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Discussione: Sta calando il GW ?

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    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: Sta calando il GW ?

    Mi preme approfondie un po’ la questione relativa all’accumulo di CO2 in atmosfera.

    Ho seguito i primi 3 giorni di questo interessante simposio sulla variabilità del ciclo del carbonio oceanico e ho avuto modo di sentire alcune stimolanti conferenze e di vedere il resoconto su poster di recenti lavori sul tema.
    Il main convener del simpiosio è uno dei massimi esperti sul tema: Nicolas Gruber (Environmental Physics, Institute of Biogeochemistry and Pollutant Dynamics, ETH Zürich, Zürich, Switzerland). Consiglio, per chi è interessato, la lettura di questo book di Gruber e Sarmiento:



    Devo dire che, fra i vari recenti interventi che ho letto sul TD, – a prescindere al sempre ottimo lavoro di analisi di Sandro e da alcuni ponderati interventi di Marco – quello di Lorenzo Danieli mi sembra sia l’intervento più corretto e aggiornato sul tema.

    BTW: mi pare evidente che i cicli biogeochimici del carbonio influenzino ampiamente la fisica del sistema climatico attraverso cambiamenti in altre proprietà clima-rilevanti sulla superficie terrestre e nella troposfera : lo schema del bilancio del flusso energetico più aggiornato (era CERES), tratto da un lavoro recente di Trenberth e Fasullo, ne mette in risalto i punti di accoppiamento (in rosso).




    Alcuni spunti importanti emersi dal seminario, elencati a geometria variabile:

    Ø circa ¼ della CO2 emessa nell’atmosfera ogni anno dalle attività antropiche è assorbita dall’oceano (poco più di un altro quarto dalla biosfera terrestre). Il fatto che gli oceani, in generale, siano oggi (nell’era antropocenica) un pozzo di stoccaggio piuttosto che una sorgente di emissione della CO2 è, in primis, una risposta degli stessi oceani all’incremento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera. È infatti ben noto che il flusso di CO2 fra oceano e atmosfera non dipende solo dalla temperatura dell’acqua, bensì pure dalla pressione parziale della CO2 (pCO2). La legge di Henry, che regola la solubilità dei gas in un liquido, ci dice che la pressione del gas è direttamente proporzionale alla sua concentrazione.
    Un aumento della sua concentrazione sposta l'equilibrio dinamico fra assorbimento e rilascio verso l'assorbimento perché sostiene lo squilibrio globale della pCO2 attraverso l’interfaccia fra aria e acqua. Ed è proprio quello che sta succedendo in epoca antropocenica. In termini di variazione del flusso (o di bilancio, che è quel che conta), da quando diventano significative le emissioni antropiche, l'oceano assorbe più CO2 di quanto ne rilasci.

    Ø l’oceano è il pozzo principale (in termini assoluti) delle emissioni antropiche di CO2. Circa la metà del quantitativo emesso dall’inizio dell’era antropocenica è già stata “smantellata” e assorbita/dissolta nell’oceano. In futuro (time-scale secolare) ci si aspetta che gli oceani assorbano circa il 70% di tutta la CO2 emessa in atmosfera dalle attività antropiche, ma la precisa frazione assorbita dipenderà cmq da come si riorganizzerà il ciclo naturale del carbonio dopo la perturbazione apportata dall’era antropocenica. Evidenze paleogeologiche suggeriscono che la capacità di stoccaggio da parte degli oceani diminuisce con l’aumento delle temperature terrestri, probabilmente a causa (anche) di cambiamenti indotti soprattutto nella circolazione degli oceani australi (oltre che dai feedback sui cicli fisici e biogeochimici generati da un clima più caldo). L’ampiezza di questa risposta geologica corrisponde ad un incremento di circa 25 ppm di CO2 atmosferica per ogni grado di riscaldamento, quindi ben lontano dai 100 ppm di incremento causato dalle attività antropiche dall’inizio dell’era industriale.

    Ø Non tutti gli oceani si comportano allo stesso modo: in generale l’outgassing principale della CO2 avviene negli oceani tropicali (e in particolare nella principale zona di upwelling e di rimescolamento di acque profonde del globo: il pacifico equatoriale orientale), mentre l’uptake avviene principalmente negli oceani delle medie latitudini. Negli oceani delle alte latitudini australi il rilascio di CO2 naturale è ampiamente compensato dall’assorbimento di quello antropico, così che il bilancio dei flussi è leggermente negativo. C’è anche un trasporto meridionale di carbonio: nell’Atlantico, “viaggia” verso sud (dopo il forte assorbimento nel Nordatlantico) e nel bacino indo-pacifico tende invece a convergere verso l’equatore., denotando quindi una leggera asimmetria emisferica caratterizzata da un trasporto verso sud attraverso l’equatore.



    Ø Poi c’è la variabilità interannuale con la quale si manifesta il rateo di crescita della CO2 atmosferica. Ne abbiamo già parlato molte volte anche in questo TD e la cosa è stata ripresa recentemente in qualche post. Non ci sono ragioni misteriose, la cosa è studiata e risaputa da almeno 30 anni. Ma sono uscite cose nuove e interessanti. Ne parlerò di nuovo (sperando di fare un po’ più di chiarezza) prossimamente, ora il post è già sin troppo lungo ;>D

    Ultima modifica di steph; 22/08/2009 alle 23:43
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