Sono d’accordo con Remigio Zago, nel ritenere che almeno fino alla fine del mese di febbraio non sono da mettere in conto altre irruzioni di aria polare verso le nostre latitudini. Infatti nei tre lobi nei quali è frantumato il vortice polare non sono ravvisabili avvezioni fredde idonee a proiettarli verso il continente europeo (vedere il geopotenziale della 100 hPa previsto a 10 giorni da ECMWF su Institute of Meteorology: Winter diagnostics). Ma d’altra parte è ancor più improbabile anche l’ipotesi opposta, ovvero un ricompattamento del vortice polare almeno fino alla fine del mese. Anzi nei prossimi 10 giorni ECMWF (vedi fluxes sempre su Fachbereich Geowissenschaften: Seite wurde nicht gefunden) prevede che nel circolo polare la circolazione stratosferica zonale diminuirà ancor più ( vedi du/dt <0 a 10 hPa), come dire che si rinforzerà la circolazione anticiclonica ora presente al Polo Nord.. Il mancato ricompattamento del vortice polare lascia aperta la prospettiva che i 3 tronconi nei quali il vortice resterà a lungo suddiviso, prima o poi torneranno a colpire a più basse latitudini. Insomma probabilmente l’inverno non è finito, anzi, riteniamo molto probabili altre sorprese…. fredde in marzo. Questa ipotesi è confortata, oltre che da quanto appena detto, anche dalla costatazione che sono ancora attive tutte le 3 anomalie che hanno favorito un inverno “old style”: l’attività delle macchie solari seguita ad essere su valori minimi ormai da 4 anni; la QBO è in fase di ulteriore discesa verso valori negativi ancora per qualche mese; l’innevamento nell’emisfero Nord anche in febbraio è su valori tra i più elevati degli ultimi 40 anni ( vedi Current & Recent NCEP/NCAR Reanalysis Snowcover Statistics)