Ad oggi - almeno credo - non esiste un parametro di misurazione della BDC.
Ci sono invece tutta una serie di dinamiche legate ad indici teleconnettivi che rendono bene l'idea della vitalità di questa importante dinamica di trasporto.
Solo per fare alcuni esempi, dal momento che stiamo parlando di un meccanismo di trasferimento tropico/equatoriale - poli, banalmente l'assenza di onde planetarie o di Rossby, un eccessivo waves number, una Madden Julian Oscillation con magnitudo molto debole o assente, un fattore Enso come in questo caso potenzialmente esplodentee che invece rimane a livello oceanico stemperandosi senza riuscire a realizzare il coupling oceano-atmosfera necessario alla sua realizzazione.... beh sono tutti segnali evidenti di una componente di trasferimento verticale / meridiano delle masse d'aria molto debole.
Del resto, nella fase in cui ci troviamo, dopo un evento come quello di metà aprile (sostanzialmente un FMW) che ha squassato la strato e poi la troposfera (con evidenti riflessi sulla stagione appena finita ) capitato nel momento in cui gli strascichi dello stesso hanno condizionato i mesi successivi, non appare strano che la Brewer Dobson Circulation possa essersi indebolita stante un fattore Qbo attuale che, pur nella graduale rinascita del vp, non incentiva ancora pienamente la rinascita di dinamiche verticali.
Concordo pienamente con Remigio quando parla della necessità di un'inversione di segno dell'indice per facilitare la ripartenza dell'attività delle onde planetarie.
Credo non manchi tuttavia moltissimo e nel contempo vivremo ancora in parte di.... rendita.![]()
Matteo
Grazie matteo per avermi risposto, tutto chiaro. Il wave number elevato sfavorisce la propagazione verticale d'onda, l'enso debole e pure la MJO attuale, mostrano al momento una scarsa convezione equatoriale e quindi il trasferimento verticale è al momento penalizzato.
Ho trovato un'interessante studio di Ying Li e Thompson (2013):
The deep, equator-pole branch of the stratospheric BDC is driven primarily by planetary scale wave breaking in the extratropics (Yulaeva et al. 1994; Holton et al. 1995; Ueyama and Wallace 2010; Zhou et al. 2012; Grise and Thompson 2012). The planetary wave entering in the extratropical stratosphere can be measured by the vertical flux of wave activity in the lowermost stratosphere (e.g., Waugh et al. 1999; Newman et al. 2001; Randel et al. 2002a; Polvani and Waugh 2004), which is proportional to the zonal-mean meridional eddy flux of heat at 100 hPa: [v∗T∗]100hPa, where the brackets denote the zonal mean and asterisks denote the deviation from zonal mean.
Formuletta per "calcolare" la BDC standardizzata: BDC(i) = 2 × [v∗T∗]100hPa, 30−90◦N (i − 1) + 1 × [v∗T∗]100hPa, 30−90◦N (i) dove i è il mese corrente.
In pratica per farla semplice basta guardare gli heat flux a 100hpa per farsi un'idea, maggior attività verticale d'onda planetaria = BDC++
Effettivamente gli Heat flux al momento sono sotto media anche se in ripresa, si vede bene soprattutto dal grafico NOAA.
Ecco il link del pdf: http://www.atmos.colostate.edu/ao/Th...n_JGR_2013.pdf
abbiamo già scritto che una BDC autunnale debole statisticamente è stata seguita da freddi inverni in Europa,
un esempio su tutti l'inverno 1980/1981:
Immagine.jpg
Gia', ottimo Morpheus. Le onde , anzi l'onda, perche' la Rossby è la piu' determinante, essa è chiaramente influenzata dai venti che scorrono da ovest-est a quelle quote e nel "fiume" in cui operano , si muovono fronti e masse d'aria di diversa fattura. La serpentina di queste onde,in prospettiva invernale e se esse saranno parecchio inerpicate in senso verticale ,tanto da favorire piu' scambi per meridiani e data come detto dall'intensita' dei venti a quote tra i 12.000 e i 18.000mila metri. Ma cosa puo' intensificare tali venti, e quindi darci tra un po' , piu' avanti, l'idea che potremmo farci sulle possibilita' configurative d'assetto per il prox.autunno -inverno?' Gli scambi che avverranno in corso del cambio stagionale emisferico tra l'area Equatoriale, piu' calda e le aree meridiane piu' alte (scambi tra celle), che se avran visto la zona Equatoriale scaldarsi molto piu' dei meridiani superiori (ed io credo che vista l'estate in corso, propenderei per un bel si'...) allora i venti "cellulari" subiranno si' un accelerazione ma anche forti rallentamenti, ovvero dinamismo accentuato e sara' proprio in quei "rallentamenti" , ove l'onda planet. si ferma quasi, che la saccatura della stessa si fa' piu' pronunciata ma al contempo molto favorevole agli scambi per meridiani. Infine sottolinerei una statistica; difficile ritrovare negli annali, due inverni simili,consecutivi,in tal caso miti come lo scorso.Piuttosto raro.
Sicuramente.L'AMO - è una manna dal cielo per quelli che come me non amano il semestre caldo mediterraneo ma dice poco per quello freddo.Ricordiamo anzi che nel 2000 l'AMO fu negativa per diversi mesi e l'inverno seguente fu un inverno mancato al sud e mediocre al nord.
Ecco come se l'immagina Cloover:
"...la situazione attuale si sposa perfettamente con la correlazione
BDC strong --->POLAR VORTEX WEAK , anticipando quelle che sono le condizioni per un Inverno dinamico ,con waves pimpanti e soventemente stazionarie (Ondate di freddo e/o neve sull'Europa centro meridionale), rientrando nella casistica dibattuta poco sopra, con elevatissima correlazione (siamo probabilmente oltre il 90%)."
Ho riportato solo il riassunto finale scritto nel forum toscano.![]()
Perfetto.
Avevo già precedentemente postato quei grafici dell'heat flux in bassa strato.
Direi che il mese di settembre è poco significativo. Molto di più lo è invece il mese di ottobre deputato ad un robusto raffreddamento della strato.
E' il mese che in condizioni di un heat flux significativo permette alla media alta strato di non arrivare già troppo fredda al mese di novembre che è il mese più... a rischiodi repentini raffreddamenti soprattutto qualora venga sollecitata da pericolosi forcings dal basso.
Matteo
Aggiungo inoltre che le conseguenze di un'attività d'onda e quindi di flusso verticale sono alla base di vari studi quali quello di Cohen sullo SNAI ( e anche quello sull'OPI benché - a mio avviso - troppo mediato in quanto passante attraverso le evidenze dell'AO index) in quanto operano sui fattori quali l'ellitticizzazione del vortice polare fondamentale affinché vi siano i crescenti apporti nevosi alle medie latitudini eurasiatiche nel mese di ottobre.
Ellitticizzazione e quindi forcings dinamici che potrebbero rivelarsi importanti visto che non vi sarebbe una naturale propensione ad uno sviluppo del vp(s) nel settore eurasiatico:
![]()
Matteo
nulla di nuovo, casomai lo ricordiamo:
Analisi stratosfera 2013-2014
e ancora:
Analisi stratosfera 2013-2014
se osserviamo nel mese di ottobre (nell'intervallo 60/30 giorni dall'inizio dell'inverno) un heat flux sotto la media
allora è più probabile un VPS debole,ripeto è più probabile , quindi non vi fate "film",
non è detto che in un angolo del nord emisfero si risenta di un VPS debole, nè tantomeno quando il VPS è forte :
heat flux.png
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 08/09/2014 alle 11:33
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