
Originariamente Scritto da
Gdr
E' probabile che le leggi della casualità abbiano comportato il fatto che una specie animale qualsiasi su un pianeta qualsiasi abbia un giorno avuto il barlume dell'autocoscienza. Poteva essere un cane o un topo ed invece l'evoluzione ha concesso questo dono ad un primate come l'uomo. Magari, stante che l'universo è bello grande, chissà a quanti altri lo ha concesso, ma per quanto ci riguarda ad oggi questa ipotesi è davvero ininfluente.
In quest'ottica la presenza di un "dio" secondo me è assolutamente superflua perchè le leggi della fisica sono ampiamente sufficienti a spiegare tutto quello che ci riguarda e che ci circonda.
Ciò detto mi pare plausibile che la nostra "intelligenza" abbia qualche lacuna funzionale; a pensarci bene invece di farci vivere in pace ed in armonia con il pianeta che ci ospita ci fa comportare in modo ben diverso.
Sempre ammesso che tutto ciò sia vero, allora la religione è una risposta forse mediocre ad un difetto di fabbricazione; che bisogno c'è di credere in un "dio" quando in teoria il nostro pianeta è in grado di ospitarci in pace e senza stress ? Invece di pace ce n'è poca e di stress a bizzeffe ed allora ecco la religione. Qualcuno molto potente e superpartes che in teoria dovrebbe toglierci le castagne dal fuoco secondo meccanismi che però hanno mostrato molti limiti pratici. Non solo sembrerebbe che ci consenta allegramente di avviarci verso un olocausto globale, ma nel frattempo con una sofferenza dei singoli e dei gruppi sempre maggiore. La considerazione giustifica chi ogni tanto scrive sui muri "dio c'è, ma ci odia", ma è una teoria opinabilissima.
E tuttavia non posso fare a meno di pensare che chi crede in qualcosa di sovrannaturale in fondo è fortunato perchè trova in questa pratica del sostegno che in teoria può anche tradursi in beneficio per se stesso ed anche per gli altri. La fede come dinamo di energie emotive che rendono la vita migliore. Perchè no ?
Ovviamente le esasperazioni sono sempre possibili, la difettosa mente umana nella sua costante ricerca di un equilibrio a volte nella religione trova ulteriori elementi di disturbo, ma non credo che questo possa cambiare la mia opinione sulle fedi religiose.
Io ho smesso di credere da molto tempo, ma non per questo mi sento migliore o più intelligente come inevitabilmente l'ateo rischia di fare verso chi invece ha una fede. Anche se non lo ammette, per l'ateo chi ha una qualsivoglia fede è un pirla, non riuscirai a farglielo ammettere neppure sotto tortura ma dentro di se ne è fermamente convinto; pirla o qualcosa di molto assomigliante.
Io non mi sento ateo, mi sento troppo preso nei miei problemi terreni e nel malfunzionamento della mia labile intelligenza per pensare ad un "dio" che mi protegge, ma sono convinto che quando dovessi accorgermi che sto per morire forse ne pregherò qualcuno, e sono convinto che anche il più razionale e pragmatico laico farà lo stesso, pregare qualcuno che non si vede e che la scienza non spiega fa parte dei suoi difetti mentali come dei miei.

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