed esausti.-
Tolti gli scarponi, tutti vestiti, giacca vento compresa, nei sacco a pelo....
un paio d'ore per scaldarsi e ritemprarsi dalla fatica.
Il mio solito mal di testa e nausea mi debilita al massimo....
Fatta fondere la neve con il fornelletto, un buon the caldo ci mette in sesto.
Buona dormita la notte, nonostante il vento sibilasse paurosamente. Una sola uscita per bisogni fisiologici, alquanto pericolosa nel buio, in quanto il bivacco è proprio su una "lamina" di roccia, fissato con tiranti, e davanti alla porticina d'ingresso solo 50 cm di spazio.-
Alle 5 sveglia.
Purtroppo la nausea è forte, non mi permette di mangiare, sono vuoto di energia.-
I miei due amici s'incamminano sulla cresta superiore e raggiungono la vetta del Tresero mt 3596.
Io mi incammino verso il basso, alla ricerca di un equilibrio fisico, venuto a mancare per il troppo rapido sbalzo d'altitudine, subito in così poco tempo.
Il Panorama è stupendo, il cielo si è rasserenato ed il vento diminuito, la temperatura a -2.-
Le conosciute vette tutte intorno: Dal Gr.Zebrù e Ortles (scalati pochi anni prima), al Cevedale, il S.Matteo, il Bernina .....
Il ghiacciaio Dosegù al S.Matteo, imponente con i suoi numerosi seracchi...
La neve, bagnata la sera prima, ora è una lastra di ghiaccio...
ramponi e piccozza sono valido aiuto.
Alle 10 sono all'auto presso il rif Berni al Gavia,
Mi è tornato appetito, mangio e subito mi sento in perfetta forma…. Peccato, bisogna tornare!
I miei due amici, sazi per la vetta raggiunta, arrivano un paio di ore dopo.-
35 ore dopo la partenza di nuovo a casa.
+9
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Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
I “botti” del tempo che fu(alla vigilia di S.Giuseppe , la sera del 18 marzo, dalle mie parti era tradizione accendere falò e noi ragazzini fare i botti)
Da oltre 65 anni che non faccio i botti!
Allora, quando portavo i calzoni corti anche in inverno(così era la generale usanza) si facevano molto artigianalmente:
si prendeva lo zolfo in polvere, che usavano i contadini nelle vigne, per combattere le "malattie della vite", e loro un buon chilo te lo regalavano sempre, si mandava il fratello maggiore ad acquistare le "pastine di potassio"(era anche una medicina: i miei genitori me le facevano sciogliere in bocca per curare il mal di gola, ed erano molto efficaci), a noi bambini non le vendevano, sapendo poi l'uso pericoloso che ne facevamo.
Miscela di zolfo e potassio(polverizzato), un mucchiettino.... un sasso piatto sopra...
ed un calcione sopra con il tacco della scarpa.
A volte col botto saltava anche il tacco.-
Oppure, ma più pericoloso, si prendeva un grosso "bullone", così si chiamavano quelle grosse "viti" con dado, che fissavano le rotaie del treno alle traversine, allora in legno. Nel deposito ferroviario ve ne erano a centinaia, in disuso e arrugginiti. Noi ragazzi ne facevamo incetta. Si svitava il grosso dado e poi lo si riavvitava(molto dolcemente per evitare la scintilla esplosiva) con quella miscela esplosiva che penetrava nella filettatura.
Quanti incidenti! purtroppo... Bastava un movimento un po più brusco e ... partiva una falange, o ti distruggeva una mezza mano; anche mio fratello maggiore, allora, ha dovuto far ricorso alle cure ospedaliere. Il "bullone" così carico, si lanciava in aria, e quando toccava il suolo il botto era veramente forte.
Un fatto che allora fece "molto rumore" ci è successo a Marina centro.
A quell'epoca vi era fiorente il "club dei pataca", cioè una banda di amici del 40' che ne combinavano di tutti i colori.-
In spiaggia vi erano le cabine per i bagnanti in legno, ed anche una adibita a "bagno". Sotto vi erano le tre vasche biologiche, chiuse con dei coperchi rotondi in cemento.
Cosa vi era di meglio quella sera, che usare come "piastra" , uno di quei chiusini!
Su quello centrale si è fatto un grande "mucchietto" di "esplosivo"(ognuno ha dato quello che aveva, per il "botto dei botti"), tolti due dei chiusini di cemento attigui, si è tirato a sorte che doveva salire sul tetto di legno della cabina, li sopra, e far cadere il pesante "oggetto" , sulla "piastra"(il terzo chiusino), che copriva l'esplosivo, posto su quello della vasca centrale.
L'esplosione fu terrificante!
La cabina dove vi era l'amico, subito ritrattosi dopo il lancio, era scheggiata e imbrattata di m..da. Piazza Tripoli, li adiacente al lungomare, sotto una pioggia dagli effluvii indescrivibili....
Il giorno dopo la cisterna dei vigili del fuoco, con l'idrante a palla, a ripristinare l'"abitabilità" e la "fruizione"...... alla rinomata zona balneare.
Alla fine ci si divertiva con poco!
Ciao,
Giorgio
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Memorie di una dozzina di anni fa......
Dal lontano fine dicembre del 1996, quando vi furono due giorni di neve, caduta con temperature ampiamente sotto lo zero, che aspettavo, sognavo, farmi una sciata nel parco vicino.-
Allora “ricavai” cinque belle mezze giornate di sci da fondo memorabili, neve di ottima qualità, che rimase bella e farinosa anche successivamente, con il sole, per le massime sempre sotto lo zero.
Uscire dal cancello con gli sci ai piedi non ha prezzo!
Nei miei frequenti allenamenti podistici, nel vicino parco, disegnavo a mente l’ipotetico percorso che avrei fatto sci ai piedi l’inverno a venire, con della buona neve farinosa.
Ne son passati di inverni, ma di neve buona se ne vista poca.-
Quante varianti ha subito il “progetto” nel tempo!
Meglio passare fra i 4 pini sulla collinetta, o a lato vicino al fossato? Sarà meno faticoso risalire il bordo del laghetto con ampia curva in diagonale, o fare dei zig-zag per guadagnare quei 10 metri di dislivello. Al di la del laghetto ci si passerà, visto che il boschetto si sta espandendo? Quanti giri supplementari, correndo, si sono aggiunti ai programmati, per trovare soluzioni migliori!
Finalmente stamani il momento tanto bramato è giunto!
Una ventina di cm di buona neve farinosa era li che mi attendeva!, i -8 della notte l’aveva resa ottimale.
Che commozione calzare gli sci già dentro il mio cortile, uscire, attraversare la strada, qualche caseggiato, ed arrivare proprio li, a tracciare con gli sci quel “disegno”, quella “linea”, per tanto tempo rimasta “sulla carta”.
Sembrava che gli sci avanzassero di forza propria, già sapevano dove andare…
Quei due alberi a destra, quel muretto rimane a sinistra, la discesa prima della cascatella in diagonale fra i pini, la salita dal fondo lago in ampia diagonale fra i 5 abeti……
Uno stuolo di ragazzini(oggi scuole chiuse per neve) con slittini e bob, sul suddetto pendio prendevano notevole velocità, con il rischio di finire in acqua, mi guardavano incuriositi.-
Verso le 11 forti folate di garbino, portarono la temperatura appena sopra lo zero, e la neve velocemente “cambiò umore”. Sempre più sovente formava uno zoccolo sotto lo sci, ostacolando così lo scorrimento.
Ho dovuto, dopo poco, tornare. Ma anche il garbino mi ha voluto regalare emozioni: le raffiche più forti scrollavano la neve abbondante sui numerosi pini, procurando delle mini tormente, che riuscivano ad “imbiancarmi” in due secondi.- La mia cara neve riusciva a dare ancora “doni” a chi tanto l’amava.-
Dalla finestra il mio nipotino Gabriele vedendomi, di ritorno, varcare il cancello sci ai piedi, mi ha accolto con occhi sgranati, forti esclamazioni, ed un sorriso divertito.
Giorgio
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