E' vero...è una tradizione che per esempio in Svizzera si commemora il defunto con banchetti e brindisi, e devo dire la verità non trovo la cosa così disdicevole..il ricordare il defunto in maniera serena e senza senza esagerazioni credo che sia il saluto migliore per un amico,un conoscente,un parente che non c'è più....
Copio e incollo questo passaggio: Presso alcuni contesti il dolore della perdita è superato (o "esorcizzato") dalla gioia, che può essere dettata:
Detto in parole povere, una manifestazione apparentemente festosa o gioiosa durante un funerale, può avere un significato ben preciso: esorcizzare la tristezza del lutto.
- dalla convinzione per il raggiungimento di una dimensione ultraterrena: in tali contesti il rito funebre, pur senza intaccarsene la sacralità, è segnato da passaggi festosi e talvolta ludici, e le ritualità comprendono occasioni a volte di convivio, altre volte di canto (o di esibizione poetica), oppure
- dalla volontà di onorare la memoria del defunto dedicandogli un momento di piacere anziché di dolore, vivendo in suo onore un momento di vita piacevole e non di malgradita mancanza.
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
Ma è ovvio, ragazzi: la vita continua. Altrimenti non si esce più dalla depressione. La nostra cultura non è più quella di cinquant'anni fa, dove ai funerali bisognava per forza vestirsi di nero, ostentare tristezza, eccetera. Addirittura nei paesini del Sud, dopo la morte di un marito, per tutto il resto della propria vita le vedove dovevano (e da qualche parte devono tuttora) ostentare vestiti neri, evitare di sorridere, di ricostruirsi una vita e così via. Assurdo. Poi per fortuna la civiltà si è evoluta e adesso la morte è vissuta in maniera molto meno triste e drammatica che in passato.
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
Ok, ma spiegala... Cioè: dov'è sta il rapporto causa-effetto? Io posso benissimo non guardare la tele e applaudire a un funerale. Allo stesso modo uno può sapere vita morte e miracoli di tutte le vallette d'Italia e vivere in religioso silenzio tutti i funerali della sua vita... Capisci?
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
...da quando i bambini vanno a scuola con il trolley...non mi meraviglio di niente...![]()
Hai il link, che sono curioso? Io comunque trovo che la televisione giochi un ruolo diverso rispetto a quello che intendi tu, nei funerali. Mi spiego meglio: il problema non è tanto l'applauso in sè, che non costituisce niente di così brutto, anzi, e con l'avvento della tv c'entra ben poco. Il problema è la spettacolarizzazione della morte e la profanazione mediatica di funerali che dovrebbero essere privati ma troppo spesso diventano di dominio pubblico proprio a causa dell'informazione televisiva. Ma questo, sia chiaro, non è solo un fatto negativo. I funerali di Stato (penso a Falcone e Borsellino), sono questioni di dominio pubblico, non solo famigliare. Ammetto che c'è in giro tanta morbosità per i fatti di sangue (pensa a Cogne, al piccolo Tommaso, etc.), ma questi fatti, nel bene e nel male, se colpiscono l'opinione pubblica significa che la gente li fa propri, li interiorizza, partecipa emotivamente a queste tragedie. Il che è meglio che fregarsene, perchè non dobbiamo perdere la forza di indignarci di fronte a determinate ingiustizie. Poi so benissimo che tutto questo ha dei risvolti paradossali, che a volte si va al di là del buon senso... Ma se permetti, applaudire a un funerale non è poi così scandaloso. Il vero scandalo è quando lo spirito gossipparo travalica la tragedia della morte, ed ecco che tutti vogliono sapere vita morte e miracoli di un defunto, le circostanze della sua morte, etc.
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Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
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