Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
Non è così lineare.
Siamo uno Stato laico, ma di tradizione cristiana. E lo dico io che non sono assolutamente credente, anzi
Il crocifisso, i santini, ecc.ecc. fanno parte della tradizione, è una cosa che va oltre la religione in sè.
Il "non esporre simboli religiosi in pubblico" (della religione cristiana) sarebbe impensabile, oltre che impossibile. Quante chiese, duomi, cattedrali abbiamo? E cappelle, piloni votivi, semplici nicchie per la preghiera, che sono sparpagliate per tutte le nostre campagne, valli e montagne? E le croci sulle cime delle montagne?
Per me si possono anche togliere i crocifissi dai luoghi pubblici (scuole, aule di tribunale,ecc.), ma sinceramente non ne vedo il motivo, mi sembra un pò aria fritta: il crocifisso è lì per nostra tradizione, non per il significato religioso in sè.
Certo che non è lineare, ma qui ci vuole anche un po' di elasticità. Io non chiedo di togliere simboli religiosi dai luoghi di culto, chiese e quant'altro, ma ci mancherebbe. Io chiedo, magari, di toglierli da quei posti che non sono luoghi di culto e soprattutto di non metterne altri, vedi statuette nelle aiuole...Le croci sulle montagne? Ma chi se ne frega...

Che poi che cosa vuol dire tradizione? Se per tradizione vuoi conservare tutto addio progresso, vedi il discorso sull'uccisione dei maiali, anche e perchè le statistiche parlano chiaro:

Religioni in Italia - Wikipedia

Il panorama religioso in Italia

L'istituto di ricerca Gallup nel suo studio "Global Index of Religion and Atheism" del 2012[14] rivela che il 73% degli italiani si ritiene una persona in qualche modo religiosa, mentre il 15% si dichiara non religiosa e l'8% si dichiara ateo. In base al rapporto Eurispes del 2010[15] il numero dei credenti, rispetto a precedenti rilevazioni, è diminuito sensibilmente, sebbene in maggioranza gli italiani si dichiarino religiosi. Tra questi, tuttavia, occorre distinguere tra praticanti (24,4%) e non praticanti (52,1%). Più bassa la percentuale di quanti si definiscono agnostici (10,7%) e di chi si ritiene ateo (7,8%). Secondo un'altra ricerca, effettuata da Eurobarometro nel 2005, il 74% dei cittadini italiani crede che ci sia un Dio, il 16% crede che ci sia qualche tipo di spirito o forza vitale e il 6% non crede che ci sia alcun tipo di spirito, Dio o forza vitale.[16]
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Cattolicesimo

In un'indagine Eurispes del 2006 emergeva che l'87,8% della popolazione si dichiarava cristiano cattolico e il 36,8% praticante. Secondo la stessa ricerca si recava a messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni. La discrepanza tra chi si dichiara cattolico e chi è di stretta osservanza, anche se minore rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale, è sensibile, come testimoniato anche dalle opinioni relative ad aborto, fecondazione assistita e unioni civili.[17] Come in molti paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente, soprattutto tra i giovani, anche se non manca la presenza di movimenti cattolici...


I credenti diminuiscono, i cattolici praticanti saranno al max al 35% (non entro neanche nel merito di quelle fantasiose posizioni quali credo ma non pratico, credo però l'aborto..., credo ma il *****..., credo però il divorzio...) contro un 25% di non religiosi.
La strada è segnata...