Non è certamente facile uscire da una fase ove il vortice polare troposferico ha dato "il meglio di sè" con o senza l'aiuto (sporadico) da parte di una stratosfera iperfredda e soprattutto nel polo canadese.
La perdita di vorticità in pieno oceano Atlantico dipende dal rallentamento della spinta che le velocità zonali operano sulle masse artiche e, volenti o nolenti, in tal senso i GM ci danno dei segnali.
Non è cosa da nulla passare da una situazione quale quella attuale ove le vorticità potenziali ai confini con la tropopausa passano da così:



a così:


Occorre procedere per gradi nel valutare alcuni elementi quali:

  1. la presa di vorticità da parte della depressione semipermanente aleutinica in grado di conferire nuovo tono e collegamento tra la corrente a getto passante sul Pacifico e quella sull'Atlantico;
  2. i progressivi intensi flussi di calore che si stanno palesando attualmente specie sulla wave 2
  3. l'impatto che gli stessi avranno nel "merito" di operare proprio sul rallentamento delle masse artiche finora invasive del comparto atlantico;
  4. il distacco di nuclei molto freddi dalle regioni artiche asiatiche e del nord Pacifico verso la Siberia centro - orientale.
  5. e, in sintesi la riapertura di una fase contraddistinta da efficaci prese dinamiche interoceaniche con possibili blocchi alla circolazione zonale e oceanica (riterrei per la seconda decade di gennaio) dopo essere obbligatoriamente transitati verso una fase oceanica "fredda" ove la perdita di tono delle weasterlies consentono una migrazione verso le medie latitudini di aria polare marittima e una generale diminuzione dei geopotenziali.