La presente discusione si colloca nell'ambito sperimentale e di ricerca sulle previsioni stagionali, il cui target (assai diverso da quello di corto, medio o lungo termine in cui si fornisce una previsione puntuale di una miriade di variabili meteorologiche) è semplicemente quello di una indicazione di stagione più fredda (più calda) rispetto ad una media climatologica prefissata. Il successo del monitoraggio del proxy che discuterò successivamente implica che una indicazione parziale (perchè ne consideriamo uno solo di predittori) di stagione più fredda (più calda) della norma, sia rappresentata a partire da un -0.01° (+0.01°) su di una estensione maggiore del 50% del territorio nazionale.

Inoltre questa discussione si colloca sulla falsariga di quella di Blizzard che riguardava il monitoraggio di un indice d'impatto sulla stagione invernale collegato alle anomalie termiche sulla superficie oceanica a largo dell'isola di Terranova. Probabilmente tale indicatore è quello più remoto (cioè con maggiore lag time) nell'incidere sull'attività invernale dell'Oceano Atlantico.
In base a questo predittore è attesa un'indicazione di NAO negativa nel trimestre invernale.

Non meno importante è il predittore che consideriamo quì, la copertura nevosa dell'emisfero nord (NH) in estate. E' stato dimostrato attraverso una correlazione assai alta (superiore a 0.65 con p-value di 0.1%) che l'estensione della superficie coperta dal manto nevoso in Canada ed in Eurasia in estate ha un effetto calmierante sull'attività tempestosa e ciclonica alle medio-alte latitudini atlantiche in inverno, in accordo ad una NAO negativa (Saunders et al. 2003).



Come è possibile osservare dalla figura la massima correlazione avviene in Luglio-Agosto con un tipo di NAO riportata in fig. b), che è più spostata verso l'Europa rispetto a quella tradizionale e considerata, a sinistra nella successiva immagine, dal Climate Prediction Center (CPC).



Questa figura o pattern è ottenuto calcolando la pressione media sul livello del mare attraverso le rianalisi NCEP/NCAR (NAO secondo Hurrell, 1995) con un procedimento parecchio oneroso, che può essere anche automatizzato. Tuttavia vorrei mostrare come tale pattern è molto più simile alla oscillazione artica AO (a destra nell'immagine precedente) che non alla NAO mantenuta sul sito del CPC. E dunque fatta salva l'alta aleutinica che non viene quì considerata, si pensa di intraprendere la scorciatoia di considerare l'indice AO (mantenuto sul sito del CPC) in luogo della NAO di Hurrell.

Il seguente grafico riporta il dato trimestrale dell'indice AO. Vi sono picchi e valli di ampiezza all'incirca biannuale. Per validare questa mia scorciatoia occorre almeno capire se ogni valle (picco) dell'indice AO è sopvrapponibile ad una picco (valle) dell'estensione dell'copertura nevosa nel NH in Lugio-Agosto precedente. Infatti se la copertura nevosa estiva è alta, in accordo alla prima figura di Saunders et al. è anche alta la probabilità di un vortice polare disturbato, cioè AO bassa in accordo alla seconda immagine.



Nel sito di Metcheck (http://www.metcheck.com/V40/UK/FREE/winter.asp) è già riportato il grafico della copertura nevosa presa da Rougers Snow Lab (http://climate.rutgers.edu/snowcover/). Non posto la figura ma credetemi, o verificate voi, se vi dico che si perde la corrispondenza sui picchi-valli dal 1998 e precedenti (oltrechè nel 2005). Quindi non si intravede una correlazione adeguata tra AO invernale e copertura nevosa estiva sull'emisfero nord.

Tuttavia il grafico picchi-valli diventa sovrapponibile negli ultimi 15 anni se invece di considerarre la copertura nevosa del NH considero solo la copertura nevosa in Eurasia (High Summer Eurasian Snow Cover, HSESC). Da notare che la corrispondenza si perde nel 2005-06 ma, d'altra parte, siamo in un triennio di decremento dell'HSESC ed ahimè, l'indice AO è schizzato in alto nello scorso inverno ....un saluto a chi legge