Si ma ho visto spini di giuda (o robinie non ricordo di preciso, cmq di quella specie) iniziare a colonizzare una zona vicino a una cava sassosa e con sle erba gialla alta (qui la chiamano stramma). Per passare dall'erba alla macchia ai lecci naturalmente ci sarabbero volute decine e decine di anni Il principio da adottare secondo me non è quello di "contrastare" delle specie forti che solo perchè non autoctone, ma lasciare che la natura faccia la sua lotta e non intervenire ulteriormente.
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Ha ragione Malveolus comunque, le specie alloctone vengono messe in parchi e giardini, mica in mezzo a i boschi (non è autoctono nemmeno il cipresso se è per questo, eppure fanno farte da molti secoli del nostro paesaggio). La robinia si è insediata da più di un secolo in Italia poi
Devo dire che non ho mai visto una palma morire per il freddo..
purtroppo come gia' detto, la comune palma delle Canarie, Phoenix Canariensis, sta venendo decimata dal punteruolo rosso. Nel mio quartiere l'80% delle palme è scomparso e praticamente nessuno leva la pianta malata nel proprio giardino, aiutando cosi' la diffusione di questo gravissimo male. Secondo il servizio fitosanitario del Lazio non c'era pericolo per Roma, dato che il punteruolo non era ancora entrato nel raccordo e sarebbe stato fermato al di fuori di questo. Niente di piu' falso.. il punteruolo sta uccidendo palme anche dentro Roma, dopo averne devastato la costa (Tarquinia, Ladispoli, Ostia, Sabaudia ecc.) e le colossaili specie delle ville di Roma sono in pericolo. La rimozione dai propri giardini delle palme affette è ormai considerata obbligatoria.
Avevo inviato (sotto loro consiglio trallaltro) almeno 10 palme affette da punteruolo rosso, con tanto di vie e numeri civici in ordine lungo la via Tuscolana da Frascati alla mia zona, ma dopo quasi un anno le palme, ormai marce, sono li, ancora potenziali diffusori del male.
Le palme meno affette dal punteruolo rosso sono la palma nana Chamaerops humilis come gia' detto, ma anche la Butia Capitata e la Washingtonia, quest'ultima la mia palma preferita, verdissima e con un altissima rapidita' di crescita, la consiglio vivamente nei giardini (due gemelle magnifiche di questa specie svettano dai fori imperiali, alte piu' di 30 metri e datate 1870 ca.).
Ultima modifica di Daniele_Bianchino_rm; 30/12/2009 alle 23:05
.."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..
su una delle tante notizie sulla crisi nel Lazio si diceva che non avrebbero permess che questo entrasse nel raccordo di Roma e che per ora si trovava solo al di fuori di questo. Sara' passato un mese non trovo la notizia, ma gia' all'epoca il punturuolo era gia' visibilmente entrato in Roma..
Palermo, che è la citta' di mia madre e ci vado spesso, è stata devastata dal punteruolo rosso..
(ps. ho inserito l'unica foto trovata delle gemelle del foro romano).
.."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..
Anche qui la palma delle canarie decimata. C'è chi dice (incredibile) che dietro la diffusione del punteruolo rosso ci sia la camorra. In pratica ho letto che i boss si facevano arrivare per decorare i loro villoni enormi partite di palme già adulte da vivai non proprio specializzati. Quindi le piante non controllate vennero impiantate nelle ville già infettate.
Comunque il punteruolo rosso si avvantaggia di inverni miti per sopravvivere. Infatti la sua massima diffusione sui litorali del centrosud tirrenico...che dire: "speriamo in una botta di gelo record"
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Non è proprio un esempio tanto raccomandabile la robinia. Per quanto ne so (poco) è stata importata in Francia nei secoli scorsi perché il suo legno duro e resistente era adatto a realizzare le palizzate dei vigneti, ed essendo un infestante abbastanza terribile in men che non si dica è sfuggita al controllo ed è finita dappertutto. La primavera scorsa ho dovuto pagare un lattoniere con carro gru per farmi togliere delle giovani robinie dalle grondaie di casa.
Basta un seme portato dal vento o da una deiezione animale e in un amen (mezza vita umana su scala evolutiva è un amen) ci si trova un bosco di robinia, con tutte le sue gradevoli spine e la connessa impossibilità sostanziale a sbarazzarsene...
Non per fare il leghista botanico, ma personalmente se la robinina se ne sta a casa sua sono molto più contento. E' la più forte e darwinisticamente è destinata a trionfare. E' uno di quei casi nei quali auspicare la prevalenza del più forte ha connotati ideologici, perché per l'uomo e per l'ambiente la diffusione della robinia non è auspicabile sotto molti altri profili. Salvo per chi ama gli infestanti spinosi e per le aree che se ne giovano, niente da dire.
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