la mia era solo una stuzzicazione, come ben sappiamo dal 1450 al 1850 ci fu la piccola era glaciale ( la sua anomalia massima si raggiunse tra il 1650/1750 e fu di un solo gradi in meno rispetto ad oggi ), prima dal 800 al 1200 circa ci fu il medieval warm ( Temperature addirittura superiori a quelle odierne ), inoltre attraverso gli scritti di storici romani sappiamo che nell'epoca romana ( d.c. ) gli inverni erano più rigidi e nevicava spesso anche a Roma.
Vorrei capire una cosa...l'optimum interglaciale (quello in cui il clima era più cado dell'attuale) quando è avvenuto? Dopo quest'optimum c'è stata qualche glaciazione? Perchè se c'è stata penso che prima di avere un'altra glaciazione dovremmo avere un altro optimum, magari senza ghiaccio ai poli nei mesi caldi
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Concordo. La scienza è scienza, e quando sbaglia, quando approssima, quando è ancora incerta e non ha idee definite e di valore assoluto, è in grado da sempre di autocorreggersi, di indirizzarsi diversamente e di arrivarci pian piano. Ma mai nessuno al di fuori della scienza stessa ha potuto farlo. Non esiste che l'opinione di chiunque passi per strada sia uguale o contrapponibile a quella espressa da chi di dovere nelle pubblicazioni scientifiche, in nessuna ipotesi.
E se la scienza, se la maggior parte degli scienziati e delle pubblicazioni, sono in errore o non hanno ancora capito bene la questione, allora l'uomo della strada è semplicemente condannato. Ma non ad avere un'opinione diversa, bensì alla non conoscenza.
Ciao
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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Always looking at the sky
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ho trovato questo interessante articolo sull'epoca romana, l'unica cosa strana è che esso parla del periodo avanti cristo, invece io avevo letto da un'altra parte che si trattava di dopo cristo, boh.
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16887
Vi posto alcuni brani di un articolo (per certi versi contraddittorio) comparso sul numero di Selezione dal Reader's digest del gennaio 1989 (!), a firma di Lowell Ponte (un ricercatore del Pentagono, almeno mi pare). Il pezzo includeva pure un delizioso cammeo di Guido Caroselli intitolato "tempo: ancora prevedibile ?".
Ecco a voi:
"Un tempo gli scienziati supponevano che il nostro sole brillasse sempre con la stessa intensità. Ma le misurazioni fatte dai satelliti artificiali hanno confermato che il sole regola il suo termostato sul ciclo di 11 anni delle "macchie solari" magnetiche. Più sono le macchie, più l’ astro brilla.
L’ attuale ciclo dovrebbe raggiungere l’ acme nel 1991. In quell’ anno il sole potrebbe ardere con più forza che durante l’ ultima punta massima del ciclo delle macchie solari, risalente al 1980. Eppure, secondo recenti scoperte dei climatologi Karin Labitzke dell’ Università Libera di Berlino, e Harry van Loon del Centro naz. Ricerche atmosferiche di Boulder , Colorado, conseguenza di una simile situazione potrebbero essere inverni più freddi ed estati più calde per gran parte dell’ emisfero Boreale. Si ritiene che le macchie solari influenzino i forti venti che ruotano intorno al Polo nord, e che a loro volta potrebbero incidere sulla direzione di altri venti sul pianeta, tendendo a spingere aria fredda verso sud in maggiore quantità.
Oltre a questo ciclo di 11 anni, ce ne sono di più lunghi, compreso uno che va dagli 80 i 100 anni e che raggiungerà il suo massimo nel 2010. In questo caso il sole potrebbe brillare ancora di più.
Un altro periodico cambiamento solare è caratterizzato da un numero limitato di macchie come la Minima Maunder, che porta il nome di E. W. Maunder, astronomo dell’ osservatorio di Greenwich. Negli anni novanta del secolo scorso Maunder trovò la conferma di un fatto insolito: quasi nessuna macchia era stata osservata tra il 1645 e il 1715, un periodo dei più strani nella recente storia meteorologica, un periodo che fece parte della cosiddetta Piccola Era Glaciale e fece battere i denti a tutta l’ Europa. Tra il 1650 e il 1660 il Tamigi gelò frequentemente e i londinesi potevano camminare sulla sua superficie ghiacciata…Dal 1950 ci godiamo il tepore di un sole insolitamente maculato, almeno secondo John Eddy, dell’ Associazione Universitaria per le ricerche atmosferiche di Boulder, nel Colorado. Ma Eddy avverte che quando il numero delle macchie solari tornerà normale il clima terrestre potrebbe raffreddarsi rapidamente e in una misura tale da controbilanciare l’ aumento di calore previsto per l’ effetto serra."
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