Questo, a detta di diversi analisti, e' anche frutto di una progressiva e migliore protezione dei confini ucraini da parte di loro sistemi di difesa... A causa dell'elevato numero di elicotteri e aerei russi abbattuti, questi qua sono costretti a lanciare attacchi da punti piu' lontani per non finire abbattuti, usando dei Su-35 e Su-34 con missili a gittata 40 o 50km.
C'e' da dire che anche dall'altra parte piu' o meno accade lo stesso, senza le forniture aeree e' tutto piu' complicato per gli ucraini (e se arrivassero, ci si impiegherebbero un bel po' di settimane di addestramento).
Ad ogni modo, assodata la difficolta' ucraina e la stessa nel reperire i mezzi adeguati per rovesciare la situazione (cosi' come il quasi fallimento della controffensiva), personalmente penso che mantenere una situazione di stallo sia sicuramente meglio che alzare bandiera bianca... Nell'attesa di ottenere qualche ulteriore aiuto a partire dalla primavera.
So che e' un discorso banale, pero' di alternative migliori non e' che ce ne siano un granche'![]()
Tira una brutta aria sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky. È l’aria del dissenso per la conduzione della guerra, per com’è stata narrata ai cittadini ucraini e all’Occidente e per la gestione del potere in oltre 21 mesi di legge marziale. Le critiche arrivano anzitutto dai suoi avversari politici, sempre più vocali come fino a un anno fa non si poteva immaginare. Più sommessamente, arrivano anche da Oltreoceano, dove parte dell’establishment americano e dell’opinione pubblica è sempre più contraria a un sostegno indefinito all’Ucraina. C’è il sindaco di Kiev, l’ex pugile Vitali Klitschko, leader apprezzato per la guida della capitale in tempi difficili che ha tuonato: «La gente si chiede perché non fossimo meglio preparati a questa guerra. Perché Zelensky ha negato fino alla fine che si sarebbe arrivati a questo. C’erano troppe informazioni che non corrispondevano alla realtà. Naturalmente possiamo mentire al nostro popolo e ai nostri partner, ma non per sempre».Un disconoscimento dell’azione politica del presidente che i più vicini a Klitschko raccontano come maturato da tempo, ma che, si sa, in tempi di guerra è bene conservare per darne sfogo al momento opportuno, ovvero quando il consenso del Paese verso il capo e il supporto esterno iniziano a sfilacciarsi. Tanto più quando quel capo, in nome dell’anticorruzione e del rischio di frange interne filorusse, non si è mai risparmiato in purghe per accerchiarsi di fedelissimi. È con questo spirito che si spiega anche perché venerdì scorso le guardie di frontiera ucraine hanno impedito all’ex presidente Poroshenko di lasciare il territorio. Secondo i servizi di sicurezza, Poroshenko è stato respinto a causa del suo incontro programmato con il primo ministro ungherese Orban che «esprime sistematicamente una posizione anti-ucraina», tanto che Mosca avrebbe utilizzato l’incontro «nelle sue operazioni informative e psicologiche contro l’Ucraina». Accuse che Orban ha rispedito al mittente qualificandole come «lotte politiche interne» che insieme a «certe epurazioni politiche sono un’indicazione che l’Ucraina non è pronta per l’adesione all’Ue».C’è poi l’ex consigliere dell’ufficio presidenziale Arestovych, che ha già annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni (rinviate a data da destinarsi) e che punta a battere Zelensky attraverso quel doloroso realismo che, a detta sua, l’attuale presidente non ha mai tenuto per tutta la durata di una controffensiva miseramente fallita, così ingannando un popolo che, ancora per più della metà, vuole combattere fino alla vittoria (60 per cento, in calo rispetto al 70 di un anno fa, secondo un sondaggio Gallup) senza averne i mezzi. Infine c’è il Capo di Stato Maggiore Valerij Zalužnyj con cui Zelensky è ai ferri corti sin dalla battaglia di Bakhmut. I due erano in netto disaccordo sulla difesa a oltranza di una città non militarmente strategica e che stava generando un numero di perdite assolutamente ingiustificato per Zalužnyj, ma su cui il presidente si era ormai esposto davanti al Congresso americano narrandola come una lotta che «cambierà la traiettoria della nostra guerra per l’indipendenza e la libertà».Sappiamo tutti com’è andata a finire. Oggi i dissapori tra i due leader ucraini più popolari sono alla stelle. Al di là delle dichiarazioni, l’Occidente vuole sapere non se, ma quando la guerra in Ucraina finirà. A partire dagli Usa, in seria difficoltà nel gestire due conflitti contemporaneamente nell’anno elettorale. Sul come, qualche indizio arriva dall’ultima riunione dello Ukraine Defense Contact Group dell’ottobre scorso a Bruxelles in cui, secondo la stampa americana, le delegazioni statunitensi ed europee avrebbero iniziato a discutere con Zelensky di possibili «negoziati di pace» con Mosca. Discussioni che alla fine dell’anno o poco dopo potrebbero diventare sempre «più urgenti».
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E' inutile girarci intorno, la controffensiva è stata un fallimento ed i veri progressi sono stati fatti soprattutto nelle difesa delle città e dei confini ucraini, tanto che ultimamente gli attacchi russi avvengono principalmente nelle aree vicine al fronte.
Più che altro mi chiedo quale fosse l'alternativa al lasciare la situazione in stallo, cedere il territorio ai russi senza combattere? Evitare un'ottima occasione per tenere impegnato l'esercito russo?
Poi sicuramente Zelensky alla fine della guerra non ne uscirà bene, chiunque sarà il prossimo presidente ucraino finirà per scaricargli qualsiasi colpa certamente, anche se magari per il popolo potrà essere un eroe. In ogni caso, oltre alla situazione del Caucaso, certamente questa guerra avrà delle ripercussioni sugli scenari di politica internazionale che magari nemmeno pensiamo, sia per quanto riguarda gli USA, sia ad esempio su quanto succederà tra Venezuela e Guyana, una situazione che non conoscevo, con confini molto labili su tutta l'area a causa del colonialismo.
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
Si dovevano prendere seri provvedimenti da subito, cominciando dall'invio di armi serie e altro all'Ucraina sin dal primo momento, forzare il nemico e metterlo alle strette, l'atomica la Russia non l'avrebbe usata se non voleva cessare fisicamente di esistere.
Dopo due anni tutti sono stanchi, a cominciare dai diretti interessati che iniziano a colpevolizzare il loro capo e ai vari alleati di oltreoceano che hanno detto chiaramente che stanno finendo i soldi.
Bella situazione di m***a
E' da un anno che ripeto le stesse cose come un disco rotto: l'Ucraina verrà abbandonata a sè stessa e la logica del "ti aiuto un pochino ma non troppo se no Putin è cattivo e mi fa la bua" non può fare altro che favorire la Russia. E no, Putin non si arrenderà mai e non verrà mai buttato giù, e l'Ucraina è destinata a soccombere, e la Russia a vincere.
Che siano stati destinati fondi e armamenti ancora per il 2024 è del tutto ininfluente nelle sorti della guerra. Non servono 3 carri armati e 8 fucili, serve un'intera nuova aviazione militare e migliaia e migliaia di uomini, munizioni, armamenti della miglior tecnologia.
Ma questo sappiamo non avverrà mai.
Lou soulei nais per tuchi
Si ma nn è che se l'Ucraina non ricaccia i russi dai territori vuol dire che la Russia ha vinto...
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Rimane da considerare che però per i russi è comunque una vittoria, qualcuno qui prevedeva la caduta del regime, in realtà siamo davanti al suo sgretolamento, cosa che potrebbe durare anche molti anni, con momenti di crisi come con la Wagner e rinvigorimenti. Difficile che ci siano nuove invasioni su larga scala, ma non credo che vedremo spostamenti dai confini effettivi attuali, sia nel caso in cui si arrivi a un trattato di pace, sia se si arrivasse una situazione come quella coreana o di Cipro.
Di fatto la situazione di stallo ucraina, negli ultimi mesi, è servita solo a tenere impegnato l'esercito russo, relativamente a vantaggio dell'Occidente e di alcune potenze regionali (Caucaso).
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
Lou soulei nais per tuchi
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