
Originariamente Scritto da
iltempoamartina
D'accordo in parte. Nel senso che a me piace un approccio del tipo: adesso siamo nella globalizzazione e dobbiamo adattarci come sistema paese a starci bene salvando redditi e welfare della popolazione. E si doveva già fare l'indomani della caduta del muro di berlino.
Detto questo, in ogni caso tutta la società civile mondiale dovrebbe rendersi conto che la globalizzazione non porta benefici a nessuno.
In est europa, hanno sì conquistato la libertà, ma i salari sono bassi...e le norme sul diritto del lavoro tutelano molto meno il lavoratore...quindi è la patria degli imprenditori nostrani che delocalizzando in queste zone trovano bassi salari, lavoratori poco sindacalizzati e libertà di licenziare e assumere a loro piacimento.
Quindi, magari da loro si trova più facilmente lavoro che da noi...ma poi vedi e vedi è più malpagato del nostro...e le condizioni di lavoro sono ben peggiori. E quindi alla fine la gente normale da quelle parti, non naviga di certo nell'oro.
E comunque, anche negli anni a venire, ci sarà sempre una nazione in cui il costo del lavoro sarà basso e dove il diritto del lavoro è una chimera...quindi di questo passo...si delocalizzerà in africa nei decenni a venire....insomma un circolo senza fine.
Cioè, personalmente, per come è fatta l'Italia...secondo me ci abbiamo rimesso parecchio con sta storia della globalizzazione. E quando dico per come è fatta, intendo con tutti i suoi pregi e difetti(elevata evasione fiscale, dimensione ridotta delle imprese,ecc.ecc.) che purtroppo affondano la loro genesi nell'ambiente socio-culturale in cui la popolazione è vissuta per anni. Quindi già l'adattamento consta di cambiamenti di grossa portata, che richiedono anni e anni e non qualche anno.
Quindi in conclusione: adesso abbiamo la globalizzazione e ci adattiamo, ma nel frattempo tutti insieme...dobbiamo cercare o di farla cessare o di renderla "più umana" magari mettendo delle regole mondiali condivise altrimenti...secondo me non se ne esce.

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