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  1. #1751
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Citazione Originariamente Scritto da Cristiano96 Visualizza Messaggio
    Come valutereste l'andamento delle due wave?
    Immagine

    Assolutamente coerente con quello di uno split ove il flussi di calore si ripartiscono su due creste d'onda (wave 2) anzichè su una sola (wave 1)
    Matteo



  2. #1752
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Citazione Originariamente Scritto da Z_M Visualizza Messaggio

    l'ideale sarebbe anche una rotazione dello stesso, con il travaso di un po' di gelo in zona Urali. Per il momento incassiamo lo split che comunque male non fa e poi vediamo...
    La rotazione inversa è fisiologica alla dinamica di split che prevede zonalità negativa che si propaga gradualmente su tutti i piani del vortice. polare
    Matteo



  3. #1753
    Tempesta L'avatar di Cristiano96
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Grazie mille a tutti ragazzi. Seguo in silenzio questo 3d perché a dir la verità ne capisco ben poco, ma a volte la curiosità mi viene e spuntano le domande

  4. #1754
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Altro aspetto coerente con lo split stratosferico è la progressiva soppressione dell'attività (al momento fortissima) della madden julian oscillation (MJO) una volta che questo si sia realizzato ed inizia la risonanza del wave breaking verso i piani inferiori fino in troposfera (t-s-t event).
    La Mjo infatti altro non fa che disegnare il punto di partenza, il più importante, dei flussi di calore che promanano dall'attività convettiva delle fasce tropico equatoriali troposferiche.
    Questi ultimi lavorano in sinergia con il vortice polare e, naturalmente, dipendono dall'esistenza di una gradiente termico/barico tra le fasce polari e quelle equatoriali.
    Un MMW split, prevede il deposito di momento orientale sul polo nord e la sostituzione del vortice con un anticiclone polare a partire dall'alta media stratosfera e quindi altro non fa che invertire il gradiente di fatto inibendo l'attività degli eddy heat fluxes e quindi anche della Mjo.

    ECMF_phase_51m_full.gif

    La stessa attività delle Rossby viene poi inibita dalla soppressione della zonalità positiva e lascia spazio a moti emisferici inconsueti ove i prevalenti centri motori sul polo si muovono da est verso ovest

    Nel momento in cui avrà inizio la propagazione in troposfera sarà impossibile non notare una sostanziale frenata nella circolazione e nel movimento antiorario dei principali centri motori attorno al polo a cui fa seguito la risonanza del momento orientale causato dalle Rossby che hanno operato la distruzione del vps.
    Matteo



  5. #1755
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    La propagazione in troposfera di un MMW split richiede qualche giorno rispetto la dinamica stratosferica ed i modelli soffrono parecchio nell'individuarla troppo tempo prima
    Cerco di spiegarmi meglio, così evitiamo fraintendimenti e magari anche qualcun altro che ha i miei dubbi se li toglie, visto che pare sarà il tema dominante dei prossimi giorni.
    Nel momento in cui avremo split e successiva propagazione ai piani bassi con antizonalità crescente è importante anche la situazione precedente o prescinde? Sappiamo benissimo che stratwarming e split non necessariamente producono effetti a casa nostra, credo quindi sia importante avere il lobo siberiano piuttosto vicino rispetto ad averlo dall'altra parte del pianeta come fanno vedere le 240 di reading, che ho preso solo a titolo "didattico".
    Poi certo ci va bene pure un trasferimento di lobo canadese su nord Europa, continentalizzazione e moto retrogrado...
    In altri termini è solo per capire se a quel punto può succedere di tutto, con la nota lieta dell'antizonalità che comunque non è garanzia, o se mano a mano che ci avviciniamo, guardando solo ciò che succede in troposfera si può ipotizzare anche qualcosa su ciò che succerà dopo. Spero di essere stato chiaro.

  6. #1756
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Citazione Originariamente Scritto da TreborSnow Visualizza Messaggio
    Cerco di spiegarmi meglio, così evitiamo fraintendimenti e magari anche qualcun altro che ha i miei dubbi se li toglie, visto che pare sarà il tema dominante dei prossimi giorni.
    Nel momento in cui avremo split e successiva propagazione ai piani bassi con antizonalità crescente è importante anche la situazione precedente o prescinde? Sappiamo benissimo che stratwarming e split non necessariamente producono effetti a casa nostra, credo quindi sia importante avere il lobo siberiano piuttosto vicino rispetto ad averlo dall'altra parte del pianeta come fanno vedere le 240 di reading, che ho preso solo a titolo "didattico".
    Poi certo ci va bene pure un trasferimento di lobo canadese su nord Europa, continentalizzazione e moto retrogrado...
    In altri termini è solo per capire se a quel punto può succedere di tutto, con la nota lieta dell'antizonalità che comunque non è garanzia, o se mano a mano che ci avviciniamo, guardando solo ciò che succede in troposfera si può ipotizzare anche qualcosa su ciò che succerà dopo. Spero di essere stato chiaro.
    Capito.
    Cerco di essere sintetico e quanto più chiaro possibile
    Concretamente parliamo dell'Europa centrale e meridionale come target di una possibile retrogressione gelida e successiva interazione con aria umida.

    Due i presupposti che favoriscono questo:

    1. Asse dello split che al momento pare in posizione del tutto favorevole per permettere la retrogressioni di nuclei gelidi del vps sparpagliati nel continente eurasiatico non appena avranno inizio i moti antizonali;
    2. Fase preparatoria della troposfera che anticipa l'inizio dei moti antizonali.
    Qui banalmente si parla di attriti e di vorticità. Meno ce n'è più è probabile che le masse d'aria gelida riescano ad avvicinarsi intonse o quasi ad aree dove il clima è più mite.
    In tal caso i nuclei di vorticità potenziale scorreranno su superfici laminari creando pochissima vorticità e mantendo la dinamica traslativa.
    Più c'è turbolenza, maggiore è la fatica da parte delle masse artiche (o artico continentali) a progredire verso ovest.
    E' quindi importante che i nuclei gelidi staccatisi dal vortice polare trovino sul loro percorso aree quanto più fredde possibili al suolo.

    Infine c'è l'effetto sinottico imprevedibile sul quale è inutile discutere ma già con i primi due che vanno nel verso giusto hai fatto 3/4 del lavoro
    Matteo



  7. #1757
    Vento fresco L'avatar di Alessandro669
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Matteo diciamo che da quello che hai scritto abbiamo tutti gli elementi a favore ... dubito che uno evento del genere non abbia poi riscontro anche in troposfera ...ci giochiamo roba buona

  8. #1758
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Caro Mat, purtroppo sembra esserci uno scollamento tra i piani alti della strato e quelli bassi. In effetti sembra non esserci nell'extralong uno split al di sotto dei 50hpa (questo poi si riflette anche nelle carte in tropo). Pensi sia solo questione di tempo o c'è ancora difficoltà nella trasmissione dell'onda ai piani inferiori?

  9. #1759
    Vento forte L'avatar di UK-1050hPa
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Capito.
    Cerco di essere sintetico e quanto più chiaro possibile
    Concretamente parliamo dell'Europa centrale e meridionale come target di una possibile retrogressione gelida e successiva interazione con aria umida.

    Due i presupposti che favoriscono questo:

    1. Asse dello split che al momento pare in posizione del tutto favorevole per permettere la retrogressioni di nuclei gelidi del vps sparpagliati nel continente eurasiatico non appena avranno inizio i moti antizonali;
    2. Fase preparatoria della troposfera che anticipa l'inizio dei moti antizonali.
    Qui banalmente si parla di attriti e di vorticità. Meno ce n'è più è probabile che le masse d'aria gelida riescano ad avvicinarsi intonse o quasi ad aree dove il clima è più mite.
    In tal caso i nuclei di vorticità potenziale scorreranno su superfici laminari creando pochissima vorticità e mantendo la dinamica traslativa.
    Più c'è turbolenza, maggiore è la fatica da parte delle masse artiche (o artico continentali) a progredire verso ovest.
    E' quindi importante che i nuclei gelidi staccatisi dal vortice polare trovino sul loro percorso aree quanto più fredde possibili al suolo.

    Infine c'è l'effetto sinottico imprevedibile sul quale è inutile discutereMonitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18ma già con i primi due che vanno nel verso giusto hai fatto 3/4 del lavoro
    Matteo a parte ovviamente dai GM deterministici, a quale carta, grafico possiamo fare riferimento in questa fase per verificare se ci sia trasmissione, comunicazione dalla stratosfera alla troposfera ?

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  10. #1760
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    Predefinito Re: Monitoraggio Vortice Polare semestre invernale 2017/18

    La trasmissione c'e' per forza in uno split.
    Il come dipende dai fattori di cui sopra.
    Ad occhio direi che lo split dovrebbe realizzarsi il giorno 12/2 salvo ripensamenti mentre la risonanza in troposfera figlia della dinamica s.t. (strato-tropo) aver inizio il 17/2.
    Matteo



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