Da PFISTER e LUTERBACHER,
Variazioni CLIMATICHE IN europa DOPO L'ALTO medioevo: NUOVI APPROCCI E RISULTATI
"quanto FU CALDO IL periodo caldo medievale (PCM)?
Il termine PCM designa un intervallo (dal 900 d.C. al 1300) di temperature elevate identificato per la prima volta nel nord Europa. Per questa ragione il progetto principale della Intemational Geosphere-Biosphere Program (IGBP), noto con il nome di PAGES (Past Global Changes) identifica il PCM come periodo focale per ricostruzioni dettagliate di parametri climatici, per mezzo di comparazioni con i valori attuali. Una migliore comprensione dei regimi del clima che fu in un periodo caldo, può essere veramente vitale se vogliamo distinguere tra variabilità naturale e risultato delle influenze antropogeniche sul sistema climatico. In questo senso, i cambiamenti regionali e stagionali durante il PCM forniscono uno scenario climatico per il XX secolo senza perturbazioni antropogeniche. La maggior parte delle ricostruzioni climatiche del PCM si basano su indicatori indiretti, come gli anelli di accrescimento degli alberi, antiche morene glaciali, ecc. che sono però relativi al periodo caldo dell'anno. Pochi sforzi sono stati fatti, invece, nella ricostruzione delle temperature invernali. Con Jürg Luterbacher abbiamo tentato una ricostruzione, su un arco di tempo di 550 anni, delle temperature invernali del Primo e Alto Medioevo nell'Europa centro-occidentale, a partire da dati documentari indiretti che si riferiscono a processi in atto nell'ambiente naturale connessi all'andamento delle temperature (ghiaccio, neve e attività delle piante). In seguito mi sono dedicato al periodo 1100/1300. Al fine di risparmiare tempo non starò in questa sede a spiegare come sono state prodotte le stime della temperatura, per le quali rimando al nostro lavoro (Pfister et al., 1998).
Innanzitutto si è potuto concludere che il PCM non è stato un periodo durante cui gli inverni erano omogeneamente caldi; piuttosto esso consiste in un'alternanza di periodi caldi e freddi come nella Piccola Età Glaciale (PEG). La lunghezza d'onda di queste fluttuazioni varia fra 20 e 40 anni, dato questo che si accorda con quello della circolazione termoalina sull'Oceano Atlantico Settentrionale (Stocker, 1995). Il clima invernale nel corso dei 240 anni tra 1090 e 1329 può essere diviso in tre periodi. Durante il primo, dal 1090 al 1179 le temperature medie invernali dell'aria, erano a livello dell'ultima fase della PEG (1700-1900). Nel secondo periodo (1180-1299) l'inverno medio era caldo come quello del periodo 1961-1990. Nella parte iniziale di questo periodo caldo (1180-1209) le temperature invernali erano perfino un po' più alte di quelle del periodo 1961-1990, ma sotto il livello degli anni '90. Nel periodo 1210-1299 esse erano vicine al periodo 1961-1990. Riassumendo: gli inverni dal 1180 al 1300 furono caldi come quelli del XX secolo. In questo senso, il clima invernale in questa fase del PCM era fondamentalmente diverso da quello della PEG. Il raro verificarsi di inverni rigidi nel periodo 1180-1300 sembra aver promosso la coltivazione di alberi subtropicali nella Valle del Po e perfino nella Valle del Rodano e in Germania, dove essi non sono più ricresciuti. Ciò è desumibile da varie evidenze. Il più autorevole testimone è St. Alberto Magno, noto come teologo, filosofo e naturalista. Nel trattato "De vegetalibus" descrive gli alberi noti nella Valle del Reno. Nella lista include melograni e fichi "che sono abbondanti a Colonia e in alcune parti della Valle del Reno vicino alla città. Gli alberi di fico fruttificavano tre volte l'anno, eccetto che negli autunni freddi. St. Alberto descrive anche la coltivazione dell'ulivo. Un cronista di Colonia riporta il congelamento di "viti, fichi e ulivi in Italia, Francia e Germania" per effetto dei forti ghiacci. Un altro cronista menziona un'estesa moria di fichi e ulivi attorno alla città di Parma nello stesso anno.
I modelli di temperatura invernale derivati dallo spostamento verso nord delle piante mediterranee si accordano, di conseguenza, con quelli derivati da evidenze documentarie., indicanti un regime climatico dove i freddi estremi erano meno frequenti e meno pronunciati. Attorno al 1300, si realizzò un improvviso passaggio da inverni caldi a inverni freddi. Dal 1300 al 1329 gli inverni furono di circa 1°C più freddi di quelli del periodo 1961-1990. Tale raffreddamento degli inverni, segna la transizione tra PCM e PEG nel centro Europa."
PFISTER, Christian; LUTERBACHER, Jürg; SCHWARZ-ZANETTI, Gabriela; WEGMANN, Milène: Winter air temperature variations in Central Europe during the Early and Highe Middle Ages (A.D. 750–1300). in: The Holocene 8/1: 547–564.
Avviso per chi non lo spaesse (ma credo ormai quasi nessuno):
Con le parole dello stesso Bonardi:
"le ricostruzioni di Christian Pfister sul PCM in area centroeuropea e alpina sono a oggi tra le più precise e attendibili. Derivano dalla maggior banca dati documentaria tematica (sia per il PCM sia per la PEG) esistente al mondo (la sua …)."
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Infatti avevo letto "Winter severity in Europe during the foourteenth century" di Pfister e pare che ci furono diversi inverni molto freddi come esordio della PEG, tipo 1306, 1319, 1323, 1326, 1355, 1364, e 1385 e 1399, specialmente nei primi 30 anni del secolo
Anno 1830. A stento può credersi quanto incostante sia stata la stagione invernale, poichè dal novembre alla metà di febbraio corrente non si sono vedute due godibili giornate consecutive, mentre le nevi sono state replicatissime e magiori di quelle del 1790 e dei freddi del 1813 e 1814.
Juckes MN et al. 2007: Millennial temperature reconstruction intercomparison and evaluation, Climate of the Past, 3: 591-609
Dall'abstract:
[...] A range of proxy data collections introduced by different authors is used to estimate Northern Hemispheric annual mean temperatures with two reconstruction algorithms: (1) inverse regression and, (2) compositing followed by variance matching (CVM). It is found that inverse regression tends to give large weighting to a small number of proxies and that the second approach (CVM) is more robust to varying proxy input. The choice of proxy records is one reason why different reconstructions show different ranges.
Proxy:
CVM:
Inverse Regression:
Dalla conclusione:
There is general agreement that the warmest pre-industrial temperatures of he last thousand years occurred at the start of millennium, and the coolest at some point during the 16th to 19th centuries. There is also general consensus that the warmest pre-industrial temperatures were close to the mean of the 20th century.[...]
The IPCC 2007 conclusion that “It is very likely that average NH temperatures during the secon d half of the 20th century were warmer than any other 50-year period in the last 500 years and likely the warmest in at least the past 1300 years” (Solomon et al., 2007) is also supported by our analysis.
~~~ Always looking at the sky~~~
Jadan "Ultimo senso di sconforto oggi me lo dà il 24 ore. Editoriale di commento al G8 dato a Emilio Gerelli, il quale, dopo aver come al solito sentenziato che l'IPCC è una setta di catastrofisti, se ne esce con la solita Groenlandia abitata da vichinghi nel 1000 e ora ricoperta di ghiaccio."
Questo è un peer review (solo abstract)
http://www.sciencemag.org/cgi/content/summary/291/5508/1497
Wallace S. Broecker “PALEOCLIMATE: Was the Medieval Warm Period Global?”Science 23 February 2001: Vol. 291. no. 5508, pp. 1497 – 1499 DOI: 10.1126/science.291.5508.1497
“Durante il Periodo Caldo Medioevale (800 a 1200 dC), i Vichinghi colonizzarono la Groenlandia. Nella sua prospettiva, Broecker discute se tale periodo è stato caldo a livello mondiale o solo in misura regionale. Egli sostiene che sia l'ultimo di una lunga serie di fluttuazioni del clima nel Nord Atlantico, che è stata di livello mondiale, e che l'attuale riscaldamento dovrebbe essere attribuito in parte a tale oscillazione, in base alla quale il riscaldamento dovuto ai gas ad effetto serra è sovrapposta”
“ il riscaldamento naturale del post 1860 è stato il più recente di una serie di simili riscaldamenti ricorrenti ogni 1500 anni in tutto il nostro periodo interglaciale Holocene”
Vuol dire ammirazione!
per questo:
Ilbonardi "Fin troppo facili ironie a parte, per capire come "lavorano " questi "divulgatori delle teorie degli scettici" e i loro adepti, confrontate il grafico ricostruito dal biocab con quello di una delle fonti citate in didascalia da cui è "liberamente tratto" (Briffa, Osborn, 2002; all'origine il grafico si riferisce peraltro a ricostruzioni relative al solo Emisfero Nord). Contando, come dicevo in precedente post, che tanto nessuno (o quasi...) si va a vedere se e come la bibliografia è stata usata. "
Ho sbagliato non l'ho fatto! mi sono fatto ingannare dalla prima riga, pensavo fosse un grafico tratto dalla sua pubblicazione.
Il Nasif dovrà stare attento a non arrivare mai alla mia portata di piede!
Lascia perdere l'età: sono anni che faccio divulgazione scientifica fra comuni, scuole ed enti, ho portato avanti progeti su progetti e ho alle spalle quasi 2000 ore di consulenze climatologiche e meteorologiche per scuole e comuni, per non parlare di tante altre cose. L'ingenuità (scientifica) non fa quindi parte del mio approccio, ecco perchè ho tentato di direi qualcosa in questo 3d, anche se è una lotta contro i mulini a vento.
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Giovanni Tesauro
Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it
Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm
Uno + uno + uno........
(Last image hosted from Büntgen et al. 2006)
~~~ Always looking at the sky~~~
No infatti era Steph:
"Se uno ha la pretesa di essere un (per me pessimo) divulgatore delle teorie degli scettici, al punto di averne anche scritto un saggino,"
ma non mi offendo, non è un saggio scientifico, ma un saggio giornalistico, scritto per essere letto e capito da non esperti come gli allevatori e gli agricoltori, che hanno sentito ( come me fino al 2005) una sola voce, cioè quella dei serristi. Ed è una voce che li accusa!
Saggino mi va bene.
Certo che non scrivo di noise stocastico, perchè nemmeno io so cos'è! a proposito cos'è? letteralmente interferenza delle variabili, ma è così?
Voglio ricordare che il sistema Eni Enel utilizza centrali a carbone e a olio combustibile ( a spanne ciò che rimane come residuo delle molte raffinerie sul suolo italiano. Olio che noi compriamo e paghiamo salato retaggio di tangentopoli anni 70) che alterano macrosopicamente la composizione dei gas serra in atmosfera, l'Italia infatti anzichè diminuire le emissioni le ha aumentate, e sta investendo in gas ( il progetto è di 13 gassificatori )
Di converso fanno abbassare le emissioni agli allevatori che alterano (se lo fanno) microsopicamente la composizione dei gas serra in atmosfera.
Ultima modifica di clayco; 10/07/2008 alle 11:32
a dire il vero non so molto nel dettaglio delle analisi sulle carote di ghiaccio, nè riesco a trovare dettagli in merito, solo i soliti grafici...
se qualcuno ne sa di più, leggerei volentieri, specie riguardo al fatto di quanto i grafici possano entrare nel merito dei picchi sul breve periodo...
diversamente, secondo logica, rimango col dubbio che carotaggi riferiti a centinaia di migliaia di anni difficilmente possano riportare ondulazioni sul breve (geologico) periodo...
insomma il dubbio rimane quando si vedono tutti sti grafici piattini, con l'impennata finale, che guarda caso riguarda il periodo delle rilevazioni![]()
ma ti avevo già risposto a questo:
Mi tocca replicare al dott. Pasini pur non essendone degno.
Penso che la pubblicazione sia datata e non tenga conto di :
-il nuovo rapporto IPCC 2007 che nel rf stravolge tutti i valori raddoppiando i raffreddanti, a questa mia obiezione il dott. Pasini mesi fa mi ha risposto che sta seguendo una via di ricerca di modelli diversa da quella di Hansen
- non tenga conto delle ultime peer review sui raggi cosmici, e sull'effetto termostato di Spencer
http://www.spacecenter.dk/publications/scientific-report-series/Scient_No._3.pdf/view
Svensmark, H. and Friis-Christensen, E. Danish National Reply to Lockwood and Fröhlich –“The persistent role of the Sun in climate Forcing” Danish National Space CenterScientific Report 3/2007
http://www.gsajournals.org/archive/1052
5173/13/7/pdf/i1052-5173-13-7-4.pdf
Nir Shaviv, Jean Veizer : “ Celestial driver o phanerozoic climate?”GSA TODAY, JULY 2003
http://physicaplus.org.il/zope/home/en/1105389911/1113511992_en/
N.J.Shaviv: “Cosmic Rays and Climate” PhisicaPlus, Issue N°5 2005
http://arxiv.org/PS_cache/physics/pd.../0409123v1.pdf
N.J.Shaviv, 2005. On climate response to changes in the cosmic ray flux and radiative budget, J.Geophys.Res.110 A08105, doi:10.1029/2004JA010866.
(
-nel fare i grafici sui forzanti naturali non aggiunge le oscillazione pacifica (soi) e atlantica (noa) solo nel grafico 3 mette solo la soi però e mischiata alle forzanti antropogeniche.
- se tenesse conto nei forzanti naturali anche dei raggi cosmici ( ad alta radiazione solare poche nuvole, quindi effetto solare amplificato, a bassa radiazione solare tante nuvole, quindi schermatura e amplificazione del raffreddamento) di entrambe le oscillazioni oceaniche, dell'effetto iride di Lindzen e dell'effetto termostato di Spencer, probabilmente le forzanti antropogeniche sarebbero completamente mascherate, e marginali.
rilancio il mio commento
Commento: Non ho fatto altro che riprendere il pensiero degli scettici, e applicarlo agli studi di pasini, Spencer ci dice che esistono dei sistemi climatici di feedback, o retroazione, legati al vapore, che si oppongono al riscaldamento con una minore produzione di cirri (effetto iride di Lindzen) questo permette uno sfogo di calore dalla troposfera alla stratosfera,perchè i nei cirri la somma algebrica dei valori raffreddanti e riscaldanti, è a favore dei riscaldanti. Il secondo feedback è il sistema di nuvole e precipitazioni che raffreddano il pianeta perché aumenta la schermatura ai raggi solari, e perché la precipitazioni rinfrescano il pianeta.(effetto termostato di Spencer)
Il satellite Aqua sembra confermare queste due teorie peer review.(è la rivoluzione di tutti i modelli climatici)
Queste retroazioni non sono contemplate correttamente nei modelli previsionali dell’ipcc che si dimostrano quindi profondamente sbagliati, perchè la crescita del vapore dovuta all'aumento delle temperature è sempre considerato un effetto riscaldante( feedback positivo) invece è raffreddante( feedback negativo) .
Quindi profondamente sbagliati i principi della mitigazione che stanno alla base del protocollo di Kyoto.
Spencer parla di un riscaldamento di max un grado a secolo ( anche con il raddoppio della CO2) con un aumento della piovosità, una cosa benefica non catastrofica"
Quindi l'affermazione dell'IPCC cioè l'uomo è responsabile del 92,5% dei forcing riscaldanti ( il solo forcing naturale è di 7,5%) e che questo è al 95% di probabilità, è molto diversa dall'affermazione del CNR Italia : e cioè la responsabiltà umana non è quantificabile, ed la sfida del millenio.
Quindi a coloro che sostengono che senza le forzanti antropogeniche non si riescono a giustificare i cambiamenti climatici rispondo con il pensiero di Spencer che dice : per forza non mettono ( anche per la non conoscenza) correttamente le forzanti naturali
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