Per noi "occidentali" è così.
Ma ti ripeto - e questo è il paradosso che ci impone di rivedere tutto - non per tutte le culture è così. E' un prodotto nostro, non necessariamente condiviso, e non imponibile ad altri.
Se veramente rispetto le culture diverse dalla mia, se veramente sono tollerante, se veramente ritengo che ognuno debba essere libero di credere in quello che vuole, giocoforza devo ammettere che possa anche pensare che non siamo tutti uguali. E riconoscergli la possibilità di operare entro questa sua cornice mentale.
Nel momento stesso in cui tu passi da "per noi tutti gli uomini sono uguali" a "in assoluto tutti gli uomini sono uguali", stai già, inconsapevolmente, applicando il principio che siamo un po' più vicini alla Verità di altri, che il nostro è il migliore dei mondi possibili, e che è giusto che insegniamo o guidiamo gli altri ad arrivarci. In pratica, hai intaccato dalla base il principio stesso.
O accetti il relativismo culturale, o opti per l'assoluto. Il problema è conciliare A e non-A.
Probelema su cui gli antropologi dibattono già da decenni, in ambiente accademico e relaitvamente al di fuori delle beghe politiche. Forse è ora che anche a livello comune si inizi a pensarci.
Secondo me tu o non ci arrivi, TU, o fai finta di non capire. Che eri ateo l' avevo capito, che sei tollerante, a me pare che tu lo sia con chi ti pare.
Cosa c' entra il Cristo in croce? Il qualcuno che ha pensato meglio, come dici tu, è anche grazie agli scritti raffazzonati che raccontano la storia di quel tizio rappresentato dalla raccapricciante icona. Perché nei racconti su quel tizio c' é la RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE, che invece, nell' altro caso, è tenuta adeguatamente fuori dal concetto di educazione umana. Con tutto quello che ne consegue.
E siamo a 944. Ma tanto con te è tempo sprecato.
Mi piacerebbe molto vedere te e tutti quelli che la pensano come te andare a lavorare una decina d' anni continuativamente in un paese a maggioranza muslim. Poi vediamo, dopo 3 o 4 volte che non potete fare un gesto carino in pubblico alla Vs compagna/compagno o non potete bere una birra su un tavolino all' aperto di un bar, se manterrete tutta questa tolleranza. .. ah già. Dimenticavo. Per te e tutti quelli come te "bisogna rispettare le loro usanze" ..... sempre e comunque.
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
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Non è stata superata nemmeno dall' ultimo recepimento comunitario
http://www.altalex.com/documents/leg...u-normativa-ue
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Pretendiamo di non rispettarla allo stesso titolo per cui loro ci vogliono imporre A CASA NOSTRA pretese che cozza con il nostri ordinamento giuridico (macellazione halal o enclave inglesi gestite con la shaharia) . Ma stiamo scherzando?
Ma lo volete capire o no che questi, dato un dito, vorrebbero braccio e gamba?
No. Che si aggiorno loro. E la smettano di rompere i cojotes con le loro assurde pretese (piscine ad orari separati, o spiagge riservate. Ripeto: a casa nostra! ). Ma stiamo scherzando?
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ma non c'è dubbio che dopo unpo' uno si rompe le balle.. ma ancora una volta siamo al tafazzismo, riallacciandomi al Bassini, non è che se loro fanno così allora dobbiamo farlo anche noi, alias non è che se loro sono intolleranti e beceri allora lo dobbiamo essere anche noi. io sono disposto a rispettare le loro usanze (tranne il burqa e i maltrattamenti verso le donne, qui sono illegali entrambe le cose e personalmente non mi piacciono, come a molti di noi spero) e la maggior parte di esse non mi arreca nessun problema e sinceramente sarei orgoglioso di un paese che rispetta le usanze altrui, purché esse siano conformi alla legge, mi sembra ovvio questo.
non lo volete fare? non volete essere tolleranti? ci sta, fatti vostri, ma non parlate poi di superiorità culturale perché non si confa col vostro comportamento.
Si vis pacem, para bellum.
quella è una minoranza becera, appunto, che fa richieste assurde e chiaramente non verranno esaudite, mi sembra anche giusto. si chiama quieto vivere, si chiama mettersi d'accordo e sono certo che i punti in comune si possono trovare. era assurdo il discorso del crocifisso (difatti nessuno ha fatto niente, o sbaglio?) come lo sono gli altri da te elencati ma penso che ci si possa incontrare su un punto in comune senza ledere chissà quali libertà. chiaro che le pretese assurde non vanno nemmeno considerate, ma si parla cmq di una minoranza...
Si vis pacem, para bellum.
La superiorità culturale per me sta nel fatto che su 10 usanze loro ne tollero 7. Loro di 10 mie usanze ne tollerano 0/1, quando sono nel "branco", cioè a casa loro. Quindi poiché 7 > 1, ovvero 7 è superiore ad 1, per me, come vedi, è un fatto semplicemente numerico.
Edit: la superiorità culturale sta già nel fatto che come vedi, nonostante tutto, comprese le mie contumelie, questi signori possono fare ciò che vogliono sul ns suolo anche quando le loro usanze cozzano con il ns ordinamento giuridico, che addirittura va plasmato a loro uso. Più tolleranti e culturalmente superiori di così. .....
Ultima modifica di and1966; 05/04/2016 alle 18:11
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Cerco di essere sintetico:
esercitare l'obiezione di coscienza in casi in cui un individuo ha pieni diritti in termini di legge è una cosa vergognosa.
Fosse per me alla stipula di un contratto nel servizio sanitario pubblico dovrebbe esserci la clausola che nel caso vuoi esercitare l'obiezione sei immediatamente licenziato per giusta causa. Vuoi fare il medico ed esercitare l'obiezione? Ti apri uno studio privato, vai in una struttura privata se ti accettano, non vai a negare i sacrosanti diritti di un cittadino in una struttura pubblica.
Scusa eh, ma questo è il caso esattamente contrario: fare qualcosa vietato dalla legge, l'obiezione è non fare qualcosa consentita dalla legge utilizzando pretesti religiosi.
Credo che fare qualcosa vietato dalla legge che però potrebbe evitare danni peggiori rientra nelle problematiche di coscienza, ed in qualche modo spero ci siano norme che tutelino chi deve fare certe scelte.
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