Quest'inverno passerà alla storia come uno dei più miti degli ultimi decenni, perlomeno per quanto riguarda i valori minimi, medi e l'Italia; il Vortice Polare, dapprima spavaldo in dicembre, poi steso a suon di surriscaldamenti stratosferici dovuti a brillamenti solari e fisiologici ridimensionamenti dopo il periodo di iperattività, ha splittato quasi completamente per ben due volte, regalandoci veri e propri momenti di didattica pura.
Peccato che, una volta da nord, una volta da est, le colate gelide direttamente collegate al grande trottolone ci hanno sfiorato di 500, massimo 1000 km, lasciando a bocca asciutta tutti gli appassionati di freddo e neve.
Linea di convergenza intertropicale troppo alta? Solo casualità? Anomalie termiche marine che non hanno favorito l'erezione dell'anticiclone delle Azzorre verso nord? Tutti ci siamo dati da fare per cercare le cause delle configurazioni che si sono create, e sono stati raggiunti risultati più che condivisibili, che invito tutti a studiarsi per bene per capire una volta di più che la Natura è affascinante tanto quanto è complicata da tradurre.
Non è un caso che tra i vari fattori teleconnettivi siano stati tirati in ballo anche la QBO e la ENSO, due indici che durante questo inverno non potevano rivelarsi più sfavorevoli di così. Adesso però qualcosa sta cambiando da questo punto di vista, ma ve ne parleranno più approfonditamente gli altri ragazzi, che monitoreranno la situazione assieme a me.
E comunque proprio questo cambiamento, unito al fatto che il gradiente termico delle medie latitudini sta raggiungendo il massimo annuale, sta permettendo all'instabilità baroclina di farsi sempre più decisiva per le sorti del tempo nel nostro emisfero, soprattutto negli ultimi giorni. Tra Terranova e l'Oceano Atlantico orientale difatti si stanno affrontando a muso duro due masse d'aria di natura completamente opposta: una mite e molto umida in arrivo dal Golfo del Messico, l'altra gelida ed estremamente secca dalla Baia di Hudson. Ecco allora giustificata la lunga banda nuvolosa che scorre lungo le coste orientali statunitensi, composta al momento solamente da nubi alte talvolta dense (escluse le coste sul Golfo del Messico dove ci sono anche dei temporali ben definiti); ma proprio questa banda nuvolosa delimita la linea della Corrente a Getto che, anche sotto l'azione delle interferenze orografiche, inizia lentamente ad ondeggiare, richiamando in direzioni diverse l'aria artica canadese, a causa della formazione di piccoli minimi depressionari (direttamente legati a deboli Onde di Bjerkness).
Bene, vedete quella piccola onda che ho indicato nell'immagine satellitare cerchiandola con puntini verdi? Seguitela, perché sarà proprio LEI a sviluppare il grande ciclone artico che nella prossima settimana investirà l'Europa.
Per darvi una traccia per seguire l'evento nelle 4 mappe GFS che seguono vi ho indicato le vicissitudini della linea frontale che ci interessa (quella segnata nella immagine satellitare), e che introdurrà l'aria artica sulla nostra Penisola: da notare innanzitutto che fino a sabato mattina essa avrà larghe possibilità di crescita, perché dovrà ancora cominciare ad occludersi. Da quel momento in poi invece oltre all'aria artica canadese entrerà in gioco anche quella marittima che fluirà direttamente dal Polo, ma proprio a causa dell'inizio del processo di occlusione a noi toccherà (almeno in un primo momento) solo la prima, un po' stemperata dal passaggio sull'Oceano, ma sempre in grado di generare bruschi cali di pressione.
Comunque, andando con ordine, prima dell'arrivo del fronte freddo ecco che il prefrontale domenica inizierà a farsi sentire con il Libeccio e nubi sempre più dense, a partire da nord. Lunedì entrerà il fronte freddo al suolo, a partire da nord-ovest, ma soprattutto da Toscana e Sardegna, direttamente investite dal Mistral; come si nota dall'ultima mappa però in un primo momento l'aria fredda in quota rimarrà confinata al di là dei nostri confini (osservate le isoterme in quota), e dovremo attendere la sera per vederne un'entrata franca sulle regioni italiane.
Effetti? Evoluzione successiva? Perché? Percome? Lascio la parola agli altri ragazzi del Comitato Scientifico