Continuiamo a girare attorno al problema:
non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Tutti dentro non è garanzia di stabilità?
non si può chiedere al popolo di votare un partito di 2 lettere così c'è stabilità, mi sa leggermente di ricatto....
perchè bisogna essere onesti e dire pane al pane, vino al vino:
"italiani, se volete la stabilità, dovete votare ........."
io sono uno di quegli italiani che ha risposto: "non ci sto"
Ultima modifica di giorgio; 09/03/2013 alle 14:56
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
Beh,attenzione a non girare troppo la frittata.Ai mercati-nè buoni nè cattivi,solo desiderosi di veder tutelati i loro interessi-mercati ai quali lo Stato italiano si è rivolto per rifininanziare troppo il proprio d.b.,interessa UNA SOLA COSA:che il proprio debitore,ossia lo Stato italiano,non mandi a meretrici la sostenibilità del medesimo d.p. e quindi il loro investimento.Questo può essere assicurato da Tizio o da Sempronio o da Caio o da Genoveffa Genovese.A loro non importa.Basta che sia garantito questo presupposto.
Facciamola facile:ipotizziamo che io mi chiami Pincopallo(non sia mai...) e faccia per mestiere il trader,ossia l'investitore sui mercati internazionali dei titoli di Stato.
Nel gennaio 2012 ho acquistato un bel pò di titoli del debito pubblico italiano,perchè mi sembrava conveniente.
Ok?
Vengo a sapere che a febbraio 2013 in Italia le elezioni sono state vinte,come primo partito,da Alfa,che nel suo programma ha messo il referendum sul ritorno alla lira e ha detto,pochi mesi prima delle elezioni,che il d.p. italiano sta pensando-testuali parole-di non pagarlo o di pagarne una parte.
Vabbè,arriviamo al 1 marzo 2013 e nonostante tutto ho deciso di tenermi in tasca il mio investimento e di non disfarmene,perchè ho ancora fiducia nella solvibilità dello Stato italiano,so che ha sempre onorato il suo debito e non ho motivo di pensare che possa non farlo in futuro.
Ma domenica 3 marzo 2013 lo spokesman di Alfa ribadisce pubblicamente,al cospetto della stampa straniera,che lui il referendum per uscire dall'euro lo vuole davvero tenere,magari online e che(relata refero!)vuole ricontrattare l'ammontare degli interessi sul debito pubblico italiani,i cui titoli io Pincopallo mi sono messo in tasca nel gennaio 2012(comprandoli dallo Staoto italiano,che grazie a queste operazioni finanzia la sua stessa esistenza).
Ora,io Pincopallo mi inizio a preoccupare davvero,perchè penso che se l'Italia torno alla lira,che era la moneta-cenerentola dell'U.E.,al punto che nel 1995 ce ne volevano 870 per fare un marco tedesco e addirittura valeva meno della dracma e dell'escudo,ho il timore di ritrovarmi carta straccia in tasca o cmq che il mio investimento possa andare a meretrice,se puta caso l'Italia decide di uscire davvero dall'euro.
E quindi che faccio?Prendo i titoli del d.p. e li rivendo.Me ne disfo,perchè ho il timore che le vicissitudini politiche spingano lo Stato italiano a non onorare il suo debito.
Ebbene,se io(ipotetico Pincopallo) faccio questo,potete accusarmi di essere un ricattatore?Ovviamente no,perchè ho agito secondo una valutazione razionale e su soldi che IO PINCOPALLO ho investito.
Ma non solo.Voi avreste agito diversamente?Secondo me NO.
E questo è il meccanismo che opera quotidianamente sui mercati dei titoli di Stato.Il debito sovrano si basa su ragionamenti come questo.Facciamocene una ragione.Ma soprattutto teniamone conto.Oppure,se vogliamo bellamente ignorarli,siamo consapevoli di farlo.
Mi piacerebbe sapere,specificamente,se Giorgio ragionerebbe diversamente da quell'ipotetico Pincopallo.
Ma è chiaro che è come dici tu. Il vero problema è che molti non hanno ancora capito che chi propone una strada più facile per l'uscita dalla crisi è presumibilmente colui che mente. Nulla viene facile: non è certo scardinando tutte le (poche) riforme fatte fin qui che si dà il via alla crescita, anzi si aggraverebbe solo il problema. Ma questo è un concetto ben più difficile da far passare (ed accettare) ai cittadini rispetto ad una tassa da restituire o ad un reddito minimo garantito (entrambi non si sa bene assicurati con quali soldi).![]()
Diciamo che non ti sta bene che un'agenzia di rating tagli il rating del tuo Paese, che è diverso.
Ma il fatto è che il loro mestiere è quello di "dare i voti" all'affidabilità dei Paesi. Non è che il voto debba per forza essere positivo. Se un Paese, in un momento di crisi economica internazionale, con un debito pubblico che sfiora il 130% del PIL e con alle elezioni appena svolte una maggioranza inesistente, si becca un rating negativo non c'è nulla di strano.
E' come se tu dovessi selezionare dei ragazzi per lanciarli in una squadra di calcio. Ti si presenta uno che tira le punizioni nel sette, corre come un dannato e ha dei buoni piedi, poi ti si presenta uno che non sa nemmeno cosa sia un pallone praticamente. Cosa fai, li promuovi tutti e due?
Stessa cosa vale per le agenzie di rating. Il loro ruolo è quello di informare gli investitori che sono alle prime armi o comunque che non ne sanno granchè di finanza su quali titoli siano più attendibili. Purtroppo anche loro hanno difetti come tutti e possono sbagliare, senz'altro, ma vista la situazione attuale non ci vedo assolutamente nulla di strano nel giudizio dato all'Italia![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Non capisco quanto interessi la mia opinione....
Comunque, siccome non ho mai avuto problemi a dire tutto quello che penso (dove non è vietato), placo la tua sete:
sono d'accordo con il sig. Pincopallo.
Ma come diceva uno che c'era e che adesso non c'è più...: che c'azzecca?
Il mio discorso era un altro.
I mercati, certo, fanno il loro dovere e ci mancherebbe.
Io, come molti altri, non voglio essere succube dei mercati.
Punto.
L'Italia dovrà mettere in atto delle pèolitiche per interrompere questa dipendenza dai mercati; questa sarà la sfida.
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
Magari fosse solo questo.
Gli investitori istituzionali sono vincolati ai rating per decidere se appesantire o alleggerire i propri investimenti. In un fondo a basso rischio, ad esempio, tds di un paese BBB+ non possono entrare o ci possono entrare con peso mooolto limitato. Ciò significa diminuire ancor di più gli investimenti
Mi rivolgo a te, Matteo, visto che su molti argomenti mi trovo abbastanza vicino alle tue idee.
Sei così sicuro che la parola crescita sia sempre da tenere al 1° posto dell'agenda economica?
io più che di crescita, parlerei di riforme strutturali, di tagli (veri) alle spese, di riforma fiscale e conseguente diminuzione, ecc....
La crescita (forse meglio parlare di ripresa) sarà la conseguenza della bontà di queste politiche.
Ciao Giorgio, Grande Astigiano.
...più vai in alto, più il vento tira...(G. Trapattoni)
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