Il periodo che andò da circa il 1000 al 1400, con picco attorno al 1200 per il Nord Europa e 1300 per l'Europa centro/meridionale, fu più caldo dell'attuale. Difatti in Groenlandia fu presente una congrua colonia normanna, con più di 300 fattorie e due sedi vescovili.
Inoltre erano soliti attrezzare aree di caccia nel cuore del bacino artico. Probabilmente il sud Europa, in particolare il Sud del Mediterraneo, visse un clima più umido dell'attuale. La differenza sostanziale rispetto ad oggi, fu l'asimmetria dell'evento tra la parte asiatica e quella Atlantica. In Cina, in particolare, in quell'epoca sono segnalate cali di latitudine di varie specie arboree, nonché una difficoltà nella produzione dei tanto amati mandarini. Anche i Giappone si nota un ritardo nella fioritura dei cigliegi, pianta li sacra di cui esistono registri di lunghissimo periodo. Da ciò che emerge sulla base dei fatti storici, pare che il core del VP si fisse dislocato in posizione più a "Est" rispetto all'attuale posizione e ciò abbia favorito rimonte subtropicali importanti sull'Atlantico. L'asse di queste rimonte pare però obliquo, e per questo, come detto, il Mediterraneo del Sud fosse coinvolto meno direttamente.
A proposito della PEG invece, è sempre importante ricordare che la parte più importante di quel periodo fu l'estate e non l'inverno (seppur, come sappiamo, si trattò di inverni duri), poiché è quella stagione che più caratterizza quel periodo (d'altra parte senza estate fredda non si può parlare di fase fredda")
Non fu più caldo dell'attuale, questo non è evidenziato dai proxy che ricostruiscono un Medioevo magari (ripeto: magari, secondo me ormai siamo su quei livelli anche lì) più caldo alle latitudini artiche e scandinave rispetto a oggi (ovvero il 2020, è bene specificarlo perchè il clima del 2020 è già molto diverso a livello continentale dal clima del 2000), ma non di certo nel centro-sud Europa, dove credo che al massimo le medie 61-90 o 71-00 siano comparabili con il periodo più caldo.
il td della paleoclimatologia
In realtà la storia del clima del pianeta è dominata da questa legge: i periodi glaciali sono sempre più variabili dei periodi interglaciali.
Le ragioni sono ascrivibili a mio parere al fatto che i contrasti sono maggiori tra basse e alte latitudini, e per colmarle le onde planetarie (di Rossby) sono più ampie di quanto accada in un mondo più caldo, in cui il delta termico è più attenuato.
Con una circolazione meridiana ( onde di rossby più ampie ) in realtà il fronte polare va ad occupare latitudini più alte, in questo modo aria subtropicale arriva alle alte latitudini molto frequentemente , specialmente nella stagione estiva anche dentro al circolo polare artico riscaldando di molte suddette zone e sciogliendo il ghiaccio artico ( oltre che dalle correnti marine più
calde ) come contro risposta dinamica scende aria dell'artico verso le basse latitudini contraddicendo momentaneamente un trend di riscaldamento di fondo.
Viceversa in un raffreddamento avviene l'esatto contrario, ovvero, il fronte polare si abbassa di latitudine portando aria polare appunto più a sud sia marittima che continentale, gli scambi meridiani si riducono di molto e le alte latitudini si raffreddano abbastanza rapidamente, il risultato è l'aumento del ghiaccio artico al polo e man mano che il fronte polare scende si raffreddano anche le basse latitudini.
L'ampiezza delle onde di rossby va ricercata nella conservazione dell vorticità assoluta quale somma della vorticità relativa legata alla conservazione del momento angolare e della vorticità planetaria legata alla forza deviante della rotazione terrestre quale nulla all'equatore e massima ai poli.
Il fronte polare resta sempre a latitudini più basse durante un periodo più freddo, ma ciò non toglie nulla all'ampiezza delle onde di Rossby, che non devono necessariamente essere viste come calde quanto oggi.
Non bisogna nemmeno confondere la circolazione prevalente (zonale durante i periodi glaciali) con l'ampiezza delle onde.
E' possibile benissimo conciliare una circolazione zonale (non meridiana) con una maggiore varianza legata a una scarsa frequenza (ma notevole ampiezza) delle onde di Rossby.
Sì, infatti non hai detto inesattezze a voler spaccare il capello in quattro . Però l'affermazione "fu un periodo più caldo" va accompagnata al contesto geografico: ciò è valido per le latitudini artiche e nord-europee, ma già per le Alpi oggi la situazione dei ghiacciai potrebbe essere peggiore e segno che si è superata la soglia del periodo caldo medievale (da cui la mia affermazione che probabilmente potessero corrispondere alle medie 71/00), mentre per il Mediterraneo i proxy indicano che quanto meno in estate il periodo recente non ha nessun paragone nell'Olocene (nemmeno con l'Optimum addirittura!).
Ma difatti scrissi che il Mediterraneo meridionale probabilmente fu più umido...
Prendi il ponte "Dell'ammiraglio" a Palermo, costruito a cavallo del 1100. Guarda che campate che ha. Segno che la portata del fiume che ora è ridotta, all'epoca poteva divenire imponente. E questo è un proxy storico/archeologico, poiché i documenti inerenti alla sua costruzione suggeriscono ciò.
I proxy isotopici sono affidabilissimi, ma non hanno troppo dettaglio temporale. Quindi appena si può è fondamentale affiancarli con proxy dal più delineato profilo temporale.
Lascerei perdere l'optimum interglaciale, poiché in quel caso l'incertezza è elevata nel delineare fasi temporali strette. La sequenza isotopica più dettagliata la si è ottenuta solo in Groenlandia (il ghiaccio è un archivio straordinario) con una definizione minima di 20 anni +/- 10 anni (se non ricordo male)
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