Quello che tu dici è verissimo: nel corso degli anni '80 e '90 si ebbero una serie di inverni sostanzialmente statici e anticiclonici.
L'unica tripletta che potrebbe essere definita orrenda anche oggi è l'arcinota 1987/1988, 1988/1989 e 1989/1990, inverni di quasi nulla che però furono seguiti da primavere piovose. E nel "piattume" generico anni '90 bisogna fare dei distinguo. L'inverno 1990/1991 fu ottimo, nevoso e freddo, il 1991/1992 zoppo (partì da gennaio) ma comunque non osceno, senza infamia senza lode il 1992/1993 mentre fu un buon inverno il 1993/1994. Poi abbiamo il 1994/1995 (il "mostro dimenticato": è stato uno dei peggiori inverni di sempre, che può competere tranquillamente con i vari 1989/1990, 2006/2007 e quelli attuali), il nevosissimo 1995/1996 (soprattutto sul comparto Marittime e Liguri), due inverni mediocri (1996/1997 e 1997/1998) e due inverni abbastanza scialbi (1998/1999 e 1999/2000, quest'ultimo soprattutto).
La differenza sostanziale tra quanto stiamo vivendo post 2018 è:
- all'epoca la temperatura era inferiore e riusciva a nevicare più in basso, anche al piano
- le stagioni intermedie (autunno ma soprattutto primavera) erano più piovose, e dunque nevose in quota, con il risultato che un inverno mediocre in pianura poteva essere buono o molto buono in quota grazie agli accumuli autunnali e primaverili.
Adesso siamo in un territorio sostanzialmente nuovo ed inesplorato, che è partito dal 2018. E fino al 2019/2020 l'alta quota si è salvata grazie alle precipitazioni autunnali in quota, ma da allora il meccanismo sì è rotto. Non piove e non nevica più non solo nel trimestre invernale, ma anche nelle altre due stagioni di accumuli.
Lou soulei nais per tuchi
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