Crisanti: «Ora i tracciatori non servono più, sfruttiamo la banca dati di Google»
Il virologo: «Saltato il sistema del contact tracing, l’esercito dei 9mila investigatori del Covid non ha più senso. Usiamo le informazioni dei giganti del web sui movimenti delle persone e prevenire i focolai. L’Italia viaggerà per diverse settimane sui 30-40 mila casi, grazie a queste misure. Il problema vero è il dopo»
di Andrea Pasqualetto
Professor Crisanti, da un paio di settimane lei e altri suoi colleghi dite che il sistema di sorveglianza e il contact tracing sono saltati. In Italia c’è però un piccolo esercito di tracciatori di contatti, oltre 9mila, che continuano a lavorare senza sosta, molto più di prima. Quanto è ancora utile questo lavoro?
«Il servizio non ha più senso con i numeri attuali di diffusione del contagio, cioè con 30-40 mila nuovi casi al giorno. A cosa può servire tracciarne mille su 40 mila? La percentuale di controllo è ormai così bassa che diventa insignificante. Cambia poco fra il fare e non fare il contact tracing».
Risorse sprecate?
«Diciamo che in questo momento sarebbe molto più utile se le persone venissero occupate in altro modo, magari nella formazione di futuri tracciatori, che potrebbero potenziare la forza d’urto contro il virus quando i contagi scenderanno e i numeri saranno tali da rendere efficace la sorveglianza attiva. L’attività di tracciamento è molto utile solo in due fasi dell’epidemia: all’inizio, quando si vuole evitare che il virus dilaghi, e nel periodo di risoluzione, quando si vuole consolidare il risultato raggiunto».
Lei cosa farebbe a questo punto, al di là del lockdown?
«Ora conviene fare un monitoraggio dei flussi, dei movimenti delle persone fra regioni e un monitoraggio dei luoghi e delle ore di assembramento. Però queste informazioni al momento noi non le abbiamo».
E quindi?
«E quindi bisognerebbe chiederli a chi ce le ha. E ce le hanno loro: i giganti del web. Direi soprattutto Google ma in qualche misura anche Apple, Facebook, Instagram e pure Whatsapp e tutti i social che conoscono in tempo reale la posizione di chi li utilizza».
Può fare un esempio concreto di come funzionerebbe?
«Allora, lo strumento attraverso il quale possono individuare i movimenti di ciascuno è naturalmente lo smartphone, che usa la stragrande maggioranza della popolazione. Banalizzo, se io so che in una certa area è a rischio, posso vedere i movimenti di tutte le persone, che siano contagiate o meno, di quella zona, chessò, lavoratori che magari si spostano in un’altra città, e in questo modo riesco a individuare potenziali cluster. Le possibilità del sistema sono enormi»
Quindi secondo lei Google dovrebbe mettere a disposizione della collettività la sua banca dati?
«Esattamente, i dati in movimento di milioni di persone potrebbero servire a contenere l’epidemia».
Supponiamo che si ottengano queste banche dati e che la cosa funzioni, poi che sviluppi vede?
«Tutto questo va implementato con la conoscenza e la geolocalizzazione dei casi e con un potenziamento della struttura di sorveglianza, come andava fatto durante il primo post lockdown. Perché con la capacità attuale non ce la faremo mai. Parliamoci chiaro: se non usiamo questi mesi di chiusura per creare una struttura che aumenti drammaticamente la capacità di fare tamponi e nel contempo studi dei protocolli per fare il tracciamento, il tutto collegato a strumenti informatici, come l’analisi dei flussi, e a Immuni, non ne usciamo. E se non lo facciamo, la terza ondata è molto probabile. Insomma, ci vuole un piano strategico complessivo».
A quali paesi dovremmo ispirarci?
«Ai più virtuosi: Taiwan, Nuova Zelanda, Vietnam. C’è chi sta peggio di noi, Francia, Belgio, ma questo non può essere di consolazione».
In questa situazione dove pensa possa arrivare la curva del contagio in Italia?
«Penso che noi viaggeremo per diverse settimane sui 30 40 mila casi, grazie a queste misure. Il problema vero è il dopo».
Crede che le ragioni dell’economia siano ancora prevalenti su quelle della salute pubblica, come denunciò all’inizio della prima ondata?
«Mi limito a dire che quando succede c’è della miopia, sia da parte dei portatori di interessi economici sia dei politici. Perché non ci sarà nessuna ripresa economica se non si ferma l’epidemia».
Al massimo se vorranno accelerare il calo le faranno tutte arancioni per qualche settimana e per quel periodo sarebbero in lockdown di fatto, più o meno; ma non vedrei proprio il senso dei provvedimenti più severi che tutti stanno richiedendo a gran voce, perchè abbiamo visto che almeno in questo frangente non servono misure draconiane per invertire la curva.
Al di là delle quasi inutili misure di contorno che sono le più pesanti da sopportare, forse una chiusura di bar e ristoranti potrebbe risultare utile anche nelle zone gialle, purtroppo.
Ultima modifica di ale97; 10/11/2020 alle 12:58
In questi giorni parrebbe quasi che in Svizzera mediamente i nuovi casi stiano rallentando, al netto però di situazioni locali descritte ieri.
Dopo un picco di 10k giovedì scorso da qualche giorno si viaggia sui 6k. Sembra soprattutto la Svizzera tedesca ad essere in rallentamento, ma si faticano a capire i motivi.
I dati ospedalieri invece ormai non dipendono dall’oggi, ma dal prima.
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Io invece sono abbastanza persuaso che dal 16 o al massimo dal 23 tutta l'Italia sarà zona rossa, fino indicativamente al 20 dicembre e che questa zona rossa sarà poi ulteriormente prorogata di altre 3 o 4 settimane. E' lo stesso scenario di marzo con gli stessi attori sul palcoscenico e credo che sia anche normale, poi capisco anche che passare dal niente restrizioni a serriamoci tutti in casa fino a gennaio (e allora perché non fino a maggio o fino al vaccino?) ci siano diverse sfumature intermedie che corrispondono a soluzioni che potevano essere adottate per tempo. Ad esempio sono arci-convinto che le misure draconiane adottate con i DPCM del 22/3/2020 e del 2/4/2020 abbiano creato danni economici devastanti (in particolare il primo dei due decreti) senza influire in alcun modo sulla pendenza della curva epidemica, che infatti è giunta al picco tra 28 e 29 marzo...
Ultima modifica di galinsog@; 10/11/2020 alle 13:04
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continua il crollo sia della concentrazione che del rt in belgio
in iran invece si continua a galoppare a ritmi sempre più alti con i nuovi positivi che salgono molto lentamente ma inesorabilmente con decessi che continuano a denunciare un sommerso incredibile per un paese con quella demografia
sempre molto alta e costante la concentrazione in svizzera dopo il dato cumulato del fine settimana:
26%
C'ho la falla nel cervello
Da un punto di vista prettamente scientifico penso sia stato dimostrato che indossando le mascherine nell'eventualità di un contagio il decorso abbia maggiori probabilità di essere lieve, e pertanto servono sì.
A furia di sorbirne di ogni sentivo ancora gente che diceva che "non ti proteggono, servono a proteggere gli altri"... ma francamente basta con questi discorsi e basta fare i teorici!
Non deve però passare il messaggio che tutto dipenda dalla mascherina dimenticandosi del resto...con poi la relativa caccia alle streghe.
Anche i medici hanno spiegato che le prevenzioni devono essere un pacchetto e non una sola cosa presa singolarmente.
Anche in merito al distanziamento sociale sembrava quasi che passasse il messaggio che se non c'è la distanza adeguata "allora la mascherina ti protegge", ma non è che con la mascherina allora diventa legittimo non più mantenere quei 2 m come ad esempio succede sui mezzi pubblici... non serve a niente mettere la mascherina se poi non scaglioni il sistema.
Io ho avuto un contagio vicino nonostante l'applicazione di mascherine e tutto, non si capisce da dove sia l'origine, ma probabilmente sono contesti di aree pubbliche (mezzi pubblici forse) dove vige sì l'obbligo di mascherina, ma non hai le distanze minime.
C'è anche da dire che il contagio non è automatico, perché si è contagiosi già prima dei sintomi, ma nel caso specifico non è stato contagiato nessuno nonostante per ovvi motivi non è possibile mantenere una mascherina 24h su 24 in qualsiasi contesto e si condividono anche cose private come nel caso che citavi. Credo piuttosto alla teoria del contatto prolungato per 15 min in cui la mascherina gioca un ruolo non assoluto.
Ultima modifica di AbeteBianco; 10/11/2020 alle 13:15
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