Quotone. L'Italia si era già rovinata la faccia con il trattato di amicizia,ma poteva ancora salvarsi in extremis ponendosi come principale mediatore tra Europa e Libia. Ma per l'ennesima volta non ha capito la situazione e le sue opportunità,giungendo in ritardo anche su quello (come su ogni cosa,d'altronde). E,aggiungo,ha avuto anche un'altra possibilità: quando i ribelli avanzavano,Gheddafi aveva dichiarato che era colpa dell'Italia,che stava fornendo armi e munizioni ai ribelli. Un ossequioso e lubrico Ministro degli Esteri diceva che "Qualora Gheddafi avesse davvero detto una cosa del genere e non avesse smentito,sarebbero parole di una certa gravità" inchinandosi ancora una volta al dittatore. Lì è stata un'altra occasione persa: ancora allora si potevano prendere provvedimenti,ad esempio dissociandosi dal regime,revocando il trattato d'amicizia. Sarebbe stato lo stesso un voltafaccia,ma almeno parzialmente "giustificato" dal comportamento del dittatore,apertamente offensivo nei confronti del nostro Paese. Eppure,anche in quella occasione,siamo stati zitti e abbiamo subìto gli insulti e le accuse di uno straniero,lasciando alla Francia e alla Gran Bretagna l'iniziativa e rendendoli così protagonisti,con tutti i vantaggi che ne deriveranno. Quando l'Italia metterà una spina dorsale fatemelo sapere,per ora siamo ancora nel philum degli Invertebrati.
Ps: vista la dissociazione della Lega Araba e della Russia ora voglio un pò vedere cosa fa il nostro Belpaese: farà un altro dietro-front?![]()
Lou soulei nais per tuchi
Faccio una premessa: la storia economica ci insegna che in caso di grave crisi economica la soluzione più conveniente e immediata è scatenare una guerra.
Detto ciò passo a spiegarvi i retroscena di questa prossima guerra.
Sono rimasto molto colpito dalla determinazione di Francia, Inghilterra e USA e, allo stesso tempo, dalla neutralità della Cina e Germania.
Per questo motivo ho deciso di informarmi sul perché di tali decisioni.
La Libia conta più di 46,5 miliardi di barili di riserve (dalle ultime stime si parla di 60 miliardi), mentre quelle statunitense sono solo 20,6 miliardi di barili. Le sue riserve di gas sono pari a 1.500 miliardi di m3, ma non viene sfruttata a pieno la sua capacità produttiva (dagli odierni 1,7 milioni di barili al giorno si dovrebbe passare ai 3 milioni).
Questo non vi ricorda nulla?Iraq 2003.
Inoltre il valore di mercato del petrolio greggio è attualmente ben al di sopra dei 100 dollari al barile, il costo del petrolio libico è estremamente basso, a partire da 1,00 dollaro al barile. (Fonte: EnergyandCapital.com, 12 Marzo 2008)
L’obiettivo è quello di prendere possesso delle riserve di petrolio della Libia, destabilizzare la National Oil Corporation (compagnia petrolifera) e, infine, la privatizzazione dell’industria petrolifera del paese, cioé trasferire il controllo e la proprietà delle ricchezze petrolifere dalla Libia alle mani straniere.
Le compagnie petrolifere straniere che operavano prima dell’insurrezione in Libia erano la francese Total, l’ENI dell’Italia, la China National Petroleum Corp, British Petroleum, il consorzio petrolifero spagnolo REPSOL.
La presenza della Cina in Africa del Nord è considerata da Washington un’intrusione.
[...]Tra le aziende statunitensi in Libia, Chevron e Occidental Petroleum (Oxy) hanno deciso, appena 6 mesi fa (ottobre 2010), di non rinnovare le loro licenze di esplorazione petrolifere e gasifere in Libia. Sapevano già in anticipo dell’insurrezione?[...] ( Fonte: Why are Chevron and Oxy leaving Libya?: Voice of Russia, 6 ottobre 2010)
[...]Al contrario, nel novembre del 2010, la compagnia petrolifera della Germania, RW DIA E aveva firmato un accordo pluriennale di vasta portata con la National Oil Corporation (NOC) della Libia, che coinvolgeva la produzione e condivisione delle esplorazioni.[...] (Fonte: AfricaNews – Libya: German oil firm signs prospecting deal – The AfricaNews).
L’operazione militare è intenta anche a smontare gli istituti finanziari della Libia, nonché a confiscare miliardi di dollari di attività finanziarie libiche, depositati nelle banche occidentali. (In tempo di crisi sono tantiiiiiiiiii soldi)
L’intervento USA-NATO porterà alla creazione di un regime fantoccio filo-Stati Uniti. I giganti del petrolio anglo-statunitensi, tra cui British Petroleum, che hanno firmato un contratto di esplorazione nel 2007 con il governo di Gheddafi, sono tra i potenziali “beneficiari” della proposta operazione militare USA-NATO.
Ciò che è in gioco è il ridisegno della mappa dell’Africa, un processo di ridistribuzione neo-coloniale, la demolizione della demarcazione delle Conferenza di Berlino del 1884, la conquista dell’Africa da parte degli Stati Uniti in alleanza con la Gran Bretagna, in una operazione congiunta USA-NATO.
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Ho avuto la sensazione anche che l'amicizia cercata verso l'Italia da gheddafi non sia stata casuale. Probabilmente cercava un alleato abbastanza importante alla sua portata, anche la scenograficità del tutto mi puzzava. Comunque sono certo che le decisioni al momento le stiano prendendo La Russa e Frattini in prima persona che hanno premuto per un dietrofront completo tanto da far cambiare completamente idea (o forse non aveva scelta) anche a Berlusconi. (Marco)
L'Unione Africana ha capito le vere intenzioni dei nuovi "salvatori". Oggi chiedono "la fine immediata di tutte le ostilità". Un conto è la no fly zone, un'altro è l'attacco militare.
Sono sicuro che la guerra si si estenderà via terra verso il Ciad.
Se si verifica ciò, la Cina non rimarrà a guardare. Gli interessi sono troppo importanti.
Inoltre non è vero che la Lega Araba è favorevole all'attacco. I paesi arabi in via di “democratizzazione guidata” sono contrari a interventi militari esterni di cui rischiano, a breve, di essere il target : Yemen, Arabia Saudita, Bahrain, Siria , Sudan e Algeria e paesi islamici non arabi: Costa d’Avorio, Chad, Iran, Uzbekistan, Kazakistan, Pakistan.
Tuttu questi paesi hanno qualcosa in comune. IL PETROLIO.
Non a caso Obama è in Sud America per un giro in Brasile, Cile e Salvador. Vuole scongiurare congiungimenti tra Brasile (primo partner la Cina) e Venezuela (primo partner la Russia) e cerca di parlare di “ricchezza comune”, accordi e alleanza commerciale continentale su ”energie rinnovabili e nuovi carburanti”.![]()
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Napoleone, durante la battaglia di Austerliz, a Gioacchino Murat che gli proponeva una carica di cavalleria contro gli austro-russi che stavano dividendo le loro forze, rispose che quando il nemico sbaglia, non bisogna interromperlo. Lasciò che la separazione avvenisse e dopo attaccò, vincendo la più bella delle sue battaglie.
Questa è la ragione per cui Cina e Russia si sono astenute. Alla fine di tutto ciò si trascineranno tutti quei paesi che vi ho elencato prima, come è avvenuto nel 1973 trascinandosi dietro i due più grandi paesi emergenti del mondo quali India e Brasile.
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DALLA MAPPA POTETE CAPIRE IL PERCHE' DI QUESTA GUERRA:
Il Ciad che è potenzialmente una ricca economia petrolifera. ExxonMobil e Chevron hanno interessi nel sud del Ciad, tra cui un progetto di gasdotto. Il Ciad meridionale è una porta sulla regione sudanese del Darfur. E qui entra in scena nuovamente la Cina. Essa ha interessi petroliferi in Ciad e Sudan. La China National Petroleum Corp, infatti, ha firmato un accordo pluriennale con il governo del Ciad nel 2007.
Senza parlare del Niger, che è strategico per gli Stati Uniti nell’ottica delle sua ingenti riserve di uranio. Attualmente, la Francia domina il settore dell’uranio in Niger attraverso il gruppo francese nucleare Areva, precedentemente noto come Cogema. La Cina ha anche una partecipazione nel settore industriale dell’uranio del Niger.
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Risoluzione ONU 1973/2011 sulla Libia.
Ecco il testo integrale della risoluzione 1973 (2011) sulla Libia, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 17 marzo 2011:
Il Consiglio di Sicurezza,
Richiamando la sua risoluzione 1970 (2011) del 26 febbraio 2011,
Deplorando il mancato rispetto della risoluzione 1970 (2011) da parte delle autorità libiche,
Esprimendo profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione, l’incremento della violenza e le numerose vittime civili,
Ribadendo la responsabilità spettante alle autorità libiche di proteggere la popolazione della Libia e riaffermando che grava sulle parti in causa nei conflitti armati la responsabilità primaria di prendere tutte le misure possibili per garantire la protezione dei civili,
Condannando le gravi (gross) e sistematiche violazioni dei diritti umani, comprendenti arbitrarie detenzioni, sparizioni forzate, torture ed esecuzioni sommarie,
Condannando altresì gli atti di violenza e di intimidazione commessi dalle autorità libiche contro giornalisti, professionisti della comunicazione e personale di organizzazioni collettive, ed esortando tali autorità ad ottemperare ai propri obblighi in base al diritto umanitario internazionale come indicato nella risoluzione 1738 (2006),
Considerato che i diffusi e sistematici attacchi attualmente in corso nella Jamahiriya Libica contro la popolazione civile potrebbero configurare la fattispecie di crimini contro l’umanità,
Richiamando il paragrafo 26 della risoluzione 1970 (2011) in cui il Consiglio si dichiarava pronto a considerare l’adozione di ulteriori misure appropriate, ove necessario, per agevolare e sostenere il ritorno delle agenzie umanitarie e rendere disponibile l’assistenza umanitaria e le altre forme di assistenza ad essa collegate nella Jamahiriya libica,
Esprimendo la propria determinazione ad assicurare la protezione dei civili e delle aree a popolazione civile e il passaggio rapido e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria insieme alla sicurezza del personale umanitario,
Richiamando la condanna delle non lievi (serious) violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale che sono state e vengono commesse nella Jamahiriya Araba di Libia, espressa dalla Lega degli Stati Arabi, dall’Unione Africana e dal Segretario Generale dell’Organizzazione della Conferenza Islamica,
Tenuto conto del comunicato finale dell’Organizzazione della Conferenza Islamica dell’8 marzo 2011, del comunicato del Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Unione Africana del 10 marzo 2011,
che istituiva un’Alto Comitato ad hoc per la Libia,
Tenuto conto altresì della decisione del Consiglio della Lega degli Stati Arabi del 12 marzo 2011 di sollecitare l’imposizione di una zona di non volo all’aviazione militare libica e di istituire zone di sicurezza in luoghi esposti al fuoco quale misura precauzionale per consentire la protezione del popolo libico e dei cittadini stranieri residenti nella Jamahiriya Araba di Libia,
Tenuto conto inoltre dell’appello ad un immediato cessate il fuoco lanciato dal Segretario Generale il 16 marzo 2011,
Richiamando la sua decisione di deferire la situazione nella Jamahiriya Araba di Libia al Procuratore del Tribunale Penale Internazionale, e sottolineando che chiunque sia autore o complice di attacchi mirati alla popolazione civile, ivi compresi attacchi aerei o navali, ne deve essere tenuto responsabile,
Ribadendo la sua preoccupazione per la sorte di profughi e lavoratori stranieri costretti a fuggire davanti alla violenza nella Jamahiriya Araba di Libia, apprezzando la disponibilità degli stati confinanti, in particolare Tunisia ed Egitto, ad andare incontro alle esigenze di quei profughi e lavoratori stranieri, e invitando la comunità internazionale a sostenere tali sforzi,
Deplorando il persistente impiego di mercenari da parte delle autorità libiche,
Considerato che l’imposizione di un’interdizione su tutti i voli nello spazio aereo della Jamahiriya Araba di Libia costituisce un importante elemento per la protezione dei civili e per la sicurezza nella erogazione dell’assistenza umanitaria, nonché un passo decisivo per la cessazione delle ostilità in Libia,
Esprimendo preoccupazione anche per la sicurezza dei cittadini stranieri e i loro diritti nella Jamahiriya Araba di Libia,
Apprezzando la nomina da parte del Secretario Generale del suo Inviato Speciale in Libia, Abdel-Elah Mohamed Al-Khatib ed appoggiando i suoi sforzi per addivenire ad una soluzione sostenibile e pacifica della crisi nella Jamahiriya Araba di Libia,
Riaffermando il proprio impegno a salvaguardare la sovranità, indipendenza, integrità territoriale e unità nazionale della Jamahiriya Araba di Libia,
Riconoscendo che la situazione nella Jamahiriya Araba di Libia continua a costituire una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale,
Deliberando in base al Capo VII dello Statuto delle Nazioni Unite,
Richiede l’immediata adozione di un cessate il fuoco e la completa cessazione di ogni violenza e di qualsiasi attacco o abuso a danno di civili;
Sottolinea l’esigenza di intensificare gli sforzi per addivenire ad una soluzione della crisi che risponda alle legittime richieste del popolo libico e prende atto delle decisioni del Segretario Generale di mandare il suo Inviato Speciale in Libia, nonché del Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Unione Africana di inviare il suo Alto Comitato ad hoc in Libia, allo scopo di facilitare il dialogo per approdare alle riforme politiche necessarie per trovare una soluzione pacifica e sostenibile;
Richiede che le autorità libiche ottemperino ai loro obblighi in base al diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e la normativa sui diritti umani e sui profughi, e prendano tutti i provvedimenti necessari per proteggere i civili e soddisfare i loro bisogni essenziali, nonché per assicurare il passaggio rapido e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria;
Protezione dei civili
Autorizza gli Stati Membri che ne abbiano informato il Segretario Generale, che agiscano su iniziativa nazionale o attraverso organizzazioni o accordi regionali, operando in collaborazione con il Segretario Generale, a prendere tutte le misure necessarie, anche senza tener conto del paragrafo 9 della risoluzione 1970 (2011), per proteggere i civili e le aree a popolazione civile minacciate di attacco nella Jamahiriya Araba di Libia, compresa Bengasi, escludendo l’ingresso di una forza di occupazione straniera in qualsiasi forma e qualsiasi parte del teritorio libico, e richiede agli Stati Membri interessati di informare immediatamente il Segretario Generale sulle misure che prendono in base all’autorizzazione conferita con questo paragrafo, le quali saranno immediatamente comunicate al Consiglio di Sicurezza;
Riconosce l’importante ruolo della Lega degli Stati Arabi nelle materie attinenti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale nella regione, e tenendo presente il Capo VIII dello Statuto delle Nazioni Unite, richiede agli Stati Membri della Lega degli Stati Arabi di cooperare con gli altri Stati Membri nell’attuazione del paragrafo 4;
Zona di non volo
Delibera di imporre un’interdizione su tutti i voli nello spazio aereo della Jamahiriya Araba di Libia, allo scopo di contribuire a proteggere i civili;
Delibera altresì che l’interdizione imposta dal paragrafo 6 non si applicherà ai voli il cui unico scopo sia di carattere umanitario, come quello di prestare assistenza o agevolare la prestazione di assistenza, ivi compresi gli approvvigionamenti medici, il cibo, gli operatori umanitari e l’assistenza connessa, o l’evacuazione di cittadini stranieri dalla Jamahiriya Araba di Libia, né si applicherà ai voli autorizzati dai paragrafi 4 o 8, né ad altri voli che siano ritenuti necessari dagli Stati operanti in base all’autorizzazione conferita dal paragrafo 8, in quanto destinati a beneficio del popolo libico, e che tali voli saranno coordinati con qualunque meccanismo istituito in base al paragrafo 8;
Autorizza gli Stati Membri che abbiano informato il Segretario Generale e il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi, che agiscano su iniziativa nazionale o attraverso organizzazioni o accordi regionali, a prendere tutte le misure necessarie per imporre l’osservanza dell’interdizione sui voli stabilita dal paragrafo 6, secondo necessità, e richiede agli Stati Membri interessati in cooperazione con la Lega degli Stati Arabi di coordinarsi strettamente con il Segretario Generale in merito alle misure che prendono per attuare tale interdizione, ivi compresa l’istituzione di un meccanismo appropriato per attuare le disposizioni dei paragrafi 6 e 7 supra,
Invita tutti gli Stati Membri, che agiscano su iniziativa nazionale o attraverso organizzazioni o accordi regionali, a fornire assistenza, compresa qualsiasi autorizzazione al sorvolo risulti necessaria allo scopo di attuare i paragrafi 4, 6, 7 e 8 supra;
Richiede agli Stati Membri interessati di coordinarsi strettamente l’uno con l’altro e col Segretario Generale sulle misure che stanno prendendo per attuare i paragrafi 4, 6, 7 e 8 supra, comprese le misure pratiche necessarie per il monitoraggio e l’approvazione dei voli umanitari o di evacuazione autorizzati;
Delibera che gli Stati Membri interessati informeranno immediatamente il Segretario Generale e il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi sulle misure prese nell’esercizio dell’autorità conferita dal paragrafo 8 supra, inclusa la formulazione di una concezione operativa degli interventi (a concept of operations);
Richiede al Segretario Generale di informare immediatamente il Consiglio sulle azioni intraprese dagli Stati Membri nell’esercizio dell’autorità conferita dal paragrafo 8 supra e di riferire al Consiglio entro sette giorni, e successivamente ogni mese, sull’attuazione di questa risoluzione, ivi comprese le informazioni su qualsiasi violazione dell’interdizione sui voli imposta dal paragrafo 6 supra.
Imposizione dell’embargo sulle armi
Delibera che il paragrafo 11 della risoluzione 1970 (2011) sia sostituito dal seguente paragrafo: “Invita tutti gli Stati Membri, e in particolare gli Stati della regione, sia che agiscano su iniziativa nazionale o attraverso organizzazioni o accordi regionali, allo scopo di assicurare la rigorosa applicazione dell’embargo sulle armi stabilito dai paragrafi 9 e 10 della risoluzione 1970 (2011), a ispezionare sul proprio territorio, porti e aeroporti compresi, nonché in alto mare, aerei e imbarcazioni provenienti dalla Jamahiriya Araba di Libia o ivi diretti, se lo Stato interessato ha informazioni che facciano ragionevolmente ritenere che il mezzo contenga articoli la cui fornitura, vendita, trasferimento o esportazione sia proibita dai paragrafi 9 o 10 della risoluzione 1970 (2011) come modificata da questa risoluzione, compresa la fornitura di personale mercenario armato, invita tutti gli Stati di cui tali mezzi battono bandiera a collaborare con tali ispezioni e autorizza gli Stati Membri ad utilizzare tutte le misure commisurate alle specifiche circostanze per realizzare tali ispezioni”;
Richiede agli Stati Membri che operano in alto mare in base al paragrafo 13 supra di coordinarsi strettamente l’uno con l’altro e col Segretario Generale e richiede inoltre agli Stati Membri interessati di informare immediatamente il Segretario Generale e il Comitato istituito in applicazione del paragrafo 24 della risoluzione 1970 (2011) (“il Comitato”) sulle misure adottate nell’esercizio dell’autorità conferita dal paragrafo 13 supra;
Richiede a qualsiasi Stato Membro, che agisca su iniziativa nazionale o attraverso organizzazioni o accordi regionali, quando intraprende un’ispezione in applicazione del paragrtafo 13 supra, di sottomere prontamente un primo rapporto scritto al Comitato, contenente, in particolare, un’illustrazione delle ragioni dell’ispezione e dei suoi risultati, che indichi se è stata prestata cooperazione e se siano stati reperiti articoli proibiti in corso di trasferimento, e richiede altresì a tali Stati Membri di sottoporre successivamente al Comitato un ulteriore rapporto scritto contenente i particolari rilevanti in merito al trasferimento, compresa una descrizione degli articoli, della loro origine e della loro prevista destinazione, qualora tali informazioni non siano già contenuto nel rapporto iniziale;
Deplora il persistere dell’afflusso di mercenari nella Jamahiriya Araba di Libia e invita tutti gli Stati Membri ad ottemperare rigorosamente ai propri obblighi in base al paragrafo 9 della risoluzione 1970 (2011) per impedire l’accesso di personale mercenario armato alla Jamahiriya Araba di Libia;
Interdizione ai voli
Delibera che tutti gli Stati neghino a qualsiasi aereo registrato nella Jamahiriya Araba di Libia o gestito o posseduto da cittadini o imprese libiche l’autorizzazione a decollare dal proprio territorio o atterarvi o sorvolarlo, a meno che lo specifico volo non sia stato preventivamente approvato dal Comitato, o si tratti di atterraggio di emergenza;
Delibera che tutti gli Stati neghino a qualsiasi aereo l’autorizzazione a decollare dal proprio territorio, atterrarvi o sorvolarlo, se dispongono di informazioni che facciano ragionevolmente ritenere che il mezzo contenga articoli la cui fornitura, vendita, trasferimento o esportazione sia proibita dai paragrafi 9 o 10 della risoluzione 1970 (2011) come modificata da questa risoluzione, compresa la fornitura di personale mercenario armato, eccetto il caso di atterraggio di emergenza;
Congelamento dei beni
Delibera che il congelamento dei beni imposto dai paragrafi 17, 19, 20 e 21 della risoluzione 1970 (2011) sia applicato a tutti i fondi, altre attività finanziarie e risorse economiche che si trovino nei loro territori e che siano posseduti o controllati, direttamente o indirettamente, dalle autorità libiche, come designate dal Comitato, o da individui o entità che agiscano per loro conto o su loro istruzioni, o da entità possedute o controllate da esse, come designate dal Comitato, e delibera ulteriormente che tutti gli Stati faranno sì che sia impedito ai propri cittadini o ad altri individui o entità nel proprio territorio di rendere disponibile qualsiasi fondo o attività finanziaria o risorsa economica a favore o beneficio delle autorità libiche, come designate dal Comitato, o di individui o entità che agiscano per loro conto o su loro istruzioni, o di entità possedute o controllate da esse, come designate dal Comitato, e prescrive al Comitato di designare tali autorità libiche, individui o entità entro 30 giorni dalla data di approvazione di questa risoluzione e successivamente ove ciò sia appropriato;
Afferma la propria determinazione a far sì che i beni congelati in applicazione del paragrafo 17 della risoluzione 1970 (2011) siano, in una fase successiva, resi disponibili appena possibile a favore e beneficio del popolo della Jamahiriya Araba di Libia;
Delibera che tutti gli Stati prescrivano ai propri cittadini, alle persone soggette alla loro giurisdizione e alle imprese istituite sul proprio territorio di esercitare vigilanza nell’intrattenere rapporti d’affari con entità istituite nella Jamahiriya Araba di Libia o soggette alla sua giurisdizione, e con qualsiasi individuo o entità che agisca per loro conto o su loro istruzioni, e con entità possedute o controllare da esse, se gli Stati dispongono di informazioni che facciano ragionevolmente ritenere che tali rapporti possano contribuire alla violenza e all’uso della forza contro i civili;
Seguono due sezioni delle quali si fornisce la sintesi.
Designazioni (paragrafi 22-23) – Questa sezione fa riferimento agli Allegati I e II che elencano individui ed entità soggetti a restrizioni di viaggio e congelamento dei beni, e attribuisce al Consiglio e al “Comitato” istituito dalla risoluzione 1970 (2011) la facoltà di estendere tali sanzioni ad ulteriori individui ed entità.
Commissione di esperti (paragrafi 24-29) – Questa sezione incarica il Segretario Generale di istituire una Commissione di otto Esperti che assistano il “Comitato” nell’espletamento del suo mandato, raccolgano informazioni sull’attuazione delle due risoluzioni sulla Libia, formulino raccomandazioni e riferiscano al Comitato; estende il mandato di quest’ultimo alle misure deliberate con questa risoluzione; esclude ogni responsabilità per inadempimento di contratti o obbligazioni riconducibile alle disposizioni delle due risoluzioni.
La risoluzione si conclude con i seguenti paragrafi:
28. Riafferma la propria intenzione di mantenere sotto continua osservazione gli atti delle autorità libiche e sottolinea la propria disponibilità a rivedere in qualsiasi momento le misure imposte da questa risoluzione e dalla risoluzione 1970 (2011), anche rafforzando, sospendendo o revocando tali misure, come risulterà appropriato a seconda dell’ottemperanza delle autorità libiche a questa risoluzione e alla risoluzione 1970 (2011).
29. Delibera di rimanere attivamente investito della questione.
Traduzione originale di Alberto Cacopardo
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