Ma come si fa ancora a credere ai numeri ufficiali della Cina, facendo riferimento al loro "invidabile" lockdown che funge da alibi ? Io mi fido di tutti i numeri mondiali meno che il loro. Compresi quelli dei paesi che hanno gestito una chiavica la pandemia (Russia, USA, UK, Brasile etc etc). Vediamo se uscirà fuori qualche altro dato e non la solita storiella del "ma loro hanno avuto un lockdown piu duro quindi ..." ma fatemi il piacere, si.
Domanda a bruciapelo: com'è possibile che è ormai un mese che facciamo comunque oltre i +1.000, anche oltre +2.000 a inizio aprile, ma le terapie intensive si stanno svuotando? Il virus è diventato davvero meno pericoloso, o c'è qualcos'altro che mi sfugge?
Prima vedevamo i peggiori 5 o 6 mila su 50/60 mila contagi giornalieri reali, adesso magari ne vediamo 1500 su 2000 reali (di due o tre settimane fa, adesso saranno anche meno di 1000). Prima erano così tanti che non riuscivamo nemmeno a contarli, adesso li contiamo quasi tutti e anche un po' di quelli che ci erano sfuggiti prima.
I nuovi casi probabilmente si sono ridotti del 98% rispetto al picco massimo, quindi la pressione sugli ospedali si è ridotta si conseguenza.
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C’è una diversa organizzazione a monte, spesso si cura il paziente a domicilio con cocktail di farmaci in base ai sintomi e questo limita molto la degenerazione delle condizioni di salute e rallenta o inibisce, almeno parzialmente, l’aggravamento delle condizioni di salute con conseguente minor numero di ricovero e di casi gravi che necessitano di terapie intensive!
Considera che l'R0 scandinavo dev'essere già di suo più basso rispetto a quello italiano (ma in generale europeo: Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Olanda).
A parità di misure di mitigazione, dunque, l'effetto è nettamente migliore in Scandinavia che in Europa continentale.
Di suo, impedire assembramenti con più di 50 persone limita i rischi di contagio di parecchio, perchè impedisce la diffusione del contagio a distanza (pensa a concerti o partite agli stadi: quali migliori occasioni per esportare il virus a varie parti del proprio stato tramite gli ignari partecipanti?) e la nascita di nuovi focolai.
Questo vale anche in Europa.
Ora, questo fare qualcosa è abbastanza in Scandinavia (abbastanza ma non sufficiente: la curva comunque è in incremento sebbene lento), mentre non è nè abbastanza nè sufficiente in Europa continentale, dove bisogna ricorrere a lockdown (parziali o totali a seconda dell'incancrenimento della situazione al momento della chiusura).
Comunque, leggendo i provvedimenti presi in Svezia, hanno anche impedito l'attività di locali notturni (dunque niente discoteche) e anche i viaggi con aerei e treni dentro la nazione si sono ridotti.
@burian br, ecco una stima della letalità tra i 50 e i 59 anni in un Paese colpito molto duramente dall'infezione: in Qatar ci sono 21331 casi ufficiali e 13 decessi. Questi ultimi hanno riguardato, in ordine cronologico:
- un uomo di 57 anni.
- un uomo di 58 anni.
- un uomo di 85 anni.
- un uomo di 88 anni.
- un uomo di 74 anni.
- un uomo di 59 anni.
- un uomo di 42 anni.
- un uomo di 59 anni.
- un uomo di 56 anni.
- un uomo di 55 anni.
- una donna di 96 anni.
- un uomo di 40 anni.
- un uomo di 52 anni.
Solo per l'uomo 55enne di cui sopra non si sa se avesse patologie di base; per tutti gli altri è accertata la presenza di almeno una patologia pregressa.
Ammettendo (data la diffusione ormai molto ampia dell'infezione) una distribuzione dei contagi democratica tra fasce d'età, essendo che l'8,4% della popolazione qatariota ha tra i 50 e i 59 anni, dovremmo aver avuto circa 1800 infetti (diagnosticati) in questa classe anagrafica. Di questi, 7 sono deceduti. La letalità (provvisoria, vista la spiccata esponenzialità della curva epidemica, quindi è destinata ad aumentare, per il solito fatto del lag tra diagnosi ed eventuale outcome infausto) per i casi tra i 50 e i 59 anni è quindi dello 0,39%. Va detta però una cosa: la demografia qatariota è sbilanciatissima verso il genere maschile. Ed essendo che empiricamente, in questa fascia d'età, il male-to-female ratio della letalità è stimabile a 1,9:1, confrontando la demografia del Qatar (che vede l'81% dei maschi e il 19% delle femmine tra i 50 e i 59 anni, mentre nell'Occidente la proporzione è circa di 49% maschi e 51% femmine), la letalità per i 50-59 anni andrebbe abbassata, seguendo un profilo demografico di un Paese con maschi e femmine in sostanziale equilibrio, allo 0,32%.
Mi sono venuti in mente un paio di bias, uno che farebbe pensare a una sottostima del valore scritto poco sopra e un altro che farebbe, se preso singolarmente, pensare a una sovrastima dello stesso, ma non penso sia il caso di dilungarmi con la loro trattazione, almeno per il momento.![]()
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Tanto precocemente non mi pare. I contagi reali a Wuhan al momento dell'istituzione del lockdown erano probabilmente allo stesso livello dei contagi in Lombardia se non anche peggio e il virus circolava con tutta probabilità da oltre un mese. In più, mentre in Italia il lockdown è stato adottato con lenta gradualità dal 20 febbraio fino alla quarantena nazionale dell'11 marzo, a Wuhan si è passati dal tutto normale il 22 gennaio alla quarantena il 23. C'è stata una gradualità poi dopo, nel senso che tra inizio e metà febbraio ci sono state ulteriori restrizioni con la chiusura di tutte le attività non essenziali e poi alla fine la quarantena totale con la gente tappata in casa, ma quello è successo anche in Italia col passaggio al DPCM del 22 marzo.
Del resto se la quarantena fosse stata precoce non si sarebbero ritrovati gli ospedali al collasso a Wuhan e la gente morta per strada e nelle fabbriche.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
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