Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Te lo dico per dovere di cronaca(mo' se ci fosse la mia ragazza esploderebbe in uno dei suoi famosi"eccolo qua"):il guano si alzò di colpo quando un esponente di quella compagine governativa disse:"ci vuole il coraggio,non la prudenza"e ventilò una sorta di riduzione della pressione fiscale ma finanziata a gorgonzola ed acqua minerale,pare.
Agli occhi dei mercati fu come alzare la mano e dire:stiamo andando a mietere il guano.
il default italiano è inevitabile, europa o non europa.
Con l'aumento delle tasse, che ha di fatto stroncato l'economia (al di la dei proclami preelezioni, i dati di dicembre e gennaio davano un nuovo riaccutizarsi della crisi, e questo ben prima delle elezioni per l'appunto, (le varie dichiarazioni tipo "ci sarà ripresa a fine anno...eccetera" sono quelle che sono sempre state da anni a questa parte: balle)
l'aumento delle tasse ha prodotto un avanzo primario notevole 34 miliardi di euro (714-680). Del tutto insufficiente, nei prossimi 4 serviranno 70 ULTERIORI miliardi di euro AD ANNO da ottenere o con ulteriore aumento di tasse, o con taglio di spese.
GOLDMAN: Europe Needs More Austerity - Business Insider
ma il mantra dei "tagli della spesa" è molto fuorviante. Dire che il 50% di tasse è una percentuale alta è fuorviante, se io pago 700 miliardi di tasse e ottengo 700 miliardi di servizi, la percentuale di tassazione è giusta, non alta. se in italia si pagasse 200 miliardi di tasse e si ottenessero servizi per 100 miliardi di servizi, la tassazione sarebbe abnorme. Se si pagasse 900 miliardi di tasse ottenendo 1100 miliardi di servizi, la tassazione sarebbe clamorosamente favorevole e le aziende estere farebbero a pugni per entrare nel nostro paese. In italia si sta pensando di ottenere quei soldi semplicemente tagliando i servizi in modo "lineare". Che per il mondo produttivo non solo non darebbe vantaggi, ma causerebbe un ulteriore danno. il problema non è che si pagano 700 miliardi di tasse, il problema è che l'apparato pubblico, non lo dico io ma lo affermano tutti gli studi internazionali, cercateli voi li troverete facilmente non sto a linkarli, è DA TERZO MONDO. In particolare la giustizia civile, ma non solo. Ci fosse uno, dico solo uno dei vari settori pubblici fossimo almeno a metà classifica, invece niente sempre a lottare con il Ciad o con il Gàbon. Morale della favola, siamo fottuti. A conti fatti, il default nel 1992 ad oggi ci avrebbe forse fatto ripartire, visto che allora avevamo un apparato economico comunque più in salute di quello odierno (i fallimenti della finanza dello stato affliggono i paesi in funzione inversa della loro capacità industriale), il default è il corrispettivo delle forze darwiniane applicate all'economia
whatever it takes
Almeno una buona notizia oggi c'è, dopo aver fatto la figura dei deficienti di fronte al mondo qualche tempo fa: Thyssen, pena ridotta in appello a 10 anni - Corriere.it
Eh va bene,scendo in dettagli.
Nel tardo 2011(ma ci si lavorò ancora nel freddissimo inverno successivo)pare che la Merkel abbia consultato alcuni economisti austriaci e tedeschi(ma anche francesi) per esaminare una sorta di piano "B",in caso di eurozone's break up.
Prevede"un'Unione monetaria su uno spartito più ristretto",cioè limitata al centronord europeo,con inclusione della Francia ma anche della Slovacchia e dell'Austria,avente come confine meridionale le Alpi.I Paesi come l'Italia,Cipro,il Portogallo e la Grecia(di Slovenia,Malta,Spagna ed Irlanda non si fece espressamente menzione)sarebbero stati incoraggiati a farsi un'euro del sud,in grado di oscillare con il nord euro ad un tasso prestabilito,con un meccanismo simile al vecchio SME.
Tuttavia,il progetto fu tenuto nel cassetto e sembrò superato dal ricompattamento verificatosi nell'autunno 2012.
Pare che i principali problemi siano stati due:
1)la creazione di un'euro del sud avrebbe potuto trovare forti ostacoli in Italia e Grecia,Paesi con un'opinione pubblica tendenzialmente più orientata a tornare tout cout alle monete nazionale,con il rischio di guerra commerciale da svalutazione asseritamente competitiva in questi Paesi;
2)il rischio di una crisi definitiva dello Stato unitario in Italia(piuttosto che in Spagna,dove l'euro del sud pare non sia mal visto anche in Catalogna),giacchè il nord Italia oggettivamente avrebbe avuto titolo per stare in questa moneta ristretta al cuore economico del continente e ciò avrebbe potuto far nascere un'instabilità politica non troppo diversa da quella che attanagliò la Jugoslavia a fine anni 80'.
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