Effettivamente molto meglio di come pensassi tale sondaggio.
Si vede fra l'altro che col passare del tempo la percentuale di chi comprende bene quale disastro sarebbe abbandonare l'euro è aumentata. Buon segnale, probabilmente qualcosa sta cambiando negli italiani in termini di informazione e cultura economica.
Quanto all'intervento di storm, dico: si, è difficile eccome se lo è, del resto gli economisti (fra i quali spero di esserci anch'io fra qualche anno) e in teoria pure i bravi politici non sono personaggi che applicano in modo ferreo e a tutte le situazioni un certo tipo di approccio, bensì sono quelli che -come dei cuochi - riescono a carpire qual è la ricetta più adatta in un certo momento.
Probabilmente l'apporto più utile dal lato teorico, e che in un certo senso è anche quello che mi vede più d'accordo, è stato quello di Keynes. Cioè: aumenti della spesa pubblica e diminuzioni delle tasse per far ripartire i consumi e gli investimenti del settore privato durante una fase recessiva, poi terminata la fase recessiva - quando ormai il ciclo economico positivo è ripreso, tagli alla spesa pubblica e maggior rigidità fiscale per contenere il debito. Keynes immaginava uno Stato che prendesse a debito durante i momenti di difficoltà e poi lo restituisse man mano appena terminata la stessa. Purtroppo si tratta anche in quel caso di un modello ideale, ma a livello generale le teorie keynesiane (e quando dico keynesiane dico di Keynes, non dei suoi presunti seguaci che sono molto meno saggi e molto più populisti di lui) sono quelle più adeguate.![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Comunque, leggevo stamani sul Corriere della sera che sono state fatti dei sondaggi online e non da più case statistiche diciamo, il 74% degli italiani giudicherebbe negativa un' uscita dall'eurozona, percentuale che pur più bassa, è comunque sopra il 50% anche a chi dice di appartenere ai partiti euroscettici
Notevole questo articolo,e credo che ciascun italiano dovrebbe stamparselo in fronte.
La questione è sempre la solita,che abbiamo ripetuto alla nausea: anzichè ciondolare da 20 anni a questa parte bisognava fare le riforme,punto. La Germania,ad esempio,ha applicato una politica "attenta",per così dire,stringendo un pochino la cinghia anche PRIMA della crisi globale (qui si parla del 2006,cioè ben due anni prima..). L'Italia,purtroppo,no. E,come ripeto per l'ennesima volta,ce ne siamo accorti troppo tardi,e ora è colpa della Germania,colpa dell'Europa,colpa delle banche,colpa delle agenzie di rating...mentre è solo ed esclusivamente colpa NOSTRA. Colpa nostra,che abbiamo mantenuto e rieletto per anni e anni governi che non hanno mosso un dito in questa direzione. Colpa nostra,che non abbiamo saputo eleggere persone competenti. Non è colpa di nessun altro.
Lou soulei nais per tuchi
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Il che sarebbe logico. Se solo si fosse fatto partire prima
Solo che si è sempre stati abituati al "massì,vedremo",posticipando come sempre la resa dei conti. Ma il conto,presto o tardi,si paga sempre. E il momento è arrivato. Proprio adesso,che siamo in pienissima crisi,la spesa pubblica dovrebbe aumentare,l'imposizione fiscale diminuire per far ripartire consumi e investimenti,e tutto ciò NON è possibile. Perchè lo Stato non riesce più a finanziarsi,perchè i suoi titoli valgono non dico carta straccia ma poco ci manca. E l'azione opposta (aumento dell'imposizione fiscale affinchè lo Stato faccia maggior cassa) accelera ancora la spirale recessiva![]()
Lou soulei nais per tuchi
Penso che sul fatto che si debba cambiare siam quasi tutti d'accordo. Magari non tutti d'accordo su cosa si debba cambiare prima, ma visto come ci siamo ridotti che ci sia l'esigenza di un cambiamento dovrebbe essere condiviso da circa il 70% della popolazione italiana.
Il problema è che il "concludentissimo" risultato, secondo la tua definizione, ha moltissime probabilità, a meno di cambiamenti dell'ultim'ora, di portare alla paralisi che, a casa mia, è l'esatta antitesi del cambiamento.
Che questa legge elettorale sia pessima, anzi pessimissima, io lo dico dal 2006 e gli statistici han pure dimostrato il perchè.
Ma quando il risultato di un'elezione è la divisione delle percentuali più o meno in 1/3-1/3-1/3 non c'è legge elettorale che tenga.
A meno di non scriverne una che dica che chi vince anche di un solo voto si becca la maggioranza assoluta in entrambi i rami del Parlamento anche se rappresenta 1/3 del corpo elettorale. E ti dirò che dire che una cosa del genere non mi entusiasma è un grosso eufemismo...
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